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Omicidio Luca Sacchi ucciso a Roma

Luca Sacchi è morto per una compra vendita di marijuana: ora basta con il proibizionismo

Il proibizionismo alimenta un mercato illegale a cui sono legati una miriade di traffici capillari che coinvolgono giovani e giovanissimi, un mercato quello della droga che ha espropriato interi quartieri della città, con gruppi criminali che si armano per difendersi e farsi rispettare. Un sistema che ha provocato anche la morte di Luca Sacchi e armato la mano di un 21enne, un pasticciere con in tasca una pistola calibro 38.
A cura di Valerio Renzi
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Valerio Del Grosso e Luca Sacchi
Valerio Del Grosso e Luca Sacchi
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L'omicidio di Luca Sacchi è una tragedia che ha colpito e impressionato tutta la città di Roma e il Paese. Questo per tre motivi principalmente. Il primo è la giovane età di tutte le persone coinvolte, vittime e carnefici, 25 anni Luca, solo 21 Paolo Pirino e Valerio Del Grosso, arrestati per omicidio e rapina. La seconda è la futilità delle ragioni che portano all'omicidio, il tentativo da parte di un gruppo di piccoli pusher di fare la "sola" a dei coetanei, e ultimo il fatto che Valerio Del Grosso aveva con sé una pistola, una calibro 38, nonostante il piccolo calibro criminale (di giorno fa il pasticciere) che denuncia la facilità con cui in molti quartieri della città circolano le armi e la facilità con cui si preme il grilletto.

Una morte quella di Luca che pone degli interrogativi sul vivere insieme nelle nostre periferie, sui modelli sociali e criminali inseguiti dai giovanissimi, ma anche sulle drammatiche conseguenze delle politiche proibizioniste. Sì, perché Luca Sacchi è stato ucciso, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti con una precisione che ormai sembra certezza, durante la compra vendita di 2000 euro di marijuana. Il gruppo di pusher guidato da Valerio Del Grosso aveva pattuito la cessione dello stupefacente a un altro gruppo di ragazzi, poi decide che vuole solo i soldi senza dargli in cambio l'erba. Quanto accade dopo purtroppo è storia nota.

Non sappiamo se Giovanni, il ragazzo che gestisce la trattativa per l'acquisto ed è in compagnia di Luca e della sua ragazza Anastasiya Kylenyk, oltre che di un altro amico, volesse acquistare l'erba per poi rivenderla o se doveva dividerla con gli amici. Forse, come spesso accade, lo spaccio al dettaglio serviva a ripagare il consumo personale. Forse la comitiva doveva dividere l'erba con altri amici ancora non presenti in quel momento. Tutti questi dettagli devono ancora essere chiariti con certezza. Quel che è certo è che il proibizionismo alimenta un mercato illegale a cui sono legati una miriade di traffici capillari che coinvolgono giovani e giovanissimi, un mercato quello della droga che ha espropriato interi quartieri della città. Piccoli o grandi gruppi criminali che si armano per farsi "rispettare" e per difendere le proprie piazze. Così le armi circolano come se niente fosse. A Tor Bella Monaca, Quarticciolo, Tufello, San Basilio, Primavalle trovare una pistola è facile. Anche se hai 21 anni e di giorno fai il pasticciere ti puoi mettere in tasca una calibro 38. Un sistema che potrebbe crollare da un giorno all'altro: basterebbe farla finita con il proibizionismo.

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Giornalista pubblicista e capo area della cronaca romana di Fanpage.it. Ho collaborato prima prima di arrivare a Fanpage.it su il manifesto, MicroMega, Europa, l'Espresso, il Fatto Quotidiano. Oltre che di fatti e politica romana mi occupo di culture di destra e neofascismi. Ho scritto per i tipi di Edizione Alegre "La politica della ruspa. La Lega di Salvini e le nuove destre europee" (2015) e per Fandango Libri "Fascismo Mainstream" (2021).
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