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A Roma siamo messi male, ma non siamo così disperati da chiedere aiuto a Francesco Rutelli

L’ex sindaco di Roma, attualmente presidente dell’ANICA, ha annunciato la volontà di dare vita a una “Scuola di servizio civico” per formare la futura classe dirigente della città. Ma perché dovremmo chiedere aiuto a chi ha messo le basi per la crisi della capitale per risolvere i suoi problemi?
A cura di Valerio Renzi
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Francesco Rutelli ha annunciato che organizzerà nei prossimi mesi  “Scuola di servizio civico” per formare la nuova classe dirigente della città. Una master class d'eccellenza rivolta ad amministratori, aspiranti tali e tecnici, per risolvere i problemi di Roma e fermarne il declino. Il presidente di ANICA (Associazione nazionale industrie cinematografiche audiovisive e multimediali) a un anno e mezzo dalle elezioni nella capitale, si propone così di tornare a giocare un ruolo nella partita. Già sindaco di Roma per due volte – dal 1993 al 2001 – nel 2008 tentò la rielezione venendo sconfitto da Gianni Alemanno, e ora Rutelli non è di certo intenzionato a tentare nuovamente la corsa al Campidoglio, quanto a dire la sua.

È vero che Roma è messa male, ma non è certo di Francesco Rutelli che abbiamo bisogno. Vorrebbe dire infatti essere davvero disperati per affidarsi a chi ha governato la città negli anni in cui si sono messi i presupposti per l'attuale crisi della capitale. Il "modello Roma" degli anni ruggenti del centrosinistra, basato su uno sviluppo e una crescita urbanistica incontrollata e i grandi eventi, nato con Rutelli e consolidato negli anni di Veltroni. Gli anni della crescita della città e del suo indebitamento, di una crescita trasformatasi poi nell'esplosione di una bolla,. Gli anni in cui non si sono risolti i problemi strutturali di Roma che ci hanno consegnato oggi una città diseguale, dove i mezzi pubblici sono al collasso e non è stato ancora costruito un ciclo dei rifiuti alternativo al modello della discarica. Chi non ha problema a riconoscerlo è ad esempio Walter Tocci, da assessore protagonista della stessa stagione politica, che però non ha mai smesso di occuparsi della città.

Un'iniziativa quella della Scuola, che Rutelli vuole mettere a disposizione di tutte le forze politiche: "Chiunque governerà Roma non potrà essere una persona sola al comando. Sarebbe garanzia d'insuccesso. Chi sarà sindaco dovrà avere con sé e mettere al lavoro almeno cento persone, dotte di competenza, di rappresentatività e di passione”. Comodo nella sua posizione di potere sulla poltrona dell'ANICA, l'ex segretario dei Radicali, poi leader dei Verdi e ancora dopo della Margherita, intanto con sicurezza si riposiziona a destra, quanto più lontano da Zingaretti e strizzando l'occhio magari a qualche progetto centrista: "Alcuni contenuti di Salvini possono essere condivisi. Se la sinistra non regola i flussi migratori finirà per perdere tutto”, ripetendo con sicurezza la che “la grande criminalità si annida lì", nei barconi che attraversano il Mediterraneo.

Piuttosto che a Francesco Rutelli, per risolvere i problemi della città, ci si potrebbe rivolgere agli assistenti sociali e i dirigenti dei servizi ogni giorno in trincea. A quella classe dirigente diffusa tra associazioni e comitati che conosce a fondo i problemi dei territori e della città. E ancora gli attivisti che si occupano dell'emergenza casa e i giovani ricercatori che a Roma hanno dedicato studi e passione. Di loro Roma ha bisogno.

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Giornalista pubblicista e capo area della cronaca romana di Fanpage.it. Ho collaborato prima prima di arrivare a Fanpage.it su il manifesto, MicroMega, Europa, l'Espresso, il Fatto Quotidiano. Oltre che di fatti e politica romana mi occupo di culture di destra e neofascismi. Ho scritto per i tipi di Edizione Alegre "La politica della ruspa. La Lega di Salvini e le nuove destre europee" (2015) e per Fandango Libri "Fascismo Mainstream" (2021).
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