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Un etto di cocaina sotto la sella, nei guai l’ultrà di estrema destra Giuliano Castellino

Fermato la sera di Capodanno il leader dell’estrema destra romana Giuliano Castellino: sotto la sella un etto di cocaina e 30 bombe carta. In passato fedelissimo di Gianni Alemanno ora era tornato alla militanza nei gruppi più estremisti della galassia del neofascismo capitolino, assieme anche a Daniele De Santis, l’ultrà giallorosso accusato dell’omicidio di Ciro Esposito.
A cura di Valerio Renzi
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E' finito nei guai Giuliano Castellino, uno dei leader delle frange più estremiste del neofascismo capitolino, fermato la sera di San Silvestro alla guida di uno scooter. Sotto la sella, riporta il Corriere della Sera, nascondeva un etto di cocaina ("per uso personale" ha dichiarato), 30 bombe carta e, come se non bastasse, era anche alla guida senza patente. Per lui niente festeggiamenti e la convalida dell'arresto. Il processo, celebratosi con rito abbreviato, ha riconosciuto l'uso personale della droga, anche se di certo non si trattava di un modico quantitativo.  E pensare che quando era uno dei fedelissimi di Gianni Alemanno, alla guida della formazione politica " il Popolo di Roma", Castellino promuoveva feste "contro la droga" e "contro lo sballo" su un barcone sul Tevere.

Da fedelissimo di Alemanno alla militanza con De Santis

Una lunga storia di militanza nell'estrema destra romana, Giuliano Castellino è un campione nel cambiare casacca e formazione politica. Da "pischello" ultrà giallo rosso e vicino a Maurizio Boccacci (ora leader di Militia), viene inquisito nel 1996 per l’inchiesta sui presunti ricatti della tifoseria ai danni del presidente  della Roma Franco Sensi, coinvolto nello stesso episodio anche Daniele De Santis accusato dell'omicidio di Ciro Esposito. Dopo Castellino transiterà per Forza Nuova per poi sbarcare a Fiamma Tricolore, di cui sarà il segretario romano, proprio quando nel partitino fondato da Rauti confluiscono anche quelli di Casa Pound a cui è molto vicino in quel periodo. Poi la rottura con i camerati "movimentasti" e l'avvicinamento a Gianni Alemanno quando è sindaco.  Alla guida del "Popolo di Roma", formazione politica dalla breve vita che aveva l'obiettivo di creare una base sociale di destra ad Alemanno, Castellino comparirà spesso e volentieri accanto all'ex sindaco che era solito chiudere le kermesse dell'associazione.

Ma anche l'amore con Alemanno dura poco e Castellino passa con la Destra di Storace. Ma poi Castellino decide di tornare alle origini e mettersi a capo del Movimento Sociale Europeo, la formazione in cui milita anche Daniele ‘Gastone' De Santis. In diversi incontri, in cui prova far convergere tutta l'estrema destra romana che non ha abbracciato la Lega di Salvini, rincontra anche il mentore di un tempo Maurizio Boccacci, condannato per l'ennesima volta per apologia di fascismo solo qualche settimana fa. Con il nuovo gruppo Castellino va occupare uno stabile abbandonato in zona Tor di Quinto: quando la polizia lo sgombera troverà un vero e proprio arsenale di bombe carta, molto probabilmente destinato agli scontri con altre tifoserie o con le forze dell'ordine fuori il vicinissimo Stadio Olimpico.

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