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Roberto Spada e la testata al giornalista Rai: tutti gli sviluppi della vicenda

Lo scorso 8 novembre Roberto Spada, esponente dell’omonimo clan di origine sinti attivo a Ostia Nuova, si è reso protagonista di una aggressione a due giornalisti di una trasmissione di Rai 2 rei di aver chiesto spiegazioni sull’appoggio della sua famiglia al candidato di CasaPound, Luca Marsella, alle recenti elezioni del Municipio X.
A cura di Ida Artiaco
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Ostia è uno dei quartieri più grandi di Roma, bagnato dal mare e per questo meta delle vacanze della maggior parte dei cittadini che d'estate si spostano in questa zona costiera, a circa 30 minuti dal centro storico. Se ne è tornato a parlare a livello nazionale negli ultimi giorni, non solo perché domenica 5 novembre si sono svolte le elezioni per il rinnovo del X Municipio, commissariato due anni fa per infiltrazione mafiosa, ma anche e soprattutto per l'aggressione ai danni di due giornalisti della trasmissione di Rai 2 "Nemo – Nessuno escluso" da parte di Roberto Spada, fratello di Carmine, in carcere da 10 anni e riconosciuto come boss dell'omonimo clan. La loro colpa?Aver fatto all'aggressore delle domande sull'appoggio delle sua famiglia al candidato di CasaPound Luca Marsella. Ecco tutto quello che c'è da sapere su questa vicenda, che mescola politica, organizzazioni criminali e organi di informazione.

Chi è Roberto Spada e i suoi rapporti con CasaPound

Quella degli Spada è una famiglia di sinti romani molto conosciuta a Ostia e dintorni, arrivata qui dall'Abruzzo negli anni Cinquanta. Roberto, protagonista degli ultimi fatti di cronaca che hanno acceso i riflettori dei quotidiani nazionali su questo quartiere della Capitale, a 42 anni è il proprietario di una palestra, oltre che appassionato di boxe e "giocatore professionista di poker". Ma è soprattutto il fratello di Carmine Spada, detto "Romanoletto", condannato a 10 anni di prigione per estorsione con l'aggravante del metodo mafioso. Non solo. Gli Spada sono coinvolti anche in altre inchieste giudiziarie. Soltanto all'inizio dello scorso ottobre, altre sette persone sono condannate a 50 anni di prigione complessivi nell'ambito di una indagine che ha provato il potere della famiglia Spada sul territorio di Nuova Ostia, tra minacce e violenze per il controllo delle case popolari, e una gambizzazione documentata. Il clan, secondo i magistrati, voleva allargare la sua attività allo spaccio di stupefacenti, espandendosi oltre al settore dell'usura e del pizzo, dove, secondo gli inquirenti, si concentra la maggior parte delle loro attività, acquisendo maggiore potere a discapito di altri gruppi criminali. Dal punto di vista politico, gli Spada non hanno mai nascosto la propria simpatia nei confronti dell'estrema destra, ed in particolare di CasaPound. Già nel 2016 proprio un'inchiesta realizzata da Fanpage.it aveva fatto luce sulle relazioni tra il clan rom e il movimento, fino ad arrivare ad organizzare insieme iniziative pubbliche e di propaganda su tutto il territorio. Nel corso delle ultime elezioni per il rinnovo del X Municipio, CasaPound è riuscita ad ottenere più del 20% dei voti.

Il video della testata di Spada al giornalista Rai

Anche se i rapporti tra gli Spada e CasaPound sono sotto gli occhi di tutti, guai a chiedere direttamente agli interessati della natura della loro relazione. Lo sanno bene il giornalista Daniele Piervincenzi e l'operatore Edoardo Anselmi, giunti a Ostia Nuova per fare a Roberto Spada alcune domande sul suo appoggio al candidato di CasaPound al Municipio di Ostia nel corso delle elezioni dello scorso 5 novembre, Luca Marsella. I due, l'8 novembre, si erano recati fuori la palestra di boxe gestita da Spada, quando quest'ultimo improvvisamente ha cominciato a infiammarsi, rompendo il naso al reporter e inseguendo i due con un manganello insieme a un'altra persona. Le vittime dell'aggressione hanno intanto sporto denuncia. "Perdonatemi… io comprendo e rispetto il lavoro di tutti, la pazienza ha un limite", è stato il commento lasciato sulla propria bacheca Facebook da Roberto Spada. Un atto, questo, condannato non solo dai cittadini e da numerosi giornalisti, che hanno espresso solidarietà al collega colpito, ma anche dal vice presidente di CasaPound Italia, Simone Di Stefano, che su Twitter ha commentato: "Ci vuole poco a fare chiarezza. Roberto Spada non è un esponente di CasaPound. Con lui non condividiamo nulla, se non una sua presenza ad una festa per bambini in piazza 18 mesi fa. Non rispondiamo certo delle sue azioni e la violenza è sempre deprecabile".

