
Dagli strali contro la casta ai palazzi del potere. Virginia Raggi nel ruolo istituzionale che ormai ricopre, primo cittadino della Capitale del paese, ci dovrà fare l'abitudine a incontrare ministri, porporati e capitani d'industria, anche se nel suo lavoro gli deve essere capitato più di una volta. Viceversa anche uomini e donne di potere si dovranno abituare alla sua presenza.
Ieri, al primo impegno istituzionale della neosindaca, impegnata nella Basilica di San Giovanni in una cerimonia dedicata agli uomini e alle donne a lavoro nelle celebrazioni dell'Anno Giubilare, il cammino di Virginia Raggi, per la prima volta con la fascia tricolore al collo, ha incrociato quello di ben tre ministri del Governo di Matteo Renzi. Angelino Alfano, Maria Elena Boschi e Marianna Madia che, dal racconto di cronache e immagini, hanno ignorato deliberatamente Virginia Raggi. Una circostanza smentita dalle parti del Partiti democratico, con la diffusione di una foto in cui la ministra Boschi stinge la mano a Virginia Raggi.
E se la stretta di mano è incontrovertibile rimane la freddezza, distanza da entrambe le parti. Occhiate furtive e torve. Altro che cortesia e galateo istituzionale, come si converrebbe in una simile occasione. E se la sindaca Raggi sembra a disagio con Boschi e Alfano, come se una stretta di mano provocasse la trasmissione di qualche virus da contagio, fosse in se portatrice di corruzione e di assimilazione alla tanto contestata "classe politica", dall'altra i ministri del Governo guardano con circospezione la vincitrice, come se ignorarla rimuovesse la batosta presa dal Partito democratico a Roma.
Si dovranno abituare i "vecchi politici" ai "nuovi". E il Movimento 5 stelle dovrà invece abituarsi ad assumere una nuova postura istituzionale, creare una nuova immagine di governo, lontana anche dai toni e dai modi dell'opposizione parlamentare. Saprà farlo senza snaturare il messaggio di "essere un'altra cosa", che ha conquistato i cittadini? Il cammino di Virginia Raggi a Roma e di Chiara Appendino a Torino ce lo racconteranno presto.

