Deborah Sciacquatori: folla e applausi ai funerali del padre, ma la figlia non c’è
I funerali di Lorenzo Sciacquatori, il padre violento ucciso dalla figlia diciannovenne Deborah la scorsa domenica 19 maggio sono iniziati alle 14.30 di oggi, nella chiesa di Santa Maria del Carmine a Monterotondo Scalo. Le esequie a quattro giorni dai tragici fatti, quando la diciannovenne lo ha colpito nel tentativo di difendere la madre e la nonna dalle sue violenze ai piedi del palazzo dove la famiglia abita, in provincia di Roma. A piazza San Michele ci decine di persone, raccolte in silenzio, che si sono strette intorno alla famiglia, dopo la drammatica vicenda che l'ha scossa profondamente e che allo stesso momento ha portato alla luce del sole un quadro familiare di maltrattamenti, minacce e violenze quotidiane. La bara è arrivata in chiesa ricoperta da un copri cassa verde con rose rosse. "Misericordioso è chi trova in sé il coraggio di perdonare" ha detto il sacerdote che ha presieduto la funzione religiosa. Presenti alla celebrazione i nonni materni di Deborah con il figlio maschio fratello di mamma Antonietta, le sorelle del 41enne deceduto e l'anziana madre dell'uomo, che ha baciato velocemente la bara al termine della messa, per dare un ultimo saluto a suo figlio. Infine applausi all'uscita dalla chiesa, con gli amici dell'ex pugile che hanno gridato il suo nome. La salma di Lorenzo ha ricevuto il nulla osta per la sepoltura, dopo lo svolgimento degli esami autoptici e degli accertamenti necessari al caso.
Deborah Sciacquatori è libera
Nel frattempo Deborah Sciacquatori, considerata da chi la conosce "ragazza d'oro" e "studentessa modello" ha ricevuto la derubricazione del reato. Dapprima ai domiciliari presso l'abitazione della zia, poco distante da casa sua, Deborah è libera, ricevuto la mattina presto di martedì scorso il decreto di liberazione. Il reato che si figura al momento è di eccesso colposo di legittima difesa. Tuttavia, secondo quanto appreso, ci sono elementi per valutare la legittima difesa cosiddetta ‘pura'. Ciò che è emerso infatti sin dai primi momenti successivi all'accaduto è che la ragazza si sia soltanto difesa, dal padre disoccupato e alcolizzato, conosciuto da tutti in zona "perché chiedeva soldi" così hanno raccontato a Fanpage alcuni residenti che sostengono: "Se non moriva lui sarebbero morte loro".
A Monterotondo i vicini di casa erano al corrente di ciò che accadeva tra le quattro mura domestiche di quell'appartamento nel quale per anni, si sono consumate le violenze. "Urla, percosse e rumore di oggetti in frantumi" spiegano i residenti, si sentivano provenire dall'appartamento nel quale più di una volta erano andate le forze dell'ordine. Deborah era talmente terrorizzata dal padre da dormire con un coltello appartenente alla collezione del nonno deceduto, appoggiato sul comodino. La mattina presto di domenica scorsa il padre era rientrato ubriaco e particolarmente aggressivo, costringendo le quattro donne presenti in casa tra cui Deborah, la madre, la nonna invalida e la zia a scappare di casa. Ma prima di uscire Deborah ha preso il coltello e una volta fuori dal palazzo, ha colpito a pugni il padre che nel frattempo le aveva raggiunte e la lama lo ha ferito sotto all'orecchio. La figlia lo ha tenuto tra le braccia fino all'arrivo dei soccorsi dicendogli: "Non mi lasciare, ti voglio bene". Poi, l'uomo è morto poco dopo in ospedale.