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Opinioni

Saluti romani: chi sono e dove sono di casa i fascisti della Capitale

Una breve inchiesta che racconta la galassia dell’estrema destra romana, tra nomi, gruppi ed episodi di violenza dal centro alle periferie.
A cura di Valerio Renzi
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Mentre in parlamento è stato approvato alla Camera il disegno di legge Fiano sulla repressione della propaganda fascista, tra polemiche politiche e critiche sulla sua reale efficacia, lo spettro di un'estrema destra aggressiva e xenofoba si riaffaccia in molte città italiane. In particolare a Roma, dove la galassia neofascista è più agguerrita che mai. Dopo gli scontri sotto il parlamento contro lo Ius Soli, la trincea dove l'estrema destra si è stabilmente spostata è nelle periferie della città, ovunque ci sia un campo rom o apra un centro d'accoglienza. Come a Tiburtino III, dove sono andati in scena gli scontri tra antifascisti e Casa Pound, dopo l'assalto a un centro gestito dalla Croce Rossa.

Un universo rissoso quello della destra neofascista. Segnato dal personalismo dei leader, dalla competizione esasperata tra i gruppi, da regolamenti di conti che spesso e volentieri passano anche per scontri fisici (come emerge ad esempio dall'inchiesta sui "banglatour" dove militanti di Casa Pound e Forza Nuova se le danno di santa ragione). Una galassia in espansione ma dai confini mutevoli, di cui vale la pena fare un'istantanea, proprio nel momento in cui, grazie allo scontro sul tema dell'immigrazione, parole d'ordine che prima appartenevano a piccoli gruppi politici, ora sono diventati argomenti di discussione mainstream. L'occasione per fascisti, post – fascisti, neo – fascisti e pseudo fascisti romani per tentare il salto di qualità di consenso e legittimazione.

Casa Pound: da "fascisti del terzo millennio" ad Alba Dorata

Il quartier generale è sempre quello: il palazzo occupato di via Napoleone III all'Esquilino dove Casa Pound è nata. Da "occupazione non conforme", contraltare di destra ai movimenti di lotta per la casa e ai centri sociali di sinistra, a forza politica nazionale, la creatura di Gianluca Iannone e Simone Di Stefano ne ha fatta di strada. Dal movimentismo dei primi tempi, che privilegiava la provocazione mediatica e intellettuale (per esempio utilizzando nei manifesti due icone della sinistra Rino Gaetano e Che Guevara), l'aggregazione giovanile e l'immagine di ragazzi impegnati ma diversi dalla classica rappresentazione dei fascisti razzisti e nostalgici, Casa Pound si è trasformata in un piccolo e agguerrito partitino, che qua e là comincia a raccogliere i primi successi elettorali. Un modello simile a quello di Alba Dorata (il partito neonazista greco sbarcato in parlamento tra lo sconcerto di mezzo mondo) con cui ha intrattenuto in questi anni stretti rapporti, che imitazione dei centri sociali. "Fascisti del Terzo Millennio? Fascisti e basta", questa battuta del presidente Iannone, in occasione della manifestazione nazionale del movimento nel maggio 2016, riassume bene la mutazione avvenuta.

Casa Pound è senza dubbio il gruppo di estrema destra più numeroso e radicato al momento in città, con sedi e luoghi di aggregazione dal centro alla periferia. In particolare tra Monti e Colle Oppio sono nate negli anni un gran numero di attività legate al gruppo, gestite da alcuni dei suoi esponenti più in vista. A partire dal pub Cutty Sark, vero luogo fondativo del gruppo, a due passi dai giardini di Colle Oppio, fino al più recente Carré Monti, bistrot in via Giovanni Lanza di proprietà di alcuni membri dell'associazione e del loro avvocato Domenico Di Tullio, accanto al negozio di abbigliamento Badabing! dove i militanti di Casa Pound si vestono. A Colle Oppio si trova anche la libreria legata al movimento, La Testa di Ferro, e l'osteria Da Angelino, di proprietà proprio di Gianluca Iannone, brand di cucina romana che ha esportato anche a Milano, in Spagna e a addirittura a Lima. Tra il Colosseo e Termini, tra aperitivi e bevute, si fa fatica a distinguere i giovani militanti di Cp, con barbe lunghe e tatuaggi old school, dagli hipster seduti ai tavolini di Monti.

