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L'Inchiesta sullo stadio della Roma

Di Maio e Bonafede scaricano Virginia Raggi sul caso stadio: la sindaca sempre più sola

La responsabilità della nomina di Luca Lanzalone ai vertici di Acea è solo di Virginia Raggi. Luigi Di Maio e Alfonso Bonafede respingono l’ipotesi di aver avuto un ruolo nella “promozione” del legale a cui era stato affidato il dossier stadio della Roma, e che ora è accusato di corruzione. La sindaca appare sempre più sola.
A cura di Valerio Renzi
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Luigi Di Maio e Alfonso Bonafede scaricano Virginia Raggi. La linea di difesa della sindaca, che ieri è stata ascoltata per la seconda volta in procura come testimone, nell'ambito dell'inchiesta per corruzione legata allo stadio della Roma, è quella delle tre famose scimmiette: "Non vedo, non sento, non parlo". Subito l'esplosione della bomba politico giudiziaria, Raggi ha spiegato di non aver scelto lei Lanzalone e pronunciato un sibillino "chi ha sbagliato pagherà". Non una parola di difesa per nessuno dei coinvolti: la vicenda del suo ex braccio destro Raffaele Marra, che gli è costata un processo per falso, ha insegnato alla prima cittadina ad essere più cauta.

Il nodo principale è quello del coinvolgimento dell'avvocato Luca Lanzalone nel dossier stadio e poi della sua nomina al vertice di Acea, la più importante azienda controllata da Roma Capitale. Una scalata che ora desta non poco imbarazzo visto che Lanzalone è accusato di corruzione per aver concordato con Luca Parnasi 100.000 euro di finte consulenze e utilità, in cambio del suo lavoro sull'iter di approvazione dello stadio.

E mentre in Campidoglio tira aria di bufera e insubordinazione tra i consiglieri, la sindaca Virginia Raggi sembra sempre più sola. Il vertici del M5s, appena sbarcati al Governo, non vogliono legare la loro sorte a quella del governo della capitale, e sembrano scaricare tutte su Raggi scelte che appaiono quanto meno come ampiamente condivise.

Raggi aveva detto: "Non ho scelto io Lanzalone"

Lanzalone era già nell'orbita dei tecnici vicini al MoVimento, con cui aveva collaborato a Livorno. Dal comune toscano i due "tutor" della Raggi, i parlamentari Alfonso Bonafede e Riccardo Fraccaro affiancati alla sindaca dopo lo tsunami seguito all'arresto di Marra, l'avrebbero paracadutato a Roma per mettergli in mano il dossier stadio, con l'approvazione dello stesso Di Maio e di Davide Casaleggio. Oggi Bonafede è ministro della Giustizia e Fraccaro ministro per i Rapporti con il Parlamento. È a questa catena di comando sulla sua testa che si riferisce Raggi quando dice "di non aver scelto" lei Lanzalone, ma purtroppo è lei ad essere stata eletta, è lei che occupa la poltrona più alta in Campidoglio e che firma atti e nomine, oltre che rispondere ai cittadini romani delle scelte politiche dell'amministrazione.

Bonafede: "Su nomina Lanzalone ad Acea ha scelto Raggi"

Ma sulla nomina ad Acea, Bonafede alza le mani: "Lanzalone lo ha scelto la sindaca Raggi. Gliel'abbiamo presentato sia io che Riccardo Fraccaro. Io non ho niente da chiarire. La procedura di nomina del presidente di Acea ha le sue regole e sono state tutte rispettate in trasparenza. Probabilmente Di Maio ha parlato di premio. In realtà il Comune di Roma è socio di Acea ed esprime anche una parte del Cda. Raggi nelle selezione dei curricula avrà preso in considerazione l'esperienza di Lanzalone". E sempre dallo studio di Otto e Mezzo, risponde così a chi gli chiede di riferire in parlamento: "Non saprei su cosa riferire, sul fatto che ho presentato un bravo avvocato? Non saprei cosa riferire né come parlamentare né come ministro. I ministri, come Renzi sa bene, riferiscono sulla loro attività e il parlamento va rispettato, non è la ricreazione di Matteo Renzi".

Luigi Di Maio: "Mi sono allontanato dalle vicende di Roma"

Il vicepremier e ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio, in un'intervista rilasciata alla direttrice dell'HuffingtonPost Lucia Annunziata, ha ricostruito i suoi rapporti con l'avvocato Lanzalone, ridimensionandoli: "Non rinnego che Lanzalone sia una persona che ci ha dato una mano su dossier importanti. Ma quando si sfocia in un meccanismo per il quale le persone si accreditano usando il mio nome mi preoccupo, perché potrebbe valere per chiunque. In un ambiente tra l'altro a me estraneo. Non ho mai conosciuto Parnasi, mai avuto niente a che farci, mentre da quel che leggo diceva di star facendo il governo per me".  Poi chiarisce le sue dichiarazioni degli scorsi giorni: Quello che è stato premiato è stato il merito. Una persona che gestisce il concordato in continuità di una partecipata a Livorno che stava morendo in maniera brillante, e che a Roma viene individuata come riferimento dalla sindaca, va premiata, ma perché è il merito ad esserlo". Poi fa un passo di lato rispetto alle beghe delle capitale: "Sul resto va chiesto al Campidoglio. Io a inizio dell'anno scorso mi sono un po' allontanato nel seguire le vicende di Roma".

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Giornalista pubblicista e capo area della cronaca romana di Fanpage.it. Ho collaborato prima prima di arrivare a Fanpage.it su il manifesto, MicroMega, Europa, l'Espresso, il Fatto Quotidiano. Oltre che di fatti e politica romana mi occupo di culture di destra e neofascismi. Ho scritto per i tipi di Edizione Alegre "La politica della ruspa. La Lega di Salvini e le nuove destre europee" (2015) e per Fandango Libri "Fascismo Mainstream" (2021).
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