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Il ministro Giovanni Tria blocca lo sgombero di Casa Pound

Il ministro dell’Economia e delle Finanze del governo Conte, Giovanni Tria, ha risposto alla mozione presentata dal Campidoglio dove si chiedeva di sgomberare Casa Pound. Per il Mef, non c’è priorità nello sgombero dei militanti di estrema destra, che potranno rimanere ancora nella sede di via Napoleone III.
A cura di Natascia Grbic
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Non sarà sgomberata la sede romana di Casa Pound in via Napoleone III, nel quartiere Esquilino, a due passi dalla multietnica piazza Vittorio. Questa la conclusione di Giovanni Tria, ministro dell'Economia e delle Finanze del Governo Conte. Il dicastero ha fatto recapitare ieri una lettera al Campidoglio dopo che Virginia Raggi aveva richiesto – in seguito a una mozione presentata dal Pd e approvata grazie ai voti del M5s – di liberare lo stabile occupato dai militanti di estrema destra nel 2003. Secondo il Mef non c'è priorità di sgombero perché il palazzo di Casa Pound non è a rischio crollo e non ha problemi igienici. Prima di Casa Pound, infatti, sono 22 gli stabili di cui il Viminale si vuole riappropriare: Casa Pound non è tra questi, può rimanere ancora in mano agli occupanti. Ma c'è un altro problema: quando i militanti di estrema destra sono entrati nel palazzo di via Napoleone III, nessuno al Miur ha firmato la querela per denunciare l'occupazione abusiva. E così, nessun processo nei loro confronti è partito dalle sedi istituzionali cui lo stabile era stato affidato.

La lettera di Virginia Raggi a Giovanni Tria

Virginia Raggi aveva scritto una lettera a Giovanni Tria chiedendo di sgomberare Casa Pound dallo stabile di via Napoleone III. La decisione era stata presa dopo che il Pd ha presentato una mozione chiedendo di mandare via i militanti dal palazzo. A motivare l'iniziativa, il consigliere dem Giovanni Zannola: "Non è tollerabile che Casapound possa protrarre la propria occupazione in un edificio di pregio per svolgere attività che alimentano un clima di tensione in città, rifacendosi alle ideologie fasciste e alle politiche di Benito Mussolini, violando le normative che non consentono tali comportamenti". Approvata a maggioranza grazie anche ai voti favorevoli del M5s, il Campidoglio ha quindi scritto al Mef. Ricevendo risposta negativa.

Matteo Salvini sullo sgombero di Casa Pound: "Non è una priorità"

Già il ministro dell'Interno Matteo Salvini si era pronunciato sul caso, anticipando di fatto la linea tenuta da Tria: "Si comincia dalle situazioni più pericolose per instabilità delle strutture  e dove ci sono richieste di sequestro giudiziario in corso". Nel 2015 Casa Pound aveva dato vita alla sigla Sovranità, in appoggio a Matteo Salvini. "Insieme ad altri esponenti del centrodestra abbiamo deciso di aggregare tutta un mondo politico che guarda a Salvini e al suo progetto per il recupero della sovranità nazionale e il rifiuto degli eurocrati", aveva spiegato Simone Di Stefano, vicepresidente di Cp. E, sempre nel 2015, i militanti di estrema destra avevano partecipato con le loro bandiere alla prima manifestazione di Salvini a Roma. Successivamente la rottura e la scelta di andare da soli alle elezioni.

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