Casa Pound ha poi sedi dell'associazione disseminate un po' in tutta Roma, anche a Roma Nord. A Casal Bertone, c'è il Circolo Futurista, da dove parte l'attivismo nei quartieri di Tiburtino III e del quadrante Prenestino. A Roma Nord la sede del movimento è in via Due Ponti, a Roma Ovest in via Madonna del Riposo (in zona Aurelio), a Roma Sud in via Assisi e a Roma Est nella borgata di Colle Salario. Sedi che, come le vecchie serrande dei partiti, si occupano di attacchinaggi e campagna elettorale, banchetti e della raccolta alimentare per gli italiani, aprendo all'occorrenza. Qui si organizzano, spesso con la copertura di "comitati di cittadini", le manifestazioni contro gli immigrati e i centri di accoglienza.

Un discorso a parte merita Ostia, dove il prossimo 5 novembre si va al voto. Qui Casa Pound è determinata ad entrare per la prima volta nelle istituzioni e da più di un anno è in campagna elettorale permanente. Guidati da Luca Marsella i militanti delle sezioni locali (Ostia e Acilia), sono attivissimi. In questo territorio di frontiera Cp ha testato le prime ronde contro i mercati degli abusivi, contro la prostituzione e gli insediamenti abusivi. A destare scalpore la ronda anti commercianti abusivi sulle spiagge di questa estate, che rappresenta però solo l'ultimo atto di azioni quasi quotidiane. Polemiche ci sono state per il rapporto di Casa Pound con alcuni esponenti del clan Spada, egemone ad Ostia Nuova, che non sembrano però impensierire Marsella quando parla di legge e ripristino della legalità.

Il ritorno di Forza Nuova

Dopo anni di declino, di abbandono e di chiusura delle proprie storiche sedi, Forza Nuova è di nuovo alla ribalta a Roma nell'ultimo anno e ricomincia ad attirare consensi tra i giovani e meno giovani militanti dell'ultra destra. Il movimento fondato da Roberto Fiore, ex militante del gruppo armato Terza Posizione rientrato in Italia dopo un lungo periodo di latitanza, ha riaperto una sede nel quartiere Trieste, dopo la chiusura della storica sezione di piazza Vescovio, in via Annone. Presente anche nel quartiere di San Giovannni e alla Magliana, Forza Nuova accresce i suoi consensi grazie ad un'aggressiva campagna contro gli immigrati e alla difesa di alcuni sfratti nei quartieri di Monte Cucco, Magliana, Tor Bella Monaca, dove ha agito di concerto con il movimento Roma ai Romani. Da sempre attenta al mondo degli stadi per il reclutamento, Forza Nuova cerca di aggregare ragazzi tra gli spalti della Curva Nord, e in misura minore tra i supporter giallorossi. In entrambe le curve sono apparse delle bandiere con scritto "Forza Roma" e "Forza Lazio", con i caratteri del logo dell'organizzazione di Fiore.

Se qualcuno si chiede che aria si respira nelle sedi del movimento, una risposta arriva dall'inchiesta sui cosiddetti ‘banglatour', ovvero le violenze sistematiche contro i commercianti bengalesi – che a Roma gestiscono decine di spacci aperti fino a tarda ora – presi di mira perché considerati particolarmente docili e poco propensi a denunciare le aggressioni. Nell'inchiesta è stata anche perquisita la sede di via Lidia di Forza Nuova, da cui partivano le spedizioni punitive venute alla luce grazie alle dichiarazioni di alcuni ragazzi minorenni, a cui quelle attività servivano come indottrinamento e pratica alla violenza. Giovani che per gli inquirenti sarebbero stati addirittura "plagiati" dai militanti più anziani. Nelle carte del processo spuntano anche altri particolari inquietanti come un caso di stupro ai danni di una giovane vicina al movimento e finte esecuzioni con pistola ai danni dei militanti che "sgarravano".

