Ha sparato diversi colpi di arma da fuoco, poi ha aspettato che la polizia lo venisse a prendere. Fabio Gaudenzi, estremista di destra ed ex leader del gruppo ultras della Roma Opposta Fazione, vicinissimo a Massimo Carminati con cui è stato condannato nel processo Mafia Capitale, si è consegnato alla polizia. Promette di raccontare la verità sull'omicidio di Fabrizio Piscitelli, Diabolik, il leader degli Irriducibili della Lazio ucciso lo scorso 7 agosto con un colpo alla nuca nel parco della Caffarella. In due video, molto diversi tra loro come abbiamo raccontato, il primo postato su YouTube il secondo rimbalzato su WhatsApp forse non destinato al diventare pubblico, Gaudenzi spiega la sua scelta.
Si identifica prima di tutto con la fede politica, si dice prima di tutto fascista e lancia un messaggio chiaro: parlerà dell'omicidio di Diabolik e svelerà chi sono i mandanti, ma non tradirà il suo ex capo Massimo Carminati e non tradirà i "camerati". Gaudenzi diventerà sì un'infame ma solo per salvarsi la vita: con le spalle al muro, decide di consegnarsi per salvarsi forse dagli stessi che hanno ucciso Diabolik. Così giustifica la sua scelta nel secondo video: "Oggi primo settembre 2019 è un giorno davvero speciale, prima di tutto perché tra pochi minuti inizierà il derby e per uno come me non ha più nessun valore. Oggi per la prima volta allo stadio non ci sarà Fabrizio Piscitelli e per chi sa è un segnale importante, perché prima di essere un trafficante di droga, un grande ultras e un vero amico, Diabolik era prima di tutto un camerata, l'ultimo, insieme a me, del gruppo storico dei fascisti di Roma Nord. Tra poche ore finirà tutto, mi sto consegnando alla Polizia di Stato, io, Fabio Gaudenzi, dopo 30 anni ho deciso di arrendermi, visto che sono rimasto solo. Tutti i miei amici sono morti o in galera: è per questo che ho deciso di fare tutto questo".
Chi sono i camerati di Roma Nord di cui parla Fabio Gaudenzi
Chi sono i camerati di Roma Nord lo dice invece nel primo filmato. Oltre a lui e Piscitelli, c'è ovviamente Carminati. Ci sono poi Maurizio Boccacci, leader dei gruppi dell'estrema destra più oltranzista, negazionista, antisemita e suprematista, in prima fila fuori il Divino Amore per i funerali di Diabolik; Elio Di Scala detto Kapplerino, a capo di una banda di neofascisti e rapinatori morto in uno scontro a fuoco nel 1994; Riccardo Brugia, anche lui vicinissimo a Carminati e condannato nel processo Mafia Capitale; i fratelli Luca Carroccia, morto suicida in carcere, e Fabrizio Carroccia ‘Er Mortadella' anche lui elemento di primo piano della Curva Sud.
Di chi ha paura Fabio Gaudenzi?
Lancia accuse Gaudenzi, minacce di vendetta ed elenca tutta una serie di nomi di persone che in passato hanno testimoniato o hanno arrecato danno a Massimo Carminati. Addirittura riporta la stessa linea difensiva portata da Carminati nelle aule di giustizia, rifiutando l'etichetta di mafioso: "Noi non siamo mafiosi, ma siamo fascisti, lo siamo sempre stati e lo saremo sempre. A Massimo Carminati la mafia fa schifo, la droga fa schifo e anche a me fa schifo tutto questo, ma ne parleremo presto". Il messaggio è tutto per il Cecato: i tuoi segreti con me sono al sicuro, sembra dirgli Gaudenzi. Ma non è solo di lui che ha paura Gaudenzi. Ma chi è che vuole eliminarlo allora tanto da spingerlo a consegnarsi, a diventare un infame? Un indizio potrebbe arrivare dalla richiesta di parlare con Nicola Gratteri, procuratore capo a Catanzaro, magistrato noto per le sue inchieste contro la ‘ndrangheta.