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Opinioni

Burberry con un questionario indaga sull’etnia e l’orientamento sessuale dei dipendenti

La casa di moda Burberry ha inviato ai propri dipendenti un questionario con lo scopo di migliorare il clima di lavoro in azienda. Il sondaggio ha provocato numerose critiche da parte del personale che si è sentito violato nella propria sfera privata. Le domande riguardano l’orientamento sessuale e “l’etnia” dei dipendenti, ma anche se abbiano figli o una disabilità. Il quiz è presentato in forma anonima e serve secondo l’azienda a “promuovere l’eguaglianza e la diversità per rendere l’ambiente di lavoro sempre più equo”. Ma i dipendenti non sembrano averlo percepito allo stesso modo.
A cura di Alessia Rabbai
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Burberry in questi giorni sta chiedendo ai propri dipendenti di compilare un questionario. Lo scopo che sostiene il grande brand è migliorare l'ambiente di lavoro in azienda, con il motto: "Vogliamo conoscere le nostre persone". Ma tra le circa venti domande che arrivano ai commessi  alcune fanno discutere. La casa di moda indaga sull'etnia e l'orientamento sessuale del suo personale. La domanda numero 2 è formulata in questo modo: "Specifichi la sua etnia". Sotto sono elencate varie opzioni, non divise per paese di provenienza ma per colore della pelle. Aprendo la tendina si legge, tra le altre diciture, ‘bianco' e ‘nero'. La domanda 4, immediatamente successiva chiede: "Si identifica come gay, lesbica, bisessuale, transgender o queer?". Queste le più segnalate dai dipendenti, in molti si sono rifiutati di compilare le domande che hanno trovato "formulate in modo ambiguo e con un'utilità non chiara", come raccontano a Fanpage.it. "Ritiene di avere una disabilità?", recita un altro punto del questionario, che si interessa anche se il dipendente abbia figli o "responsabilità di tipo assistenziale".

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A cosa serve il questionario commissionato da Burberry?

La casa di moda di lusso britannica ha inoltrato il questionario online con diverse domande e lo ha spedito per posta al personale attraverso la mail aziendale. Cliccando su un link, il dipendente può accedere al quiz grazie a una schermata. Nel sondaggio si legge: "Burberry si impegna costantemente a promuovere l'eguaglianza e la diversità per rendere l'ambiente di lavoro sempre più equo e queste domande ci aiuteranno a tale scopo". Uno scopo che però non sembra essere stato percepito dai dipendenti, che al contrario lo hanno vissuto come un'intromissione nella vita privata. La denuncia arriva da Roma, dove il clima all'interno dei negozi della griffe non sembra essere dei migliori tanto che domani, nel giorno dell'apertura dei saldi estivi, i dipendenti sciopereranno in solidarietà al loro collega Marco che alcuni giorni fa ha denunciato un'aggressione. Un episodio arrivato a poco più di un anno da quando il responsabile della boutique di via dei Condotti insultò una dipendente con frasi offensive e sessiste, episodio tra gli altri che portò al licenziamento del direttore. Si tratta di dati raccolti in maniera aggregata che, dichiara l'azienda "non consentiranno di vedere le risposte individuali". "Ci sentiamo violati per le domande intime che ci sono state poste e che non dovrebbero riguardare in alcun modo il proprio datore di lavoro o la propria azienda – hanno detto a Fanpage.it alcuni dipendenti del marchio – Il questionario, anonimo o no, ci mette in difficoltà. Non ci sentiamo tutelati e pensiamo che sia una grave intromissione nella nostra sfera privata".

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La critica dei Cobas: "Atto incostituzionale"

Subito è arrivata la critica e il sostegno dei sindacati: "Riteniamo il questionario al di fuori della Costituzione di questa Repubblica e chiederemo con forza che episodi del genere non si verifichino più – ha detto Francesco Iacovone, dell'esecutivo nazionale Cobas – Ormai il settore del commercio è un far west dove sembra normale anche l'impossibile. In un momento già critico per il nostro Paese indagare le origini etniche e i gusti sessuali dei dipendenti è un obbrobrio e una violenza inaccettabile. I Cobas sosterranno i lavoratori e si auspicano che le comunità Lgbt e la società civile si schierino dalla parte di queste donne e questi uomini".

Imma Battaglia: "Strategia di Burberry di fatto è una schedatura"

Sulla vicenda interviene anche Imma Battaglia, una delle leader storiche del movimento Lgbtq in Italia, ed ex consigliera comunale a Roma. "La strategia di Burberry di sottoporre un questionario senza accompagnarlo con un programma strutturato di inclusione risulta di fatto una schedatura, per cui le rimostranze dei dipendenti sono assolutamente corrette e vanno sostenute. – spiega a Fanpage.it – Le aziende che vogliono creare un clima di inclusione per i propri dipendenti devono investire in programmi strutturati presentati e condivisi con dipendenti e sindacati al fine di evitare incomprensioni. Calare dall’alto un questionario così invadente sul profilo personale, è in totale contrapposizione sulle leggi di tutela della privacy che vietano tali indagini private! Burberry deve immediatamente ritirare il questionario e chiedere scusa dell’invadenza a tutti i propri collaboratori e collaboratrici. I sindacati e le associazioni LGBT intervengano al fianco della forza lavoro per fermare questa vergognosa schedatura!"

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Mi occupo della cronaca di Roma per Fanpage.it. Laureata in Lettere e Scienze della Comunicazione con lode all'Università La Sapienza, ho iniziato il mio percorso professionale a diciotto anni, partendo dalla provincia. Iscritta all'Ordine dei Giornalisti dal 2015, ho lavorato come addetta stampa e relazioni esterne per Cisambiente Confindustria e scritto articoli per La Repubblica e Roma Today. Appassionata di nera e giudiziaria, amo ascoltare le persone e raccontare le loro storie.
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