Al contrario di Casa Pound, laica e al massimo con un certo fascino per il paganesimo, Forza Nuova è una forza cattolica tradizionalista, vicina ai lefebvriani e al fronte antiabortista più oltranzista. Tra i nemici numero uno di Fiore e co. non ci sono, dunque, solo il mondialismo, la globalizzazione a guida americana e l'immigrazione, ma anche la Chiesa del Concilio Vaticano II e in particolare Papa Francesco, considerato espressione di una chiesa secolarizzata e progressista.

Roma ai Romani: da aiutiamoli a casa loro alla "resistenza etnica"

Quando è nata nel 1997 Forza Nuova ripeteva ossessivamente lo slogan "aiutiamoli a casa loro". Vent'anni dopo quello slogan è diventato così diffuso da non essere forse più patrimonio esclusivo dell'estrema destra. Così il movimento di Fiore non disdegna di parlare di "resistenza etnica", in particolare attraverso il coordinamento Roma ai Romani, guidato da Giuliano Castellino, con cui Forza Nuova è gemellata nella capitale. Uno slogan che richiama in maniera sinistra le 14 words, il celebre motto coniato dal gruppo terrorista americano The Order: "We must secure the existence of our people and a future for white children". Ovvero: "Dobbiamo garantire l'esistenza del nostro popolo e un futuro per i bambini bianchi".

Castellino, personaggio molto discusso nel panorama della destra (anche per essere stato fermato e rilasciato con un etto di cocaina di cui gli è stato riconosciuto l'uso personale), è ormai un veterano passato per una gran quantità di sigle: Forza Nuova e Base Autonoma negli anni '90, poi Fiamma Tricolore e Casa Pound, per trovarsi alla corte di Alemanno con il movimento il Popolo di Roma, transitare per La Destra di Francesco Storace e tornare poi sulle barricate del neofascismo più duro dopo aver fatto mea culpa.

Roma ai Romani, che non disdegna di firmare con le svastiche le sue scritte, appare come il movimento personale di Castellino, che gira nelle periferie romane ogni qual volta ci sia la possibilità di soffiare contro la presenza degli immigrati o cavalcare il malcontento. Dopo vari tentativi di occupare uno stabile, tutti terminati in poche ore con uno sgombero, Roma ai Romani ha trovato al momento casa in via Paisello, dopo aver occupato uno stabile di proprietà della fondazione An. L'occupazione si trova a due passi dal cuore dei Parioli: un bel paradosso per chi si fa vanto della sua presenza nelle periferie della città.

Maurizio Boccacci e Militia

Dopo anni in cui parlava solo con gli striscioni di minacce firmati Militia, sigla che ha rivendicato anche la distruzione del monumento a Pasolini all'Idroscalo, è tornato sulla scena Maurizio Boccacci. Il leader di Movimento Politico Occidentale (sciolto in base alla Legge Mancino), è noto per le sue posizioni negazioniste e oltranziste, e per essere stato tra i primi negli anni '80 a capire come l'estrema destra poteva utilizzare il fenomeno ultras e il circuito skinhead. In una dei primi episodi di scontro tra polizia e ultras durante un Roma – Brescia nel 1994, ha guidato l'assalto in cui è rimasto ferito gravemente un ispettore di polizia. Nello stesso episodio venne arrestato proprio Castellino con cui Boccacci ora fa coppia fissa, e con cui si è fatto fotografare in prima fila durante gli scontri contro lo Ius Soli sotto il parlamento.

