Siamo ormai nel piano dell'estate, ma molti parchi di Roma continuano a versare in uno stato d'abbandono. L'erba alta non è mai stata falciata, vialetti e giochi per bambini sono spesso completamente inagibili. Una situazione ormai comune in città, e di cui ogni cittadino è a conoscenza non per sentito dire ma per esperienza diretta. A seguire assessori e consiglieri sui social network, dai municipi al Campidoglio e fino alla sindaca Virginia Raggi, sembrerebbe invece che ogni giorno si risolvono problemi e si lavora di gran lena. La verità sotto gli occhi di tutti e, non solo per quanto riguarda il verde pubblico, ma anche per la raccolta dei rifiuti e lo stato disastroso delle strade.
Così, se da una parte i cittadini postano ogni giorno centinaia di testimonianze di "degrado", tra crateri per le strade, arbusti che invadono le strade e immondizia straripante, dall'altra i rappresentanti politici rispondono con foto di operai dell'Ama o di giardinieri a lavoro. In questo modo lo sfalcio di un prato o il rifacimento di una strada diventano un successo politico e non la normalità, mentre non si riescono ad affrontare in maniera complessiva i problemi di amministrazione della città.
Avere un parco sotto casa in stato di abbandono, inagibile per andare a fare una passeggiata, andare a correre, giocare con i propri bambini, è un elemento importante nella qualità della vita di chi vive in una città come Roma. Quindi è comprensibile che i cittadini chiedano che il ‘loro' parco venga pulito e tenuto in maniera da essere fruibile. Ma compito della politica e di chi amministra un territorio dovrebbe essere quello di programmare in maniera razionale ed efficace i servizi per la città, in modo di garantire allo stesso modo i servizi ai cittadini. Succede invece troppo spesso che un'aiuola curata o una buca riempita diventino il modo per un'intera classe politica cittadina di tenere i rapporti con i cittadini, per misurare l'efficacia del loro governo. Magari allora succede che si taglia prima il prato o si aggiusta prima la strada dove tale consigliere o talaltro assessore prende più voti, o dove la cittadinanza fa sentire la sua voce, per incassare poi like e consensi.
Politici, partiti, associazioni, comitati di quartiere si dovrebbero porre un solo problema, invece di rincorrere la retorica del degrado della città: Roma ha 44 milioni di metri quadri di verde pubblico e circa 330.000 alberi, l'organico è di meno di 400 giardinieri rispetto agli 800 che servirebbero per coprire l'organico al minimo del regime. Sbloccate le assunzioni sono state contrattualizzate solo 30 persone. Intanto si tenta di trovare una soluzione mettendo a lavoro (gratis ovviamente) detenuti e rifugiati, si immagina l'utilizzo di eserciti di pecore e non si affronta l'unico problema che varrebbe la pena discutere: Roma è una città fallita nei fatti, con le casse vuote, dove l'amministrazione pubblica non è in grado di far fronte alla gestione anche materiale del territorio, e per questo la qualità della vita non fa che peggiorare con ricadute pesanti sulla coesione sociale. Discutere di servizi, verde, rifiuti non è una questione tecnica, o da ragionieri, è invece il cuore del nostro vivere insieme e di come immaginiamo la città del futuro.