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Virginia Raggi debutta come sindaca di Roma: da domani arriva il bello

Debutto in aula per la sindaca Virginia Raggi e il debutto di 27 consiglieri grillini al primo giorno di scuola. Un racconto dalla prima seduta dell’Assemblea Capitolina nell’era Raggi. Dopo i festeggiamenti, da domani arriva il bello con la sfida più grande per il M5s: governare Roma.
A cura di Valerio Renzi
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In aula Giulio Cesare il pubblico delle grandi occasioni. Dall'ingresso ufficiale si entra solo con l'accredito fornito dei consiglieri. Seduti, in prima fila, parenti e amici. Macchina, fotografica e cellulare in mano, in molti con il vestito buono, come se si trattasse di una comunione. I giornalisti passano per la sala dellaProtomoteca, dove sono montati dei maxi schermi. "Non si entra tutti", ma dopo un po' di parapiglia con i vigili alla fine, pressati come sardine, si riesce a entrati tutti. Marcello De Vito, Mr. Preferenze, siede con sicurezza allo scranno del presidente dell'aula. Sotto di lui Virginia Raggi, fascia tricolore e abito blu, gli stringe calorosamente la mano come a voler mettere a tacere davanti a tutti, amici e nemici, i retroscena di gelosia e lotte di correnti all'interno del M5s romano.

Come a fare da contraltare a un'aula stracolma, piazza del Campidoglio è invece desolatamente vuota. Si supera il cordone di poliziotti posti all'ingresso solo se si è palesemente dei turisti, oppure mostrando inviti e tesserini della stampa. Oltre i celerini disposti in fila, un centinaio di manifestanti: sono i lavoratori dei canili comunali di Roma, da 60 giorni in autogestione, che manifestano assieme alla rete "Decide Roma" e ai lavoratori di altri servizi esternalizzati del comune, come il settore dell'accoglienza. Chiedono l'internalizzazione, certezza nei pagamenti e maggiori sicurezze per il loro lavoro. All'ombra del Marco Aurelio compaiono anche una decina di supporter del Movimento, con tanto di bandiere in mano. Subito vengono invitati ad allontanarsi: oggi non c'è spazio per nulla al di fuori della liturgia istituzionale.

Al centro del semiciclo siedono in prima fila le personalità istituzionali della città, subito dietro il direttorio del M5s romano e nazionale. Tutto lo stato maggiore pentastellato a godersi la vittoria, ma anche a rendere visibile come a decidere sul futuro lavoro dell'amministrazione non sarà Virginia Raggi da solo. Taverna, Lombardi, Fico e tutti gli altri che si muovono con una disinvoltura ormai consolidata rubando la scena a quei 27 consiglieri pentastellati al loro primo di giorno. E come deve essere per degli studenti pronti ad apprendere stanno per lo più seduti composti sul banco, non si alzano e partecipano solo marginalmente al chiacchiericcio. Siedono, come preannunciato, sui banchi di sinistra.

Accanto ai nuovi arrivati, i sette consiglieri del Pd e Stefano Fassina, eletto per la sinistra. Tra le due parti c'è poco cameratismo ancora, ci si guarda da vicino, qualche stretta di mano formale ma nulla di più. Roberto Giachetti, che ha rinunciato allo stipendio ma ha deciso di non rinunciare al doppio incarico rimando in consiglio comunale, si sventola e guarda il cellulare Giorgia Meloni passa a salutare l'ex sfidante del Partito democratico, mentre Alfio Marchini siede dalla parte opposta in un lungo conciliabolo con il braccio destro Onorato. Molto più attiva la capogruppo dem Michela De Biase, che fa su e giù tra gli scranni, consulta e riunisce i suoi.

Ma Virginia Raggi ruba di nuovo la scena a tutti, mentre si vota per i segretari d'aula e i consiglieri vengono chiamati uno ad uno, il capolavoro della disintermediazione: chiama il figlio di otto a sé, che passa la balaustra e finisce nelle braccia della madre che lo porta, tra flash e telecamere, a sedersi sullo scranno del sindaco. Poi c'è tempo anche per un gelato al bar del Campidoglio. La sindaca passa con disinvoltura dalla compostezza istituzionale a rassicuranti e quotidiani siparietti familiari.

"Ricordiamoci sempre da dove siamo partiti: siamo cittadini e tra i cittadini dobbiamo rimanere, girando per la città parlando ai romani, riavvicinando finalmente la politica alle persone!". Così ha chiuso il suo discorso la sindaca: da domani arriva il bello, da domani non basteranno le parole.

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Giornalista pubblicista e capo area della cronaca romana di Fanpage.it. Ho collaborato prima prima di arrivare a Fanpage.it su il manifesto, MicroMega, Europa, l'Espresso, il Fatto Quotidiano. Oltre che di fatti e politica romana mi occupo di culture di destra e neofascismi. Ho scritto per i tipi di Edizione Alegre "La politica della ruspa. La Lega di Salvini e le nuove destre europee" (2015) e per Fandango Libri "Fascismo Mainstream" (2021).
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