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Striscione in solidarietà a Battisti: Salvini tira fuori (a sproposito) lo spettro delle Br

Per stigmatizzare uno striscione apparso a Roma in solidarietà a Cesare Battisti, il ministro dell’Interno dice che è stato “firmato con la stella a cinque punte delle Brigate Rosse”. Ma le Br non hanno nulla a che fare con i giovani attivisti che lo hanno affisso questa notte nei pressi del Colosseo.
A cura di Valerio Renzi
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Questa notte al Colosseo è apparso uno striscione che recitava "Battisti Libero", a firmarlo il collettivo ‘Noi Restiamo'. Il riferimento ovviamente è a Cesare Battisti, l'ex membro dei Pac arrestato in Bolivia dopo una lunga latitanza, prima in Francia e poi in Brasile dove aveva ottenuto asilo politico, e rientrato questa mattina in Italia dopo l'arresto compiuto dall'Interpol.

Questa sera il vicepremier e ministro dell'Interno Matteo Salvini con un post su Facebook ha commentato l'episodio parlando di uno striscione firmato "con la stella delle Brigate Rosse". "C'è ancora qualche idiota che dice ‘Beh, però ha ammazzato per motivi politici', ‘Beh, però poverino è passato tanto tempo', ‘Beh, però il carcere è disumano', ‘Beh, però l'ergastolo non è rispettoso della persona', come se questo ASSASSINO pensasse ai diritti umani mentre ammazzava. È sfuggito alla giustizia per troppi anni grazie a connivenze politiche e “intellettuali”, ora marcirà in galera. Punto", scrive Salvini.

Quel che non è chiaro è che senso abbia chiamare in causa le Brigate Rosse per una stella rossa, simbolo quanto mai comune a sinistra. A maggior ragione se lo striscione è stato siglato da una realtà che lavora pubblicamente: promuove incontri in diverse città italiane, dentro scuole e università, ha un sito internet e una pagina Facebook. Pur volendo censurare lo striscione comparso a Roma, per quanto rimane da capire il senso di un ministro dell'Interno che prende parola per stigmatizzare un fatto davvero marginale, cosa c'entrano le Brigate Rosse? Tutto questo parlare di anni '70 avrà fatto scambiare un gruppo di giovani attivisti, le cui idee non si possono condividere ma che opera alla luce del sole, con un gruppo armato e clandestino di tutt'altra stagione.

Ecco come quelli di Noi Restiamo hanno spiegato la loro posizione sul caso Battisti: "Per noi prendere parola sulla vicenda di Cesare Battisti, uomo per il quale non nutriamo particolari simpatie, significa ancora una volta chiedere l’amnistia per tutti i prigionieri di una stagione terminata, ma anche aprire oggi un dibattito sulla necessità dell’amnistia per tutti i reati legati alle lotte sociali".

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Giornalista pubblicista e capo area della cronaca romana di Fanpage.it. Ho collaborato prima prima di arrivare a Fanpage.it su il manifesto, MicroMega, Europa, l'Espresso, il Fatto Quotidiano. Oltre che di fatti e politica romana mi occupo di culture di destra e neofascismi. Ho scritto per i tipi di Edizione Alegre "La politica della ruspa. La Lega di Salvini e le nuove destre europee" (2015) e per Fandango Libri "Fascismo Mainstream" (2021).
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