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Il Tmb Salario avvelena i cittadini: quanti reati sta commettendo Ama?

La procura di Roma apre una nuova inchiesta sul Tmb Salario dopo che la relazione di Arpa Lazio ha evidenziato le gravi inadempienze nel trattamento dei rifiuti. Si potrebbe configurare tra gli altri il reato di gestione non autorizzata di rifiuti e di inquinamento ambientale. Il caso dell’impianto di Ama diventa nazionale e sbarca in parlamento: in Commissione Ambiente la parlamentare Rossella Muroni depositerà una mozione per chiudere il Tmb Salario.
A cura di Valerio Renzi
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Quanti e quali reati sta commettendo Ama mantenendo in funzione allo stato attuale lo stabilimento Tmb Salario? Nelle 30 pagine della relazione finale dell'indagine di Arpa Lazio è evidente come l'impianto avveleni un territorio densamente popolato e che sono moltissime le irregolarità che avvengono all'interno. La relazione dell'Agenzia regionale per la protezione ambientale, ha contribuito a far diventare il caso del Tmb una vicenda di rilievo nazionale, costringendo il ministro dell'Ambiente Sergio Costa a prendere parola: "Il Tmb là non si può lasciare nelle condizioni attuali. Urge un intervento di ripristino della legalità e della dignità di quel luogo, che deve essere vissuto in armonia con il territorio". La protesta delle istituzioni locali e dei comitati di cittadini è arrivata nel frattempo fin sotto il parlamento

Le conclusioni di Arpa Lazio sono così pesanti, da costringere la Procura di Roma ha aperto un nuovo fascicolo d'inchiesta sul Tmb. Ma quali reati sono ipotizzabili sulla base del documento? Sarebbe ravvisabile il reato di getto pericoloso di cose (ex articolo 674, C.p.), integrato dalle "molestie olfattive", il reato di gestione non autorizzata di rifiuti (articolo 256, comma 1, Dlgs 152/2006) o il reato di violazione delle prescrizioni autorizzatorie (articolo 256, comma 4, Dlgs 152/2006). Ma la fattispecie di reato più grave, che inchioderebbe non solo l'azienda municipalizzata ma anche chi avrebbe dovuto controllare, in primis la politica, è quello inquinamento ambientale, così come normato dall'articolo 452 bis del codice penale che sanziona chiunque cagiona "abusivamente una compromissione o un deterioramento significativi e misurabili delle acque, dell'aria, di porzioni estese o significative del suolo o del sottosuolo, di un ecosistema, della biodiversità, anche agraria, della flora o della fauna".

Il caso intanto sta per arrivare in discussione in Commissione Ambiente, con una risoluzione la cui prima firmataria è Rossella Muroni, nome storico dell'ambientalismo italiano ora parlamentare eletta nelle file di LeU. Il dispositivo impegna poi il governo a "intraprendere iniziative concrete e immediate" arrivando a ipotizzare il  "blocco dell’impianto" per tutelare "la salute dei residenti e dei lavoratori" alla luce del nuovo "drammatico scenario denunciato nella relazione dell’ARPA Lazio che di fatto ne nega l’autorizzazione perché tenerlo ancora in funzionante sarebbe una scelta molto grave sia dal punto di vista ambientale, sanitario ma anche sociale". Troppo gravi secondo Muroni, che in questi giorni sta raccogliendo le firme di altri parlamentari membri della commissione, il quadro che esce dall'inchiesta resa pubblica due settimane fa:

Di fatto l’impianto non tratta i rifiuti ma piuttosto li accumula e li sposta, quindi è una discarica di fatto; che non avrebbe i requisiti per essere autorizzato; che etichetta rifiuti in modo scorretto; che produce più scarto che rifiuto lavorato; che fa trasferenza di rifiuti in modi che sono completamente fuori norma; che i rifiuti che escono andrebbero ritrattati, tanto funziona male l’impianto; che i rifiuti stazionano nell’impianto oltre qualunque tempo consentito; che non riesce a riciclare nulla, nemmeno i metalli – 0,4 per cento contro i 5-7% che dovrebbe essere lo standard; che non è stata fornita nessuna documentazione sull’impatto degli odori e questo è un prerequisito per l’autorizzazione; che non può essere fatta manutenzione a causa della permanenza di quantità enormi di rifiuti; che non si tiene in alcun modo conto dell’impatto sul territorio della putrescenza, almeno 4 volte più dei limiti; che moltissime attività di scarico e carico avvengono in modo illecito; ma sono le due ultime righe della relazione dell’ARPA Lazio che emettono la sentenza definitiva di condanna dell’impianto Tmb di via Salaria n. 981 e della politica dell’amministrazione capitolina sul ciclo dei rifiuti a Roma: “la valutazione della documentazione allo stato attuale agli atti non può che determinare un parere negativo di Arpa Lazio a riscontro della medesima”.

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Giornalista pubblicista e capo area della cronaca romana di Fanpage.it. Ho collaborato prima prima di arrivare a Fanpage.it su il manifesto, MicroMega, Europa, l'Espresso, il Fatto Quotidiano. Oltre che di fatti e politica romana mi occupo di culture di destra e neofascismi. Ho scritto per i tipi di Edizione Alegre "La politica della ruspa. La Lega di Salvini e le nuove destre europee" (2015) e per Fandango Libri "Fascismo Mainstream" (2021).
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