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Mafia Capitale, Buzzi rimane in carcere Mancini torna in libertà

Il Riesame conferma la custodia in carcere per Salvatore Buzzi e Giovanni De Carlo, torna in libertà Riccardo Mancini. La Guardia di Finanza ha eseguito questa mattina un maxi sequestro di beni pari a 100 milioni di euro ai danni di Cristiano Guarnera, imprenditore di romano arrestato nell’inchiesta su Mafia Capitale.
A cura di Valerio Renzi
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E' arrivato questa mattina il pronunciamento del Tribunale del Riesame sulle misure cautelari per molti degli indagati dell'inchiesta su Mafia Capitale. Confermata la custodia cautelare in carcere con l'aggravante di associazione mafiosa per Salvatore Buzzi, il ras delle cooperative, per Giovanni De Carlo, il delfino del boss Massimo Carminati, e per altri nove indagati. Torna invece in libertà Riccardo Mancini, l'ex ad dell'Ente Eur già coinvolto nell'inchiesta per le tangenti sui filobus. Ai domiciliari invece Giovanni Fiscon, ex direttore generale di Ama la cui nomina, secondo quanto emergerebbe dalle intercettazioni, sarebbe stata pilotata dalla cricca. Per lui è caduta anche l'aggravante del metodo mafioso. Domiciliari anche per Emanuela Bugitti, mentre Raniero Lucci, che era ai domiciliari, ha l'obbligo di presentazione quotidiana ai carabinieri.

Luciano Moneta Caglio, avvocato di Riccardo Mancini, ha dichiarato a Sky Tg 24: "Ritengo che il Tribunale del Riesame abbia valutato l'insussistenza degli elementi a carico dell'ingegner Mancini. Attendiamo le motivazioni, ma il ruolo di Mancini è ben diverso da quello delineato dal Gip". Le intercettazioni bisogna leggerle tutte – ha risposto il legale a una domanda su quelle che riguardano Mancini, considerato uomo di fiducia di Massimo Carminati -. Non si possono solo estrapolare delle parti". Alla domanda se Mancini sia stato liberato perché sta collaborando, Moneta Caglio ha risposto: "L'ingegner Mancini in sede di interrogatorio di garanzia si è avvalso della facoltà di non rispondere".

Yacht, terreni e immobili: maxi sequestro di beni per 100 milioni di euro

La Guardia di Finanza ha eseguito questa mattina un maxi sequestro di beni pari a 100 milioni di euro ai danni di Cristiano Guarnera, imprenditore di romano arrestato lo scorso due dicembre nell'ambito dell'inchiesta su Mafia Capitale. Per gli investigatori l'uomo era parte integrante del sistema che vedeva al vertice Massimo Carminati, a il quale Guarnera avrebbe messo a disposizione le sue imprese edili. In particolare le fiamme gialle sotto gli ordini della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Roma, hanno sequestrato le quote societarie, il capitale sociale e il patrimonio aziendale (ivi comprese le disponibilità finanziarie) di diverse società facenti capo a Guarnera tutte con sedi a Roma. Si tratta della Edilizia Piera Srl, di via F. Jorini 13; dell'Immobiliare Torre Argentata Costruzioni Srl, in viale Parioli 76; della Verdepamphili Srl, in Viale Parioli nr. 76; della Igma Costruzioni, in via Ventotene 18 e del  gruppo immobiliare Universo Srl, in via Zara 23. Sotto sequestro anche uno yacht di 14 metri, dieci tra moto e macchine, ma soprattutto 178 immobili e tre terreni tra Roma, Sacrofano e Mentana, Villarica (provincia di Napoli) e Pordenone.

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