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Lo sgombero dei rifugiati da Piazza Indipendenza

Seconda notte in strada per i rifugiati sgomberati. Da Sant’Egidio all’Onu: tutti contro il Comune

Seconda notte in strada per i rifugiati sgomberati da via Curtatone. In mattinata protesta pacifica in piazza Indipendenza, dopo una delegazione ha incontrato il Campidoglio. Dure critiche all’operazione sono arrivate dalla Comunità di Sant’Egidio e dall’Unchr, che chiedono alle istituzioni di trovare una soluzione in fretta.
A cura di Valerio Renzi
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Seconda notte in strada per i rifugiati sgomberati da via Curtatone. In centinaia hanno deciso di dormire con le loro cose ammassate sul marciapiede nei giardini di piazza Indipendenza, mentre le donne con i minori sono stati fatti rientrare nel palazzo dove hanno vissuto per quattro anni. Lo scorso sabato mattina le forze dell'ordine, in un'operazione coordinata di Questura e Prefettura, hanno messo in strada centinaia di persone senza dare nessuna alternativa. Si tratta di centinaia di rifugiati o richiedenti asilo del Corno d'Africa, quasi tutti protetti dal diritto internazionale e che dovrebbero beneficiare di misure d'accoglienza. Dopo lo sgombero degli ex uffici di Federconsorzi però nessuna soluzione alternativa per loro.

Le critiche di Sant'Egidio e Unchr: "Hanno diritto a protezione"

Una vera e proprio emergenza è stata creata così da un giorno all'altra nel centro di Roma. Tante le critiche arrivate all'operato di forze dell'ordine e comune di Roma, tra cui spiccano un comunicato dell'Unchr e una nota della Comunità di Sant'Egidio. "Occorre che le autorità nazionali e cittadine trovino al più presto una risposta alla situazione che si è venuta a creare, anche con soluzioni diversificate. – si legge in una nota di Sant'Egidio.  È urgente, in particolare per due motivi. Prima di tutto perché lasciare per strada centinaia di immigrati non fa altro che aumentare nella Capitale il numero di quanti – e non sono pochi – non hanno un riparo notturno o vivono in alloggi di fortuna.  In secondo luogo perché, pur nel rispetto della legalità, non è consigliabile interrompere percorsi di integrazione che erano già in corso. Occorre infatti ricordare che le persone sgomberate, in gran parte etiopi ed eritrei, non sono “irregolari”. Hanno già ottenuto, quasi tutti, il riconoscimento di rifugiati e non pochi già lavorano".

Critiche anche dall'Alto Commissariato per i Rifugiati dell'Onu (Unchr) che, oltre a criticare l'operazione di sgombero, ricorda come "si aggiunge ad un quadro già problematico. Sono infatti centinaia le persone in fuga da guerre e persecuzione in transito nella città di Roma, attualmente costrette a dormire in strada in assenza di strutture di accoglienza adeguate". "La situazione di grave di disagio e marginalità – prosegue l'Unchr – in cui vivono migliaia di rifugiati, incluse molte famiglie con bambini, in insediamenti informali ed occupazioni si protrae ormai da molti anni rendendo urgente la messa in atto di concrete strategie di intervento sociale per tali contesti".

Incontro tra rifugiati e Campidoglio: si cerca una soluzione

In tarda mattinata, dopo una protesta pacifica dei rifugiati che hanno bloccato a singhiozzo la strada esponendo striscioni e cartelli, una delegazione è stata ricevuta dall'amministrazione comunale. "Individuare le soluzioni più adeguate per le persone che occupavano l’immobile situato in via Curtatone, garantendo assoluta priorità alle fragilità: famiglie con minori, anziani non autosufficienti e disabili. E’ l’obiettivo condiviso nel corso di un incontro svoltosi oggi tra lo staff dell’assessorato alla Persona, Scuola e Comunità Solidale e una delegazione in rappresentanza delle persone sgomberate", si legge in una nota diffusa dal Campidoglio al termine del tavolo di confronto.

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