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Tmb Salario, ancora odori nauseabondi per i cittadini: “Dopo l’incendio immondizia sta marcendo”

A dieci giorni dall’incendio che ha devasto il Tmb Salario, continua la preoccupazione dei residenti costretti a vivere un’emergenza infinita: dalla montagna di rifiuti indifferenziati che stanno marcendo arriva un odore nauseabondo. Comitati e III Municipio chiedono tempi e impegni certi per la messa in sicurezza e la bonifica dell’area.
A cura di Valerio Renzi
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Se l'emergenza rifiuti sembra scongiurata per le feste di Natale, nonostante la raccolta in molte zone della città sia affaticata, l'emergenza per i cittadini che vivono nell'area attorno al Tmb Salario sembra non dover finire mai. Dopo l'incendio dello scorso 11 dicembre che ha divorato tonnellate d'immondizia, con le ceneri che hanno fumato e covato per una settimana riaccendendosi per giorni, i residenti sono di nuovo attanagliati da quella puzza velenosa e nauseabonda che gli ha reso la vita impossibile per giorni. A dieci giorni dall'incendio l'impianto – che non riaprirà mai più – è ancora sotto sequestro per stabilire l'origine del rogo e tonnellate di rifiuti stanno marcendo sotto un capannone, di fatto all'aria aperta. Così sono ricominciate le segnalazione di una "puzza nauseabonda"

"Preoccupa lo stato di degrado ambientale dell'area dove oggi sono sparsi almeno 2 mila tonnellate di rifiuti indifferenziati che sono in putrefazione ed emettono odori nauseabondi – denuncia il presidente del III Municipio Giovanni Caudo -. In più ci sono diverse tonnellate di FOS, il compost, non interessato dal fuoco ma chiuso in un capannone che, per non essere più alimentato dall'energia elettrica, subisce anche questo alterazioni dallo stato di abbandono. Lunedì scorso ho scritto alla sindaca e alle autorità competenti per segnalare la preoccupazione mia e della cittadinanza che quell'area a seguito del rogo si trasformi in deposito di rifiuti a cielo aperto".

Il minisindaco chiede "la messa in sicurezza immediata" e "la bonifica di quell'area" che dopo anni in cui ha scaricato le sue molestie sugli abitanti possa essere occasione di un risarcimento alla qualità della vita degli abitanti dei quartieri limitrofi ". Sì, perché anche se ormai non lavora più l'impianto rischia ancora di diventare una bomba ecologica. Anche l'assessore alla Cultura e scrittore Christian Raimo, che da anni si occupa dell'impianto accompagnando e raccontando la battaglia per la chiusura, denuncia una situazione preoccupante: "I rifiuti che erano fuori dalla fossa con una lentezza criminale sono stati portati via: puzzavano in modo tossico dopo essere stati bagnati nello spegnimento dell'incendio e per 10 giorni tutti gli abitanti hanno respirato l'aria pestilenziale. I camion ancora entrano e escono dall'impianto, per il motivo che gli operatori dell'Ama ancora si possono vestire e spogliare nel cambio turno lì. Il tmb, ha dichiarato la Raggi, è chiuso e non riaprirà; cosa accade quindi? Diventa de facto un parcheggio per i camion dell'Ama, senza che questo sia stato comunicato? Si può ricominciare a fare trasferenza magari fra poco? Sarebbe gravissimo".

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Giornalista pubblicista e capo area della cronaca romana di Fanpage.it. Ho collaborato prima prima di arrivare a Fanpage.it su il manifesto, MicroMega, Europa, l'Espresso, il Fatto Quotidiano. Oltre che di fatti e politica romana mi occupo di culture di destra e neofascismi. Ho scritto per i tipi di Edizione Alegre "La politica della ruspa. La Lega di Salvini e le nuove destre europee" (2015) e per Fandango Libri "Fascismo Mainstream" (2021).
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