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Marco fa il rider e ha perso la milza in un incidente: “Si rischia troppo per fare più consegne”

La storia di Marco La Corte, 23 anni e il sogno di fare il cantautore, che ha rischiato di morire travolto da un pirata della strada mentre faceva una consegna. “Tornare a fare le consegne? Non credo, non si può morire per portare una pizza: si guadagna solo facendo molte consegne, ma per fare molte consegne devi andare forte ed è troppo pericoloso, anche perché sei sempre più stanco”.
A cura di Valerio Renzi
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Marco La Corte ha 23 anni, è abituato a cavarsela da solo senza rinunciare a inseguire il sogno di vivere con la sua grande passione: il canto e la musica. Studia, e per sbarcare il lunario si arrangia con lavori e lavoretti come tanti coetanei, con la differenza che lui una famiglia (l'unico welfare che davvero esiste per i giovani in Italia) che lo sostenga non ce l'ha alle spalle. Marco lavorava in una pizzeria fino alla scorsa estate, poi se ne è andato: "non trattavano troppo bene i dipendenti", racconta. Per mettere insieme uno stipendio sceglie di fare il riders per Deliveroo: "Comunque riuscivo a guadagnare qualcosa, io studio e suono, scrivo canzoni, e mi veniva molto comodo decidere quando e quanto lavorare".

Poi l'incidente in cui rischia di rimanere ucciso: "Stavo facendo l'ultima consegna verso le dieci meno cinque, quando mi è arrivata l'ultima chiamata e l'ho accettata. Mi sono diretto verso casa del cliente e sulla strada del ritorno in zona Prati ho sentito qualcosa che mi spingeva da dietro. Ho capito subito che era una macchina". Marco è ricoverato all'ospedale Santo Spirito, dove lo incontriamo: "Mi ha sbattuto contro una serie di macchine parcheggiate, rimbalzavo come un flipper tra le auto parcheggiate e quella che mi ha investito. Ho pensato ‘adesso che mi fermo o muoio o rimango in sedia a rotelle', nel momento in cui mi stavo per fermare sbatto il torace fortissimo contro un'altra macchina e non riuscivo più a respirare. Mi si sono rotte quattro costole, mi hanno asportato tutta la milza. Ho una cicatrice che parte dalla fine del petto e arriva fino all'ombelico".

"Mi sono già attivato per sentire le assicurazioni, anche quella di Deliveroo, ma le cose non sono molto chiare: non so quanto la società mi darà per un danno permanente. – aggiunge – Tornare a fare le consegne? Non credo, non si può morire per portare una pizza: si guadagna solo facendo molte consegne, ma per fare molte consegne devi andare forte ed è troppo pericoloso, anche perché sei sempre più stanco. Io di media facevo due consegne all'ora, ma c'è chi ne fa anche tre o quattro. Ora voglio solo tornare a camminare come prima e a cantare, perché il mio sogno è questo".

A sostenere Marco, le Camere del Lavoro Autonomo e Precario, un'associazione sindacale di nuova generazione attiva da qualche anno a Roma e in altre città d'Italia. "Abbiamo avviato una raccolta fondi per Marco – spiega Emanuele De Luca – Non c'è copertura previdenziale per i lavoratori del food delivery perché il rapporto di lavoro non si configura come un rapporto subordinato, anche se secondo noi lo è nei fatti". Ma quanto avrà Marco dall'assicurazione della piattaforma Deliveroo? "Questi lavoratori sono coperti solo da un'assicurazione che l'azienda – in questo caso Deliveroo – stipula con un'assicurazione privata, polizze che non hanno dei massimali adeguati a coprire incidenti con gravi conseguenze". "Pensiamo che la solidarietà tra precari sia un elemento fondamentale quando mancano i diritti fondamentali, una solidarietà anche economica: d'altra parte il sindacato è nato proprio dalle casse di mutuo soccorso", conclude De Luca. Per chi vuole sostenere Marco con un contributo bonifico può farlo con un bonifico presso Banca Etica, (intestazione: ASSOCIAZIONE CLAP-Camere del Lavoro Autonomo e Precario; IBAN: IT55Z0501803200000000174547), specificando nella causale: “Donazione a sostegno di Marco La Corte”.

E, in effetti, guardando l'assicurazione che Deliveroo mette a disposizione dei suoi dipendenti, se un rider perde la vista da entrambi gli occhi o di un arto di riceverà 25.000 euro, mentre la perdita dell'uso di una spalla o di un gomito vale 12.500 euro e in caso di decesso i congiunti si vedranno corrispondere 50.000 euro. Il risarcimento in caso di asportazione della milza non è specificato nella tabella accessibile, ma se per un rene vengono corrisposte 7.500 euro, possiamo immaginare che si tratti di una cifra simile. Se invece l'incidente gli impedirà di andare a lavorare, si vedrà corrispondere il 75% del reddito giornaliero medio lordo o 50 euro al giorno per un massimo di 30 giorni. Questo se ha lavorato per più di 60 giorni. Se ha lavorato meno di due mesi invece riceverà 25 euro al giorno per un massimo di 150 euro. Nel caso di Marco, che dovrà affrontare una lunga degenza, questo vuol dire rimanere senza reddito dopo un mese.

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Giornalista pubblicista e capo area della cronaca romana di Fanpage.it. Ho collaborato prima prima di arrivare a Fanpage.it su il manifesto, MicroMega, Europa, l'Espresso, il Fatto Quotidiano. Oltre che di fatti e politica romana mi occupo di culture di destra e neofascismi. Ho scritto per i tipi di Edizione Alegre "La politica della ruspa. La Lega di Salvini e le nuove destre europee" (2015) e per Fandango Libri "Fascismo Mainstream" (2021).
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