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La battaglia contro il Tmb Salario non è finita

Nonostante l’incendio abbia messo fuori uso l’impianto che ha avvelenato la vita di migliaia di cittadini per anni, continua la battaglia dei cittadini per avere certezze sul futuro dell’area del Tmb Salario. I comitati e l’amministrazione del III Municipio chiedono fatti concreti alla Regione Lazio e a Roma Capitale, non solo generiche promesse.
A cura di Valerio Renzi
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Centinaia di persone hanno manifestato lo scorso sabato, per l'ennesima volta, fuori il Tmb Salario. Sono i cittadini che per otto lunghi anni sono stati asfissiati dai miasmi provenienti dall'impianto, trasformato alla fine in una discarica a tempo ogni qual volta la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti a Roma andava in sofferenza, e che neanche dopo l'incendio che lo ha devastato, mettendo per ora fine all'attività di lavorazione dell'immondizia si sentono di tirare un sospiro di sollievo.

Cosa chiedono? Tre cose semplice scritte in maniera inequivocabile su dei cartelloni:

  1. chiusura definitiva dell'impianto Ama Salario
  2. bonifica
  3. riqualificazione dell'area

Perché, al di là delle apparenze di un impianto ormai chiuso e distrutto dalle fiamme, la partita sul futuro è ancora tutta da giocare. Lo sanno bene i comitati, che hanno fatto un enorme sforzo per far capire che la loro lotta non è ancora finita agli abitanti dei quartieri limitrofi. Da parte dell'amministrazione comunale infatti non è arrivato nessun atto concreto. Solo annunci e un render scopiazzato da una tesi di laurea di 12 anni fa e propagandato con tanto di squilli di tromba dalla sindaca Virginia Raggi. Fatto sta però che non esiste nessun nuovo atto d'indirizzo di giunta e l'impianto è ancora inserito nel piano industriale di Ama.

Ma ce ne è ancora per la Regione Lazio di Nicola Zingaretti, alle prese con l'approvazione del piano nuovo piano rifiuti. Alla Pisana i comitati chiedono di ritirare l'AIA, ovvero le autorizzazioni ad utilizzare l'area per trattare e smaltire rifiuti. La partita dunque non è ancora finita e la crisi che investe Ama, con l'azzeramento dei vertici da parte della giunta Raggi dopo settimane di braccio di ferro attorno al nodo del bilancio, potrebbe complicare le cose

Sabato in piazza c'erano il presidente del III Municipio Giovanni Caudo e l'assessore alla cultura Christian Raimo, impegnati in prima fila nella battaglia per la chiusura dell'impianto. C'era l'ex eurodeputata Roberta Angelilli, ora in Fratelli d'Italia, anche lei residente nella zona e tornata molto attiva sul fronte di via Salaria. Completamente assenti i rappresentanti politici del Partito del Movimento 5 stelle, presente una delegazione del Partito democratico guidata dal segretario Andrea Casu.

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Giornalista pubblicista e capo area della cronaca romana di Fanpage.it. Ho collaborato prima prima di arrivare a Fanpage.it su il manifesto, MicroMega, Europa, l'Espresso, il Fatto Quotidiano. Oltre che di fatti e politica romana mi occupo di culture di destra e neofascismi. Ho scritto per i tipi di Edizione Alegre "La politica della ruspa. La Lega di Salvini e le nuove destre europee" (2015) e per Fandango Libri "Fascismo Mainstream" (2021).
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