Una città cresciuta dal dopoguerra ad oggi inseguendo gli appetiti dei costruttori privati o una discutibile pianificazione pubblica. Quartiere dopo quartiere palazzi e strade di Roma hanno saturato i confini del Grande Raccordo Anulare, senza che questa crescita fosse mai accompagnata da una programmazione e la costruzione di infrastrutture del trasporto pubblico. Prima le case, poi gli autobus. E le metro? Ancora un miraggio.
Secondo le statistiche della Commissione Europea Roma tra le grandi città è agli ultimi posti per il gradimento espresso dai cittadini per il trasporto pubblico. Per le rilevazioni dell'Eurobarometro, realizzate per tutto il 2015, solo il 30% degli intervistati è soddisfatto della qualità del servizio, mentre il 65% si dice assolutamente insoddisfatto. Impietosi i confronti con le altre capitali europee.
Una situazione difficile, peggiorata dal malfunzionamento dei trasporti esistenti, tra un parco vetture e treni obsoleto, tempi di attesa spropositati e di conseguenza il ricorso massiccio ai mezzi privati, con conseguenza più traffico e inquinamento. E lo sanno bene i romani, imbottigliati nel traffico o esasperati da estenuanti attese sulle banchine e alle fermate. Non a casa la peggiore linea per pendolari di tutta Italia è proprio a Roma: l'oramai famigerato trenino Roma- Lido, che collega la capitale a Ostia. E ovviamente la più costosa opera pubblica di tutti i tempi è la metro C di Roma, la cui prima tratta è stata aperta ma che ancora non è dato da sapere dove terminerà il tracciato e soprattutto quando saranno finiti i lavori.
Nulla di strano così che il tema del trasporto pubblico, così sentito dai romani, si al centro della campagna elettorale. Per questo siamo andati a spulciare i programmi dei principali candidati a sindaco alle prossime elezioni comunali di Roma. Alcuni linee ferme sono più o meno comuni a tutti: ammodernamento delle linee esistenti, completamento della metro C (ma sul tracciato ci sono differenze), investimenti su nuove linee di superficie (tram) e lotta all'evasione del biglietto (con ricette diverse).
Virginia Raggi: ferrovie di superficie e meno manager
Uno degli "11 passi di per Roma" che costituiscono il programma della candidata del Movimento 5 Stelle Virginia Raggi, riguarda proprio il trasporto pubblico. Petizioni di principio a dire il vero non troppo puntuali e abbastanza generiche. Primo punto la riorganizzazione di Atac, con una "razionalizzazione delle posizioni dirigenziali" e "la riconversione del personale amministrativo sottoutilizzato in personale operativo e di controllo" (proposta che fu già di Ignazio Marino). Poi la lotta all'evasione del biglietto con controlli a bordo e obbligo salita anteriore. C0me si sa, vedi il caso che ha fatto discutere della funivia a Casalotti, la candidata grillina preferisce il ferro di superficie alle metro: "Andrà realizzato un piano pluriennale delle infrastrutture di trasporto condiviso con la cittadinanza, privilegiando il ferro leggero di superficie, l'ammodernamento e il prolungamento della rete su ferro esistente". Il programma del Movimento 5 stelle propone poi, dove possibile, "una reinternalizzazione delle lavorazioni e dei servizi" e una nuova rete di corsie preferenziali, per garantire l'arrivo dei bus in orario
Giachetti: prolungamento metro e utilizzo dei nuovi fondi
"Uno dei miei impegni della campagna elettorale è restituire ai cittadini romani trenta minuti di tempo trascorso nel traffico", così esordisce il programma del candidato dem Roberto Giachetti riguardo i trasporti, estremamente particolareggiato e "concreto", con il riferimento a disposizioni di legge e risorse. In particolare all'accordo tra Regione Lazio e Governo che, firmato solo qualche giorno fa, garantisce risorse per ammodernare infrastrutture come la Roma-Lido e la Roma-Viterno e terminare la Metro C. Giachetti propone così il completamento "della stazione di San giovanni della Linea C", da prolungare fino alla "stazione Colosseo per un raccordo con la Linea B", ovviamente "nei tempi e nei costi stabiliti". Grandi progetti anche per la linea 8 del tram che intende prolungare da una parte fino a viale Marconi, dall'attuale capolinea di stazione Trastevere, e dall'altra fino alla stazione Termini. C'è poi l'annunciamo ammodernamento delle ferrovie urbane, a cominciare da Roma-Lido e Giardinetti. Per quanto riguarda le linee della metro B e B1 annunciato il prolungamento (al momento solo progettato), rispettivamente fino a Casal Monastero e Porta di Roma. Lotta all'abusivismo: tornelli in uscita sulla metropolitana (così come è già oggi nella stazioni della B1).
Marchini: sei nuove linee di tram
Anche per Alfio Marchini, candidato civico ma anche di Ncd e Forza Italia, tra le priorità nel programma alla voce trasporti la volontà di terminare la linea C fino A San Giovanni, in questo caso addirittura a tempo di record entro la fine del 2016. Per l'arrivo al Colosseo poi "abbiamo in programma la razionalizzazione e la semplificazione delle opere da eseguire, così da rendere i tempi di esecuzioni più brevi possibili e raggiungere la piena operativa della nuova linea". Per quanto riguarda le ferrovie urbane: "Solleciteremo la Regione Lazio a provvedere all’acquisto di 10 nuovi treni per la P.le Flaminio -Montebello e di altri 10 nuovi treni per la ferrovia Roma–Lido. Sempre alla Regione Lazio, chiederemo di provvedere con urgenza, ai sensi dell’art. 7, comma 1 del D.lgs. 422/97, al conferimento della ferrovia Roma – Lido a Roma Capitale e ad avviare gli interventi per la definitiva trasformazione in metropolitana". Come per tutti gli altri candidati in cantiere anche l'ammodernamento delle metropolitane esistenti. Ambizioso poi il piano per quanto riguarda i tram, Marchinine vorrebbe 6 nuove linee: Trastevere-Termini, Termini-Vaticano-Aurelio, proseguimento del tram 8 fino al Colosseo e a Largo Preneste, Trastevere-Marconi-Cristoforo Colombo, Piazza Risorgimento-Piazza Mancini e infine la realizzazione di una Circonvallazione tranviaria del Lungotevere.
Meloni: metro solo con più soldi e meno vincoli archeologici
Per Giorgia Meloni, candidata di Fratelli d'Italia e della Lega, al pari di Virginia Raggi, è inutile inseguire "il sogno di una grande e capillare rete di metropolitane per abbattere tempi e costi di percorrenza". Perché "pochi sanno che l’enorme estensione di un territorio grande come le prime nove città italiane messe insieme, produce una densità media di abitanti molto bassa e rende un’opera come le metropolitane in sotterranea economicamente insostenibile". Insomma: le metro costano troppo, per non parlare dei guai e dei rallentamenti per gli inevitabili ritrovamenti archeologici. Per costruire nuove linee metropolitane quindi sarà possibile solo a due condizioni: più soldi dallo Stato e lavori fermi solo per "ritrovamenti archeologici assolutamente eccezionali possono rimetterne in discussione la realizzazione". Non solo il proseguimento della metro C, fino a Grottarossa, ma anche il proseguimento delle altre linee se serve usufruendo del finanziamento privato. E poi lo sviluppo della rete tranviaria che ha "una capacità di carico molto più ampia della gomma, e costi di costruzione dieci volte inferiori alle metropolitane “pesanti”". Anche nel programma della Meloni lotta all'evasione del biglietto con tornelli non scavalcabili in uscita.