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“Giovannone”, il delfino ribelle di Carminati tra vip e lusso

Ama la bella vita e il locali alla moda Giovanni De Carlo (nella foto immortalato con Belen), sarebbe lui il delfino di Massimo Carminati, così potente da poter dire di no allo stesso boss di Mafia Capitale. Tra le sue frequentazioni anche Teo Mammuccari e Gigi D’Alessio.
A cura di Valerio Renzi
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"Giovannone", al secolo Giovanni De Carlo, è il giovane rampante della Mafia Capitale consegnatosi ieri mattina nelle mani dei Ros a Fiumicino. Classe 1975 Giovannone, incensurato e per il fisco nullatenente, sarebbe uno degli eredi del Cecato. Talmente potente che il vecchio cassiere della Banda della Magliana Ernesto Diotallevi, in una delle intercettazioni, così risponde al figlio Leonardo che gli chiedi chi è il boss dei boss della città: "Teoricamente sò io… materialmente conta Giovanni". De Carlo non teme i riflettori come Carminati, ama la mondanità e il lusso, conosce i vip e frequenta i locali alla moda come testimonia la foto resa pubblica da il Messaggero dove posa in compagni di Belen. Tra le altre frequentazioni di De Carlo c'è Teo Mammuccari, intercettato mentre chiede al boss sostanze dopanti e Gigi D'Alessio, che lo chiama subito dopo aver ritrovato il suo appartamento svaligiato.

Giovannone non ha nulla del pedigree della vecchia mala romana, gira in Ferrari e ostenta il denaro, tanto che il suo avvocato dovrà gli dirà di fare più attenzione: "Allora tu, la Ferrari, non la devi toccà….e te devi anche trovà un lavoro".  Giovannone era cresciuto all'ombra di Carminati, una propaggine del suo braccio destro Riccardo Brugia. Eppure tra il vecchio boss e il giovane delfino i rapporti si sarebbero incrinati, tanto che De Carlo si sarebbe reso sempre più indipendente e insofferente.

A testimoniare i rapporti deteriorati tra il Cecato e Giovannone le parole di Fabio Gaudenzi (uno dei duri di Mafia Capitale): "Non gira più perché hanno questionato". "Quando c'è da guadagnà, guadagna lui, quando c'è da…il problema è un problema di tutti", dice Gaudenzi riferendosi a Carminati in una successiva conversazione con De Carlo che nel frattempo è "cresciuto e non più un ragazzino", ma che soprattutto non vuole più sottostare al giogo di Carminati: "Non vuoi stà più – dice Gaudenzi a Giovannone – sotto la cappella di Carminati. E infatti. Giovà non è che sei uno non noto! Tu sei notissimo".

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