Azione Frontale e la trincea di Torre Angela

Da una scissione di Forza Nuova nasce il gruppo Azione Frontale, il cui simbolo è un fascio littorio sovrapposto a una croce. Con sede a Torre Angela, all'estrema periferia est di Roma, il gruppuscolo ha fatto parlare di sé per le ronde per la sicurezza e per le minacce ai concerti del cantante Bello Figo. Il leader di Azione Frontale, il 29enne Ernesto Moroni, ha ammesso di aver fatto recapitare un pacco con una testa di maiale alla Comunità ebraica. Dopo aver chiarito di non essere antisemita, ha poi spiegato la sua teoria in un'intervista: "Che il nazismo è stato finanziato da importanti famiglie ebree sioniste, con lo scopo di creare numerosi eventi a catena che poi avrebbero portato all’occupazione tanto ambita di Israele. Diciamo che intendevo porre un interrogativo alla comunità ebraica. Inoltre, se ho fatto riferimento alla parola lobby ebraica, non voleva esserci alcuna offesa perché indirizzata a quei pochissimi eletti che ne fanno parte".

Il Fronte della Gioventù e via Ottaviano 9

Una delle foto di Daniele De Santis, l'ultras giallorosso che ha sparato al supporter partenopeo Ciro Esposito morto dopo 40 giorni di agonia, pubblicate sui giornali, lo rappresenta all'interno della sede via Ottaviano 9 in Prati, uno dei luoghi simbolo del neofascismo romano. Qui fu assassinato da un gruppo della sinistra extraparlamentare lo studente greco Mikis Mantakas. Dallo scioglimento dell'Msi e la nascita di An la sede è rimasta come una specie di santuario della tradizione missina oltranzista, cambiando più volte di mano ma tenuta sempre lontano dalle grinfie dei "colonnelli" da parte dei custodi dell'ortodossia.

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In anni recenti la sede è stata abitata dai ragazzi Fronte della Gioventù, che proprio all'organizzazione giovanile dell'Msi devono il proprio nome. Attorno a via Ottaviano gravitano studenti dei quartieri bene di Roma. Una giovane e rampante borghesia nera dei licei di Prati e dintorni. Ci sono proprio loro tra gli accoltellatori di un 17enne in piazza Cavuor dove quelli "del Fronte" fanno comitiva. Dopo l'episodio (che gli inquirenti considerano "tentato omicidio"), sul posto arriva il leader del gruppo Nicola Colosimo di poco più grande, chiamato dai militanti del gruppo per gestire la situazione e "consigliare" i ragazzi coinvolti. Il gruppo puntava, secondo quanto scritto nell'ordinanza di arresto, "al controllo del territorio nei luoghi di aggregazione giovanile anche sulla scorta di un senso di appartenenza ideologico non meglio precisato". Da qualche settimana il gruppo ha cambiato casa, con l'apertura di una sezione in via Ottavio Assarotti 9, tra Ottavia e Trionfale, dove condivide gli spazi con la storica sigla dell'aggregazione giovanile nera "Roma Nord".

Una destra pericolosa?

Il quadro che emerge da questa rassegna è quella di piccoli gruppi che non risparmiano l'utilizzo della violenza, o che interpretano il ruolo di vigilantes provando a sostituirsi alle istituzioni. Il tentativo di sfondare nei quartieri periferici, va di pari passo con un radicamento sociale nei quartieri alti della città, da Prati a Ponte Milvio: dalle roccaforti nere il neofascismo romano punta a sfondare nelle borgate e nei quartieri dell'estrema periferia dove le forze politiche e sociali non hanno neanche mai messo il naso, puntando sulla rabbia di chi sente abbandonato dalle istituzioni ed è disposto ad individuare nei migranti e i rom il proprio nemico. "Casa, diritti, lavoro: non ce l'abbiamo noi, non ce l'avranno loro", uno slogan che racconta in poche parole come i fascisti romani vogliano soffiare sul fuoco.

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Giornalista pubblicista e capo area della cronaca romana di Fanpage.it. Ho collaborato prima prima di arrivare a Fanpage.it su il manifesto, MicroMega, Europa, l'Espresso, il Fatto Quotidiano. Oltre che di fatti e politica romana mi occupo di culture di destra e neofascismi. Ho scritto per i tipi di Edizione Alegre "La politica della ruspa. La Lega di Salvini e le nuove destre europee" (2015) e per Fandango Libri "Fascismo Mainstream" (2021).
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