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Opinioni

Dal trionfo alla crisi: i primi 3 mesi di Virginia Raggi sindaca di Roma

Virginia Raggi: dal trionfo alla crisi. Una ricostruzione passo dopo passo dei fatti che hanno portato sull’orlo dell’implosione il governo del Movimento 5 stelle a Roma.
A cura di Valerio Renzi
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Il 23 giugno del 2016 Virginia Raggi si insedia ufficialmente in Campidoglio dopo aver battuto al ballottaggio il candidato del Partito democratico Roberto Giachetti 67,15 a 32,85. Un risultato storico che ha portato il Movimento 5 stelle al governo della città dopo lo tsunami mafia capitale. Una vittoria gravida di attese e aspettative: la prima sfida di governo importante per il M5s chiamato a governare una città in difficoltà su mille fronti, dalla corruzione ai trasporti e i rifiuti.

Il raggio magico

Ma le prime tensioni si registrano già nelle prime settimane di governo sulle nomine della giunta e dello staff della sindaca. Virginia Raggi vuole il suo fedelissimo, anche lui ex consigliere uscente, Daniele Frongia come capo di gabinetto e Raffaele Marra, già in Campidoglio con Alemanno e alla Pisana, come vice. Una scelta quest'ultima che attira le critiche di tanti fuori e dentro il M5s. La nomina viene approvata e poi ritirata: Frongia non può fare il capo di gabinetto secondo la legge Severini, così si cerca un sostituto. Dopo aver silurato l'ex assessore al Bilancio di Marino Daniela Morgante la scelta cade sul giudice di Cassazione Carla Maria Raineri, mentre Frongia diventa vicesindaco. Si andrebbe così a costituire il così detto "raggio magico". Tensioni anche con il "minidirettorio romano", abbandonato da Roberta Lombardi.

Il caso stipendi

In agosto scoppia un nuovo caso, quello dei compensi per assessori e staff. Ad aprire la questione quei 193.000 euro di stipendio annuo accordati a Carla Maria Raineri. Un compenso in linea con il suo stipendio da magistrato, ma che fa storcere il naso a molti. A far discutere anche lo stipendio triplicato al dirigente comunale Salvatore Romeo, nominato capo della segreteria politica, il cui compenso balza da 40.000 a 120.000 euro l'anno. A non andar giù alla base grillina anche la nomina di Andrea Mazzillo, a capo dello staff con 90.000 euro di stipendio annuale, già candidato con il Partito democratico. Sotto la lente d'ingrandimento anche le scelte del vicesindaco Frongia: troppo esoso il suo staff che vede l'ex compagno di lavoro all'Istat Eric Sanna e l'avvocato, di cui è stato cliente, Paolo Saolini, retribuiti con 88.000 euro annui.

Le dimissioni di Minenna e Raineri

Le tensioni esplodono all'improvviso il 1 settembre quando il capo di gabinetto Carla Maria Raineri e l'assessore al Bilancio Marcello Minenna annunciano di aver rassegnato le dimissioni la sera prima. La sindaca tenta di giocare d'anticipo e nel cuore della notte pubblica un post su Facebook in cui spiega di aver chiesto all'Anac un parere sulla regolarità della nomina di Raineri. La mossa viene interpretata come il tentativo di mettere alla porta le figure dell'amministrazione più autonome e lontane dall'entourage della sindaca. Il dito viene puntato contro Raffaele Marra. A catena arriva l'addio dei vertici di Atac, lasciano il dg Marco Rettighieri e l'amministratore unico Armando Brandolese. Anche Alessandro Solidoro, nominato ai vertici dell'Ama dalla stessa maggioranza pentastellata, rassegna le dimissioni. Preoccupati per la situazione romana i vertici del M5s, l'unico ad esprimersi è Luigi Di Maio che parla di un attacco dei poteri forti.

La nomina di De Domicis indicata dallo studio Sammarco?

Seguono giorni convulsi in cui si rincorrono le ricostruzioni. Più volte Paolo Berdini e Luca Bergamo, rispettivamente assessore all'Urbanistica e alla Cultura sono dati per pronti ad abbandonare la nave. Virginia Raggi tenta di cambiare pagine con la nomina di Raffaele De Dominicis come nuovo assessore al Bilancio, mentre promette maggiore collegialità nelle scelte future, in un'intervista al Corriere della Sera e in un video in cui si rivolge direttamente ai romani spiega cosa è accaduto e ridimensiona il peso delle dimissioni. Ma è lo stesso De Dominicis a rinfocolare le polemiche quando, in un'intervista del 5 settembre, ammette candidamente che il suo nome alla sindaca è stato fatto dallo studio Sammarco dove Raggi ha lavorato.

Paola Muraro sotto inchiesta: il peso dei silenzi

Neanche il tempo di sostituire tutti i dimissionari tra il Campidoglio e le municipalizzate che scoppia come una bomba l'inchiesta che vede coinvolta l'assessora all'Ambiente Paola Muraro. Per 12 anni consulente di Ama Paola Muraro è indagata per abuso in atti d'ufficio e violazione della normativa ambientale. Raggi difende il suo assessore e attacca: "Vogliamo vedere la carte". Davanti alla commissione parlamentare sulle Ecomafie emerge come Muraro sia indagata dallo scorso aprile e come ne fosse a conoscenza dal luglio, quando aveva informato anche la sindaca che a sua volta ne aveva messo al corrente i membri del direttorio romano Paola Taverna e Stefano Vignaroli. Un'email resa pubblica il 7 settembre dimostrerebbe come dell'inchiesta fosse a conoscenza anche il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio. Silenzi che pesano su uno degli slogan su cui si è basato i successo del M5s: la trasparenza.

L'aut-aut del direttorio

Il caso romano diventa inevitabilmente un caso nazionale: la sera di martedì 6 settembre si incontrano i vertici del Movimento 5 stelle. Ecco l'aut aut posto a Virginia Raggi: via Marra, Romeo, De Dominicis e Muraro. “Il MoVimento è più importante di Virginia Raggi, la partita che stiamo giocando va oltre Roma. O lei queste cose le capisce oppure siamo pronti ad arrivare allo show-down”, questo il messaggio che arriva dal direttorioIl giorno successivo nella capitale arriva Beppe Grillo che incontra i vertici del M5s. Poi la mossa a sorpresa per ribadire che il MoVimento è unito: tutti insieme sul palco di Nettuno dopo Alessandro Di Battista chiude il suo tour "Costituzione coast-to-coast". Ovviamente senza Virginia Raggi.

Muraro resta, via Marra

In un video pubblicato sul sito di Beppe Grillo è la sindaca che sblocca la situazione. Prima difende l'operato della sua giunta e di Paola Muraro, ribadendo la richiesta di leggere le carte dell'inchiesta, poi annuncia cambiamenti nella macchina amministrativa e la rimozione di Raffaele Marra "che sarà destinato ad altro incarico". Se il destino di Marra viene segnato nel testo del post, nelle dichiarazioni video non ce ne è però traccia.

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Giornalista pubblicista e capo area della cronaca romana di Fanpage.it. Ho collaborato prima prima di arrivare a Fanpage.it su il manifesto, MicroMega, Europa, l'Espresso, il Fatto Quotidiano. Oltre che di fatti e politica romana mi occupo di culture di destra e neofascismi. Ho scritto per i tipi di Edizione Alegre "La politica della ruspa. La Lega di Salvini e le nuove destre europee" (2015) e per Fandango Libri "Fascismo Mainstream" (2021).
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