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Opinioni

Così il Movimento 5 stelle ha ucciso la festa della Befana di Piazza Navona

Dopo i sequestri delle bancarelle di ieri l’assessore al Commercio ha annunciato che la festa si potrebbe non tenere più. Davvero era impossibile gestire diversamente la festa della Befana di piazza Navona? Davvero non si poteva garantire la continuità del tradizionale mercatino con il rispetto delle regole? Sarebbe bastato scegliere e governare, senza cedere alle pressioni delle lobby dei bancarellari.
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A cura di Valerio Renzi
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C'era una volta la Festa della Befana di Piazza Navona, un'istituzione per grandi e piccini. Poi è arrivato il tempo degli Onesti e la festa è stata prima mortificata e poi nei fatti cancellata. Tutto ha inizio nel 2014, quando l'allora giunta di centrosinistra di Ignazio Marino sceglie di ridurre il numero dei banchi e di mettere fine al monopolio degli urtisti legati alla famiglia Tredicine. Risultato? La veemente protesta degli ambulanti porta a una festa in tono minore che così comincia a spegnersi. Poi arriva il commissario Francesco Paolo Tronca che, dopo alcuni problemi sul bando sottolineati dall'Anac di Giuseppe Cantone, decide di ritiralo. Così la festa della Befana viene affidata alle associazioni di volontariato.

Nel 2016 la vittoria di Virginia Raggi e l'arrivo del Movimento 5 stelle in Campidoglio. Viene fatto un nuovo bando per la festa di Natale a piazza Navona e annunciata la rinascita dell'evento. Nel 2017 nuovo braccio di ferro con i Tredicine, che intanto sono tornati in piazza, sulle norme di sicurezza da rispettare, a loro dire draconiane. Poi il nuovo bando che porta la famiglia della così detta "lobby dei bancarellari" lo scorso anno. Il nuovo regolamento, mediato con proprio con la famiglia Tredicine, porta una spaccatura all'interno del Movimento 5 stelle tra chi vuole escludere gli storici bancarellari e chi vuole tutelare la loro presenza riconoscendo nel bando un punteggio per chi già era presente nelle precedenti edizioni. La spunta il presidente della commissione Andrea Coia, accusato dall'ex assessore al Commercio Adriano Meloni di essersi piegato agli interessi dei Tredicine.

Arriviamo ora all'epilogo: ieri pomeriggio gli agenti della Polizia Locale di Roma Capitale registrano gravi irregolarità tra le bancarella, sequestrano il presepe e centinaia di giocattoli non a norma e considerati pericolosi. Il mercato viene chiuso. Oggi, dalle colonne del Corriere della Sera, l'attuale assessore al commercio Carlo Cafarotti suona il de profundis per la festa della Befana: "Se è così, allora la festa della Befana non deve essere più riproposta". Poi aggiunge: "Certo, i cittadini ci sono affezionati. Ma per arrivare alla qualità bisognerà salire di livello. Se questo è il formato, la festa non deve essere riproposta. Ma forse quello che è successo rappresenta l’opportunità di fare una bella festa, vedremo. Presto tireremo le somme". Con tutta probabilità il bando sarà nel frattempo ritirato.

Il cortocircuito è servito. Gli Onesti hanno riconsegnato la festa di piazza Navona a chi già aveva dimostrato di gestire il proprio commercio in maniera non esattamente specchiata, i controlli della stessa amministrazione comunale portano alla chiusura del mercato. Un vero e proprio disastro che sembra un'allegoria di quello che sta accadendo a Roma da dopo Mafia Capitale: l'ossessione per i regolamenti e i bandi della politica, è stata accompagnata dall'incapacità di questa di prendere decisioni e andare fino in fondo. La norma ha sostituito la capacità scegliere, un legalitarismo di facciata ha sostituito la capacità di governare.

Davvero era impossibile gestire diversamente la festa della Befana di piazza Navona? Davvero non si poteva garantire la continuità del tradizionale mercatino con il rispetto delle regole?

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Giornalista pubblicista e capo area della cronaca romana di Fanpage.it. Ho collaborato prima prima di arrivare a Fanpage.it su il manifesto, MicroMega, Europa, l'Espresso, il Fatto Quotidiano. Oltre che di fatti e politica romana mi occupo di culture di destra e neofascismi. Ho scritto per i tipi di Edizione Alegre "La politica della ruspa. La Lega di Salvini e le nuove destre europee" (2015) e per Fandango Libri "Fascismo Mainstream" (2021).
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