Doveva essere a ottobre, poi a novembre, ora abbiamo la data: il prossimo lunedì 26 novembre Matteo Salvini abbatterà guidando personalmente la ruspa la villa dei Casamonica confiscata al civico numero 15 di via di Rocca Bernarda, all'estrema periferia sud di Roma. Peccato però che nella sua bulimica propaganda il ministro dell'Interno non dica mai di non aver nessun merito nel progetto di abbattimento e di riutilizzo dell'area dove sorge l'edificio. Così la sua voglia di primeggiare e mettersi in mostra, mette in secondo piano i veri protagonisti: l'amministrazione locale e i cittadini.
La villa in questione, che si estende per 1000 metri quadri, è stata confiscata nel 2009 nel corso di un'operazione contro il clan egemone nei quartieri di Roma Sud e oltre il Raccordo, estendendo il proprio dominio tra tra Porta Furba e Ciampino, lungo via Tuscolana. Nel 2013 viene sgomberata dalla polizia, dato che all'interno vivevano ancora alcuni esponenti del clan. Poi la rappresaglia: notte facendo l'edificio viene completamente vandalizzato da ignoti, ma il messaggio sembra essere chiaro: "O qui ci siamo noi, o non ci starà nessun altro".
Anni di stallo, poi nel gennaio del 2018 la Regione Lazio di Nicola Zingaretti, con una delibera e un'interlocuzione durata circa 6 mesi con l'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, acquisisce l'immobile e lo destina all'abbattimento: la stima per rimetterlo in sesto dopo la vandalizzazione avvenuta nottetempo parla di poco meno di 1 milione di euro. L'idea, concertata con il comitato di quartiere e i cittadini dei dintorni, è di far nascere un parco pubblico a disposizione di chi vive nella zona dalle macerie della villa del clan. Un giardino di oltre 2200 metri quadrati, di cui una piccola porzione è stata già consegnata lo scorso 6 agosto con un gazebo e giochi per bambini. Nella dependance abusiva della villa, circa 80 metri che saranno accatastati e salvati dall'abbattimento, sarà poi allestita la sede del comitato di quartiere.
Lo sblocco sul futuro della villa è nato dall'interlocuzione tra cittadini e amministrazione locale, che ha messo sul piatto non solo la volontà politica ma anche le risorse per farlo, circa 250.000 euro. Farne solo un'occasione di propaganda politica non è un bene per nessuno. Non che il ministro dell'Interno non debba presenziare nel suo ruolo istituzionale a un evento dal così alto valore simbolico, ma la ruspa di Salvini farà dei detriti della villa dei Casamonica un tutt'uno con quelli di campi rom e baracche di senza tetto, trasformando l'abbattimento in un'occasione di propaganda per la Lega. Un cattivo servizio a chi, ogni giorno, si impegna per mettere al servizio delle comunità locali i beni confiscati alle mafie.