Inizia oggi il processo che vede imputata la sindaca Virginia Raggi. Caduta l'accusa di abuso di ufficio, in relazione alla promozione del fratello dell'ex braccio destro Raffaele Marra, rimane quella di falso ideologico. Oggi la prima cittadina non sarà in aula, a rappresentarla davanti al giudice monocratico del Tribunale di Roma i suoi legali Alessandro Mancori ed Emiliano Fasu, mentre l'accusa è presentata dal dal pm Francesco Dall'Olio. L'udienza, nel corso della quale è stato fissato il calendario per ascoltare i testimoni di accusa e difesa, è durata circa mezz'ora. La sindaca testimonierà in aula solo dopo che saranno stati ascoltati tutti gli altri teste. La sentenza è attesa per il prossimo autunno.
La vicenda per cui la sindaca è indagata risale ai primi mesi dopo l'elezione. Raffaele Marra, poi arrestato per corruzione, è ancora al centro del "raggio magico". Di lui la sindaca si fida e lo vuole vicino a tuti i costi. Prima come vice capo di gabinetto poi, complicatasi la situazione per le polemiche per il suo passato vicino all'ex sindaco Alemanno, lo mette a capo del personale. Ed è da questa posizione che il dirigente comunale promuove il fratello, Renato Marra in forza alla Polizia Locale, alla direzione dell'Ufficio Turismo.
Una promozione che finisce subito nel mirino dell'Anac: da regolamento Marra non può designare direttamente la promozione di un congiunto. A quel punto interviene la sindaca che sostiene di aver deciso lei per quella promozione in completa autonomia, sollevando Marra da ogni responsabilità. L'ex fidatissimo consigliere, avrebbe avuto solo il ruolo di controfirmare quella scelta un ruolo di "mera e pedissequa esecuzione delle determinazioni da me assunte". Una versione che la sindaca mette nero su bianco in una relazione consegnata alla responsabile anticorruzione del Campidoglio, ma che sarebbe smentita dalle risultanze investigative.
A inchiodare la sindaca secondo le accuse sarebbero le chat intercettate su Telegram tra Marra e Raggi. Qui la sindaca scrive al ‘Rasputin del Campidoglio': "Raffaele, questa cosa dello stipendio mi mette in difficoltà, me lo dovevi dire". Sì, perché con la promozione Renato Marra avrebbe visto aumentare il suo stipendio di 20.000 euro. Anche le conversazioni intercettate tra i due fratelli: è Raffaele infatti a indicare a Renato di fare domanda. In una versione più articolata dei fatti la sindaca ha poi addossato la responsabilità all'assessore al Commercio (ormai ex assessore) Adriano Meloni, responsabile per la direzione Turismo.
Cosa accadrà in caso di condanna? Il codice etico del Movimento 5 stelle parla chiaro: "Sindaco, ciascun Assessore e ciascun consigliere assume l’impegno etico di dimettersi se, durante il mandato, sarà condannato in sede penale, anche solo in primo grado. Assume altresì l’impegno etico di dimettersi laddove in seguito a fatti penalmente rilevanti venga iscritto nel registro degli indagati e la maggioranza degli iscritti al M5S mediante consultazione in rete ovvero i garanti del Movimento decidano per tale soluzione nel superiore interesse della preservazione dell’integrità del MoVimento 5 Stelle".