Non fa piacere sentirsi dire alcune cose, ma i fatti hanno la testa dura: se il Partito Democratico vuole tornare a vincere a Roma, svuotando ulteriormente di consenso il Movimento 5 stelle logorato dall'azione di governo della giunta di Virginia Raggi, ma soprattutto fermando la cavalcata leghista verso il Campidoglio, la strada è stretta e in salita. Per questo deve essere abbandonato ogni mito di autosufficienza, puntando da subito a raccogliere le forze di tutta la città che si ritrova attorno al minimo comune denominatore di non volere un sindaco leghista, o magari Giorgia Meloni eletta grazie ai voti portati da Matteo Salvini. Ma questo non basta: le alleanze fatte di sommatorie senza anima sono destinate a perdere, le scelte calate dall'alto a schiantarsi perché incapaci di generare entusiasmo. Sarebbe necessario entrare in sintonia con quanto di positivo sta accadendo in città, invece la crisi che si profila in III Municipio tra la giunta Caudo e la maggioranze del gruppo dem parla di un'altra realtà.
Garbatella: come selezionare una nuova classe dirigente
Il Partito Democratico dovrebbe invece fare tesoro della lezione di Garbatella e Montesacro, dove dall'elezione alle primarie alla vittoria di Amedeo Ciaccheri e Giovanni Caudo arrivano indicazioni importanti. In VIII Municipio a essere stata fondamentale è stata la selezione della classe dirigente: Ciaccheri, 30 anni una lunga militanza di base nel quartiere, ha battuto il candidato del PD Enzo Foschi, alla guida di un progetto civico di ampio respiro. È la dimostrazione che una sinistra pragmatica e civica può rinnovare il centrosinistra ed esprimere una classe dirigente giovane, una leadership rinnovata, competente e autorevole, ma soprattutto competitiva e in grado di mobilitare oltre lo zoccolo duro dell'elettorato di riferimento.
Montesacro: la partecipazione, davvero
Dall'elezione di Giovanni Caudo in III Municipio, arriva l'indicazione chiara che, quando si ha il coraggio di fare scelte per nulla scontate, e soprattutto non dosate con il bilancino dei soli accordi tra forze politiche, si possono innescare reazioni a catena inattese. La scelta di Giovanni Caudo di guidare in prima persona la protesta contro il Tmb Salario, e la nomina di Christian Raimo ad assessore alla cultura, hanno aperto degli spazi di partecipazione nuovi oltre quelli spesso un po' angusti dei partiti, coinvolgendo uomini e donne di tutte le età e di provenienze politiche diversissime. L'esperienza di Grande Come Una Città poi, con centinaia di incontri ed iniziative culturali in pochi mesi con il coinvolgimento anche di artisti, scrittori, registi, attori e giornalisti di altissimo profilo, ha rimesso al centro della capitale un territorio semi periferico.
Le primarie e la scelta del candidato: al Pd la prima mossa
Ora sta al Pd, dove la guerra tra correnti non sembra diminuire mai di intensità e dove coabitano in troppi da separati in casa, fare le prime due mosse: decidere subito se vuole delle primarie aperte e poi la scelta di un proprio candidato. Se quest'ultimo sarà un nome che unisce o che divide, cambierà tutto il resto della partita. Se il Partito Democratico romano saprà vedere cosa di buono si sta dando in città eccedendo gli steccati della politica dei capibastone e delle cordate, Salvini non riuscirà a conquistare la capitale.