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Ignazio Marino sarà pure un marziano, ma il Pd di Roma dove vive, sulla Luna?

ll dietrofront di Ignazio Marino, sindaco contro i partiti e ormai ingestibile politicamente, è anche e soprattutto il fallimento di Matteo Orfini, commissario del Partito Democratico di Roma e del suo giocare all’House of Cards alla vaccinara.
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Maria Elena Boschi e Ignazio Marino alla Festa dell'Unità

Nelle stanzette virtuali e fisiche, del Partito Democratico, fra coloro che avrebbero voluto liquidare il caso Ignazio Marino prima del giorno dei Morti, il mantra di queste ore è sempre lo stesso, declinato in vari modi, tuttavia riassumibile in: «Marino è un pazzo»  / «Marino ha fatto una follia». La decisione di non dimettersi da sindaco di Roma sarà pure una follia per i partiti (la gente dice ben altro…) ma dimostra una cosa: è finito nella Capitale il tempo in cui giocare all'House of Cards alla vaccinara, il tempo in cui pensare che il governo di Roma è scontato come una brutta sceneggiatura di fiction. Qualcuno ha definito il chirurgo-politico un  ‘sindaco marziano' facendo passare l'idea di un uomo scollegato dalla realtà. In parte è vero: Marino ha fatto errori clamorosi ed è un uomo respingente mediaticamente. Non ha il polso di tutta Roma, come non ce l'aveva Gianni Alemanno, come non ce l'aveva Francesco Rutelli, come non ce l'aveva Walter Veltroni .

Ma se lui è un alieno, il Pd di Roma dove vive, sulla Luna? In questi difficili anni di consiliatura fatti di Mafie Capitali, di pogrom nelle periferie contro gli immigrati, di degrado incessante, di Metro A e B, di Giubilei vecchi e nuovi, cosa ha fatto il partito di maggioranza? Ha guardato scorrere il fiume placido come il protagonista d'un romanzo picaresco e quando si è accorto che stava passando un cadavere – il suo – ha cercato di metter mano ma era troppo, troppo tardi.

Matteo Orfini, uno che sembra uscito da un episodio del miglior Nanni Moretti sulla sinistra in crisi, è commissario straordinario del partito da un anno: ha mai pensato a tracciare una linea, tirare le somme, osservare il risultato (compreso nel campo dei numeri irrazionali) e far fagotto ammettendo la sua fallimentare esperienza, sostenuta solo dall'altro Matteo, il padre-padrone del partito? La vita sarà anche un quiz, come cantava il grande Renzo Arbore, ma non è certo un tweet.

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Giornalista professionista, capo cronaca Napoli a Fanpage.it. Insegna Etica e deontologia del giornalismo alla LUMSA. Ha una newsletter dal titolo "Saluti da Napoli". È co-autore dei libri "Il Casalese" (Edizioni Cento Autori, 2011); "Novantadue" (Castelvecchi, 2012); "Le mani nella città" e "L'Invisibile" (Round Robin, 2013-2014). Ha vinto il Premio giornalistico Giancarlo Siani nel 2007 e i premi Paolo Giuntella e Marcello Torre nel 2012.
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