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Virginia Raggi e l’orgoglio antifascista del 25 aprile contro gli attacchi di Matteo Salvini

Al contrario di altri esponenti del Movimento 5 stelle Virginia Raggi ha sempre manifestato con orgoglio il suo antifascismo e si trova a suo agio sul palco con i partigiani dell’Anpi. Mentre per Matteo Salvini il 25 aprile è un derby oggi la sindaca di Roma ha dichiarato: “La Resistenza non è soltanto un ricordo. È la capacità di opporsi ogni giorno alle ingiustizie e alle prepotenze”
A cura di Natascia Grbic
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Virginia Raggi e Matteo Salvini non passa giorno senza che se ne dicano tutti i colori.  Attacchi a mezzo stampa, dichiarazioni al vetriolo rilasciate ogni volta che ne hanno l'occasione, sparate via social network. Ma prima che sul ‘Salva Roma' e sulla capacità di Virginia Raggi di amministrare la capitale, Salvini e la sindaca si sono scontrati su un altro tema: quello dell'antifascismo. Tra i politici del Movimento 5 Stelle, Raggi si è distinta in questi anni per aver manifestato orgogliosamente il suo antifascismo, con toni molto diversi da quelli di molti suoi colleghi di partita, mostrando di trovarsi sempre a suo agio sul palco con i partigiani dell'Anpi il 25 aprile. Matteo Salvini, invece, ha fatto sapere che lui – a quello che reputa solo un derby tra fascisti e comunisti – non ci sarà.

A testimoniare l'antifascismo un po' sanguigno della sindaca, la reazione registrata nel salotto di Bruno Vespa quando, informata in diretta dal conduttore che il Movimento 5 stelle aveva approvato in Campidoglio un ordine del giorno di Fratelli d'Italia per dedicare una via a Giorgio Almirante, era andata su tutte le furie. "Non ci sarà nessuna strada", aveva dichiarato imponendo la retromarcia ai suoi che – un po' confusi – non avevano capito a chi esattamente stavano dedicando una strada della città. Non solo: per ribadire il concetto, Raggi ha invitato in aula Giulio Cesare i vertici dell'Anpi e  inserito i valori antifascisti nello statuto di Roma Capitale.

Una posizione netta anche su CasaPound: lo sgombero dell'occupazione di via Napoleone III è stata una delle poche occasioni in cui Partito Democratico e Movimento 5 stelle hanno votato insieme in Assemblea Capitolina. Recentemente è tornata sull'argomento con una stilettata proprio a Matteo Salvini, spiegando che se fosse lei sulla poltrona del Viminale la prima cosa che farebbe sarebbe propio sgomberare il movimento di estrema destra. "Se invece di cambiarsi le felpe andasse a lavorare sarebbe meglio – ha detto nello studio di Piazza Pulita – Se mi desse la felpa da ministro degli Interni per un giorno andrei a sgomberare Casapound. È una delle prime cose che potrebbe fare: iniziasse a fare il ministro dell'Interno".

Raggi: "La Resistenza non è soltanto un ricordo"

Mentre la Lega e il resto della destra italiana vivono ogni anno con fastidio l'arrivo della Festa della Liberazione e i leader del Movimento 5 stelle sembrano non sapere bene come muoversi, Raggi non ha paura di perdere consensi su un tema considerato "divisivo" dai vertici del M5s per il proprio elettorato che pesca a destra e sinistra. "È un grande onore per Roma – ha detto la sindaca oggi alla cerimonia che ha assegnato la Medaglia d'Oro alla città per la lotta al nazifascismo – la Resistenza non è soltanto un ricordo. È la capacità di opporsi ogni giorno alle ingiustizie e alle prepotenze". E in occasione della Festa della Liberazione, Virginia Raggi ha organizzato una cerimonia unitaria in Campidoglio tra alcuni rappresentanti dell'Anpi e della Comunità Ebraica, che lo scorso anno erano stati in piazze separate.

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Giornalista dal 2013, redattrice alla cronaca di Roma di Fanpage dal 2019. Ho lavorato come freelance e copywriter per diversi anni, collaborando con vari siti, agenzie di comunicazione e riviste. Laureata in Scienze politiche all'Università la Sapienza, ho frequentato nel 2014 la Scuola di giornalismo della Fondazione Lelio Basso.
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