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Opinioni
Lo sgombero dei rifugiati da Piazza Indipendenza

La bufala della “registrazione integrale” del poliziotto che dice ai suoi di “spezzare un braccio” ai rifugiati

La trascrizione di un audio senza registrazione rimbalza da ieri sui social network, diffusa anche dal senatore del Pd Stefano Esposito. Sarebbe la versione “integrale” che giustificherebbe le parole del poliziotto che in un video di Fanpage.it urla durante una carica contro i rifugiati “spezzategli un braccio”. Ma si tratta solo di una bufala.
A cura di Valerio Renzi
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I fatti di piazza Indipendenza, con lo sgombero di decine di rifugiati dall'immobile di via Curtatone, hanno scatenato roventi polemiche, soprattutto in relazione all'operato delle forze di polizia. In particolare, sotto accusa è finito il comportamento di un dirigente di polizia, ripreso da un video di Fanpage.it mentre arringa i suoi dicendo: "Devono sparire, peggio per loro. Se tirano qualcosa spaccategli un braccio". Una versione contraddetta dal senatore del Pd Stefano Esposito, che attraverso i suoi profili social rilancia un "documento alternativo", ovvero una presunta versione "integrale" delle parole del dirigente di polizia.

"Questa sarebbe registrazione integrale della frase ‘spezzategli le braccia' ognuno si faccia opinione che vuole leggendo il dialogo completo", cinguetta Esposito su Twitter. Il riferimento è, appunto, al video diffuso da Fanpage.it in cui si sente un funzionario di polizia ordinare ai suoi uomini durante una carica contro i rifugiati di piazza Indipendenza alla Stazione Termini: "Se lanciano qualcosa spezzategli un braccio".

La trascrizione del dialogo che difende la polizia, di cui non c'è l'audio

Secondo Esposito, dunque, il dialogo fra un celerino e il dirigente sarebbe stato il seguente:

"Dottore questi ci stendono, vede quanti sono? Noi siamo solo in dieci e loro hanno bombole di gas e sampietrini". "Ragazzi lo dobbiamo fare, ce lo hanno ordinato e non possiamo tirarci indietro. Quando saremo li in mezzo, saremo soli, noi dieci contro loro cento. Il primo obiettivo è portare a casa la nostra pelle e quella del nostro fratello nel casco accanto. Allora se iniziano a lanciare di tutto spezzategli le braccia ma portate la pelle a casa".

Una versione dei fatti di cui non ci sono riscontri, rilanciata anche da il Giornale (che parla genericamente di registrazione diffusa sul web), che rimbalza tra gruppi Facebook e catene WhatsApp. Sollecitato dalle domande di chi mette in dubbio la veridicità di questa ricostruzione, Esposito si difende dicendo di aver usato il condizionale e spiega che a fornirgli la trascrizione è stato il segretario Piemonte del sindacato di polizia Siulp, "persona seria che non ha mai raccontato balle". Ma dell'audio ancora nessuna traccia, mente noi di Fanpage.it possiamo confermare di non aver effettuato alcun taglio e di aver diffuso il video integrale dei concitati momenti della carica a Termini.

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Il Siulp conferma che la trascrizione è una bufala

La conferma che si tratti di nient'altro che di una catena di Sant'Antonio contenente una bufala, arriva anche dalla "fonte" citata come assolutamente affidabile da Esposito. Contattato da NextQuotidiano, il segretario del SIULP Piemonte Antonio Ciaramella, ha confermato di non aver mai ascoltato l'audio e di aver ricevuto la trascrizione dall segretario generale del SIULP Torino Eugenio Bravo che a sua volta non ha ascoltato l'audio e di non sapere chi potrebbe averlo. “Non possiamo esprimerci perché la frase è stata ricevuta in forma testuale da un casino di gente in chat, tra cui anche noi. Ma non sappiamo da dove arrivi neanche noi”, ha dichiarato il rappresentante piemontese del sindacato autonomo di polizia.

La ricostruzione della carica contro i rifugiati alla stazione Termini

Non solo il dialogo appare particolarmente prosaico e letterario per essere avvenuto in un momento così concitato, ma soprattutto la situazione descritta è molto diversa da quello che stava accadendo. È giovedì 24 agosto e sono circa le 13.30. Un gruppo di rifugiati sgomberati da piazza Indipendenza, qualche decina sostenuti da attivisti delle rete antirazziste si muovono in un piccolo corteo tra strade e marciapiedi essendo stati definitivamente allontanati dalla piazza.

Arrivati nei pressi della Stazione Termini la situazione si fa tesa: l'idea è quella di accamparsi davanti alla Basilica di Santa Maria degli Angeli a piazza dei Cinquecento, ma le forze dell'ordine chiariscono che non lo permetteranno, chiedendo ai rifugiati di ripiegare sui giardinetti della stazione se proprio vogliono "megafonare". A quel punto, proprio da piazza dei Cinquento arriva un altro plotone di polizia che carica i manifestanti disperdendoli tra i capolinea. Proprio in quel momento si sente l'invito del dirigente a "spezzare le braccia".

È una fase molto diversa della giornata rispetto alle prime ore del mattino, quando i rifugiati sgomberati dal palazzo di via Curtatone reagiscono all'ordine di liberare i giardini di piazza Indipendenza, lanciando oggetti contro le forze dell'ordine comprese bombole del gas, come testimoniato dai video resi pubblici dalla questura di Roma e diffusi da tutti i mezzi d'informazione. Episodi per cui già sono stati eseguiti quattro arresti. Dispersi con idranti e manganelli,, costretti a lasciare i loro averi sulla piazza liberata dalla loro presenza, in quel momento i manifestanti non sembrano rappresentare un pericolo per l'incolumità delle forze dell'ordine

Le scuse di Stefano Esposito: "Riconosco che è una bufala"

"La fonte come vedi riconosce che è una bufala. Quindi prendo atto e mi scuso convinto che anche lui sia stato tratto in errore", alla fine Stefano Esposito in nottata riconosce l'errore e la non verificabilità della notizia diffusa in mattinata. "Avendo fiducia nella persona che mi aveva inviato la cosa ho atteso suo messaggio Come vedi non scappo dalle responsabilità", ha spiegato su Twitter.

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Giornalista pubblicista e capo area della cronaca romana di Fanpage.it. Ho collaborato prima prima di arrivare a Fanpage.it su il manifesto, MicroMega, Europa, l'Espresso, il Fatto Quotidiano. Oltre che di fatti e politica romana mi occupo di culture di destra e neofascismi. Ho scritto per i tipi di Edizione Alegre "La politica della ruspa. La Lega di Salvini e le nuove destre europee" (2015) e per Fandango Libri "Fascismo Mainstream" (2021).
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