Le dichiarazioni del giornalista di Nemo e il sostegno dei cittadini

"Ho una frattura complessa al setto nasale. Siamo ancora in piedi, dai". È stato questo il commento di Daniele Piervincenzi all'indomani dell'aggressione subita da Roberto Spada. Il giornalista di "Nemo – Nessuno escluso", programma di approfondimento di Rai 2, condotto da Enrico Lucci e Valentina Petrini, parlando con la stampa ha anche sottolineato di "non credere di aver spaventato nessuno sono io quello spaventato. Se chiede perdono io sono pronto a perdonarlo, ma dovrebbe chiedere perdono a Ostia, dove l'alto tasso di criminalità e i clan hanno rovinato il tessuto sociale di un luogo bellissimo". A lui e al suo collega operatore Edoardo Anselmi cittadini e colleghi hanno dimostrato solidarietà partecipando ad un corteo svoltosi sabato 11 novembre tra le vie di Ostia, alla presenza anche del sindaco di Roma, Virginia Raggi. "Noi non scendiamo a patti né con gli Spada, né con Casapound – ha assicurato la prima cittadina -, né con chi ha rovinato questo territorio negli anni. Vorremmo che tutti fossero altrettanto chiari".

L'arresto di Roberto Spada e la conferma del fermo

A circa due giorni dall'aggressione ai danni dei giornalisti di "Nemo", Roberto Spada è stato fermato dai carabinieri della compagnia di Ostia con l'accusa di violenza privata con l'aggravante di aver agito in contesto mafioso. I pm hanno poi confermato l'arresto: per Giovanni Musarò e Ilaria Calò non ci sarebbero dubbi sul fatto che il 42enne debba essere inserito nel clima di controllo mafioso del territorio, un "soggetto che comanda e può dare ordini all'interno del sodalizio", come hanno anche evidenziato due collaboratori di giustizia sentiti nell'ambito dell'inchiesta sugli affari degli Spada a Ostia Nuova. Spada si è difeso dichiarando nel corso dell'interrogatorio di convalida del fermo che "quella testata è stata data solo per rispondere a una provocazione del giornalista". La notizia dell'arresto dell'esponente del clan è stata anche commentata da Daniele Piervincenzi: "Non provo nessuna gioia e nessuna soddisfazione – ha detto il giornalista -. È solo un uomo in manette. Anzi c'è un filo di ipocrisia, perché in piazza Gasparri a Ostia si spaccano i nasi tutti i giorni. È stato arrestato perché ha aggredito un giornalista, ma lì si spaccano nasi tutti i giorni". Ma gli sviluppi della vicenda non finiscono qui e si attendono nuove notizie che possano far luce sul potere della famiglia in questo quartiere della Capitale. Giorno dopo l'aggressione, è finito in manette anche il presunto complice di Spada: si tratta di un 28enne intervenuto in suo aiuto, accusato di lesioni e violenza privata con l'aggravante del metodo mafioso.

Ma il quartiere lo difende…

Nonostante le pesanti accuse mosse a Roberto Spada e alla sua famiglia, c'è qualcuno a Ostia Nuova che tenta a tutti i costi di difenderlo. Nessuno vuole parlare in camera, ma un vicina del 42enne in stato di fermo parla ai microfoni di Fanpage.it: "È una persona d'oro, ha tolto dei ragazzi dalla strada. Se ha agito in quel modo, un motivo ci sarà, quel giornalista lo avrà esasperato", dando infine la colpa di tutto ai due reporter: "Voi giornalisti siete dei figli di…". Solidarietà che alcuni hanno dimostrato anche durante il corteo a favore della legalità e contro il clan Spada, svoltosi l'11 novembre scorso. Dopo un dissidio tra manifestanti di sinistra e attivisti del Movimento 5 Stelle, in un video di Fanpage.it si vede chiaramente la folla insultare i giornalisti presenti: "Siete dei servi, fate schifo".

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