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Mariam a 18 anni è stata uccisa dalla gelosia di una coetanea che ha aizzato il branco di ragazze

In un servizio realizzato da Pablo Trincia per “Le Iene” andato in onda ieri sera, si tenta di far luce sulla morte di Mariam, la 18enne italo-egiziana morta dopo settimane di agonia a seguito del pestaggio da parte di una baby gang a Londra dove si era trasferita. Forse ad uccidere Mariam è stata la gelosia di una ragazza per la sua amicizia con un giovane del quale era innamorato. Ma la 17enne è stata rilasciata dalla polizia.
A cura di Valerio Renzi
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La notizia della morte di Mariam Moustafa, da alcuni giorni rimbalza dai media inglesi a quelli italiani ed egiziani. La ragazza di 18 anni, italo egiziana, è morta dopo tre settimane di agonia in un letto di ospedale a seguito del pestaggio avvenuto su un bus alla fermata di Parliament Street a Londra. La studentessa di ingegneria si era trasferita a Nottingham con tutta la famiglia, i genitori, la sorella e il fratello minore, dopo aver vissuto fino ai 14 anni ad Ostia. Il papà aveva un negozio di mobili e aveva lavorato come pizzaiolo, ma la crisi economica l'ha spinto a scegliere di partire per assicurare un futuro più certo e un'istruzione di alto livello per i tre figli.

A cercare di fare chiarezza su quanto accaduto la trasmissione televisiva di Italia 1 Le Iene, con un servizio di Pablo Trincia che ha tentato di ricostruire cosa sia accaduto, avanzando un'ipotesi: Mariam è stata uccisa per la gelosia di una coetanea, che ha guidato il branco che l'ha picchiata brutalmente Secondo quanto raccontato dalla sorella alle telecamere, lei e Mariam erano già state aggredite la scorsa estate da un gruppo di ragazze, chiamate "puttane" e attaccate per il loro credo religioso. Un'aggressione fatta con cattiveria, tanto che le due ragazze avevano riportato lesioni al viso e agli arti.

Poi il 20 febbraio l'aggressione che gli sarà fatale. Mariam si trova in compagnia di un amico aspettando che un bus parta e viene circondata da un gruppetto di coetanee. "Sei black rose?", la domanda che viene ripetutamente insistentemente. Secondo quanto raccontato da Trincia, non si tratterebbe di un insulto razzista, ma del nick name di un profilo su Snapchat da cui la capobranco avrebbe ricevuto delle offese. A difenderla l'amico che si trovava con lei, rintracciato e intervistato dalle Iene. Il giovane, che non vuole farsi riprendere in viso perché teme ritorsioni, racconta della brutale aggressione fatta da otto coetanei contro Mariam, dei colpi al volto ricevuti fino a quando non è svenuta. Due delle ragazze che la picchiano sono le stesse che mesi prima se la sono presa con lei e la sorella, almeno così racconta alla famiglia.

Comincia così la seconda parte della vicenda: Mariam viene trasferita in ospedale e dopo alcune ore dimessa. Per i medici non c'è nessun rischio, come scritto anche nero su bianco nel referto mostrato nel servizio, solo un lieve trauma cranico. Poi Mariam si sente male la mattina dopo, viene trasferita in ospedale, viene operata d'urgenza e messa in coma farmacologico. Rimane il più grande interrogativo di tutti: perché Mariam è stata vittima di quell'aggressione? Perché quelle ragazze ce l'avevano con lei? Secondo quanto ricostruito da Pablo Trincia, che ha intervistato diversi giovani coinvolti nella vicenda, la 17enne fermata e successivamente rilasciata dalla polizia aveva preso di mira Mariam perché innamorata del compagno di studi con la quale si trovava al momento dell'aggressione, e si era anche convinta che dietro quel profilo, ‘Black Rose', si trovava proprio lei.

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