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Opinioni

È partita la corsa a sindaco di Roma del centrosinistra: il Pd è già diviso per il dopo Raggi

Tanti nomi e poche idee per ora in casa del centrosinistra, dove già si affollano gli aspiranti sindaci. Progetto civico o candidato di partito? Il Pd è già diviso. Rimane il nodo dell’alleanza con il Movimento 5 stelle e di come riconquistare il voto delle periferie, senza il quale ogni sogno di tornare a vincere a Roma è destinato a trasformersi nell’incubo di un trionfo della Lega.
A cura di Valerio Renzi
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È l'autunno del 2019 ma a Roma sono già cominciate le grandi manovre del centrosinistra per decidere il candidato a sindaco di Roma. Riunioni di corrente e convento, abboccamenti in bar del centro e in sezioni di periferia. Tattica e strategia di generali senza esercito e di grandi saggi, mentre le poche truppe ancora sul terreno rimangono acquartierate per lo più allo scuro. A leggere sui giornali editoriali e retroscena, più o meno informati e più o meno imbeccati, sono già tantissimi i papabili candidati, ma alla fine ne rimarrà soltanto uno. Tra previsti colpi di scena, trame e sotto trame a cui è difficile stare dietro, quello che ancora non si vede dalle parti del Partito Democratico e di quello che si muove alla sua sinistra e verso il centro, è una discussione sui mali della città che metta al centro i limiti delle forze politiche dei partiti di centrosinistra nel farsi interpreti di aspirazioni e disagi dei cittadini. Quello che manca è insomma la passione per un progetto politico, una battaglia per cambiare la città in cui coinvolgere un "popolo" che da tempo non risponde più all'appello, troppi nomi e poche idee. Perché questo non è un gioco e la prospettiva di vedere coronato il sogno di Matteo Salvini di un sindaco leghista a Roma rappresenterebbe una batosta di quelle di cui è difficile attutire il colpo.

Sindaco di Roma: facciamo i nomi

L'unico che ha già dato la sua disponibilità a correre per il Campidoglio è Carlo Calenda. Il leader di Siamo Europei ed eurodeputato, dopo essere passato come una meteora nel Pd, è uno dei principali avversari dell'alleanza con il M5s e del Conte Bis. Se fosse lui il candidato del centrosinistra non solo la sinistra potrebbe prendere un'altra strada, ma senza dubbio vorrebbe dire che qualsiasi alleanza con i pentastellati sarebbe preclusa. C'è poi l'affollata pattuglia dei mini sindaci: Giovanni Caudo, già assessore con Ignazio Marino, urbanista e presidente del III Municipio, potrebbe raccogliere attorno a sé un progetto civico e non solo i consensi dei partiti; Sabrina Alfonsi, presidente del I Municipio, amministratrice da oltre dieci anni, vorrebbe fare il salto uscendo dai confini del Centro Storico; Amedeo Ciaccheri è il giovane presidente del Municipio VIII, dal centro sociale La Strada della Garbatella alla vittoria alle primarie, vicino a Massimiliano Smeriglio, potrebbe essere la novità che piace alla sinistra sinistra quanto ai "civici". Roberto Morassut, attuale sottosegretario all'Ambiente e già assessore con Veltroni, ha rilanciato di recente la formula del "riformismo civico per Roma". Il senatore ha una grande esperienza e una grande passione per le cose di Roma, a cominciare dalle ipotesi di riforma dei poteri della capitale, ma se può mettere a disposizione il suo bagaglio di proposte di un programma, come candidato potrebbe però rappresentare "l'usato sicuro" che non basta a vincere. Chi si è già tirato fuori dalla mischia è Valerio Carocci, il portavoce e presidente dell'associazione dei ragazzi del Cinema America, anche se piace a molti nel Pd e non solo tra gli zingarettiani. Non è mancato chi ha fatto il nome di Micaela De Biase, consigliera regionale e compagna del ministro Dario Franceschini, dall'Alessandrino è proiettata ai vertici del Pd romano  e non gli manca la la capacità di dare battaglia.

Il nodo dell'alleanza con il Movimento 5 stelle e il "processo"

Tutti guardano verso il Nazareno, per capire l'orientamento di Nicola Zingaretti e dei big del Pd su cosa fare a Roma, e anche ai movimenti di Goffredo Bettini: il deus ex machina di ogni campagna elettorale nella capitale potrebbe tirare fuori un coniglio dal cilindro, togliendo a molti le castagne dal fuoco. il Conte Bis e l'alleanza a livello nazionale con il Movimento 5 stelle hanno aperto scenari inediti mettendo il centrosinistra di fronte a un bivio: cercare o meno l'alleanza con i pentastellati anche nella Capitale, bilanciando la necessità di un'opposizione dura all'amministrazione di Virginia Raggi, con quella di lanciare uno spiraglio aperto, tenendo aperto il dialogo con i "pontieri" a cominciare dal vicesindaco Luca Bergamo. E poi c'è la grande questione del "processo" con cui scegliere il candidato: ovvero le primarie. Il doppio turno e l'elezione diretta del sindaco sembrano però rendere improbabile un accordo prima del voto. Marciare divisi per colpire uniti al ballottaggio e raccogliere più consensi possibili al primo turno per le singole liste, è la strategia che inevitabile per Pd e M5s, ma questo vuol dire gettare i presupposti di un'alleanza contro le destre a partire da oggi. L'obiettivo è quello di fare in modo che gli elettori del centrosinistra rispondano al richiamo "frontista" per scongiurare l'ipotesi di vedere di nuovo un sindaco accolto dai saluti romani in Campidoglio, in caso al ballottaggio vada il candidato grillino, e di convincere gli elettori del M5s a scegliere il candidato del centrosinistra e non quello della Lega e Fratelli d'Italia.

La "mozione" Walter Tocci e le periferie da riconquistare

Tra i grandi saggi c'è un altro ex assessore dei fasti del centrosinistra dei tempi di Rutelli e Veltroni: Walter Tocci. Al pari di Morassut grande esperto di cose romane, da tempo lavora a formare una nuova classe dirigente e a promuovere lo studio dei problemi della città. Come un Bernie Sanders alla amatriciana, a molti piacerebbe vederlo scendere in campo, ma il diretto interessato non sembra averne nessuna voglia. "Avanti i giovani", è il messaggio che ha fatto recapitare. Ma Tocci, seppur schivo, non rinuncia certo a dire la sua e ha messo in campo una proposta chiara: una lista civica unitaria che si metta a lavoro oggi e non all'ultimo minuto coinvolgendo le tante forze sociali e la cittadinanza attiva che continuano (spesso in completa solitudine) il loro lavoro nelle periferie e nei territori di frontiera, rispetto alla quale Pd e M5s dovrebbero fare un passo indietro con spirito di servizio. Perché la sfida è tutta qua: senza riconquistare le periferie, passate in blocco prima al Movimento 5 stelle e ora alla Lega, le destre conquisteranno di nuovo il Campidoglio.

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Giornalista pubblicista e capo area della cronaca romana di Fanpage.it. Ho collaborato prima prima di arrivare a Fanpage.it su il manifesto, MicroMega, Europa, l'Espresso, il Fatto Quotidiano. Oltre che di fatti e politica romana mi occupo di culture di destra e neofascismi. Ho scritto per i tipi di Edizione Alegre "La politica della ruspa. La Lega di Salvini e le nuove destre europee" (2015) e per Fandango Libri "Fascismo Mainstream" (2021).
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