La vicenda delle dimissioni di Ignazio Marino sembra essere arrivata al capolinea. Alle 13.00 in via del Tritone 27 consiglieri di centrodestra e centrosinistra rassegneranno le loro dimissioni, facendo scogliere automaticamente l'Assemblea Capitolina. Marino non solo non riferirà in aula, ma il Pd si toglierà anche dall'imbarazzo di dover votare la sfiducia assieme al centrodestra o a parte di esso.
Mentre in queste ore va in onda l'ultima puntata della serie, mentre gli attori recitano le battute finali, tra le accuse sprezzati dell'ormai ex assessore Stefano Esposito ("Ho dato la mia lealtà a un bugiardo") e Marino che cita l'ultimo discorso alla nazione del presidente cileno Salvador Allende, la città vera, quella lontana dai Palazzi, continua a soffrire.
Certo, qualcuno si è appassionato alla trama come si trattasse di una fiction vista alla televisione, guarda i protagonisti muoversi, immagina mosse e contromosse neanche si trattasse di House of Cards. La distanza tra il Campidoglio e la città reale non è mai stata forse così grande: una città immobile e piena di problemi irrisolti, dai trasporti ai servizi, in cerca di un'identità e di un'idea per il proprio futuro, ancora sotto shock dopo l'esplosione dell'inchiesta su mafia capitale.
Marino si dimette, Marino non si dimette? Renzi parlerà o farà fare tutto ad Orfini? Il Pd rimarrà unito o si spaccherà? Nel frattempo i presidenti dei quindici municipi della Capitale facevano i conti con le casse vuote, con la paura di dover interrompere da un giorno all'altro i servizi sociali se non verrà approvato il nuovo bilancio e non arriveranno almeno 5 milioni di euro. Parliamo dell'assistenza domiciliare per i portatori di handicap e gli anziani non autosufficienti, del sostegno scolastico per i disabili. Una città che soffre e di cui nessuno sembra occuparsi. Rimasta senza voce e senza rappresentanza.
Ieri sotto l'assessorato alle Politiche Sociali manifestavano i genitori dei centri interculturali per minori, che ora rischiano la chiusura o un pesante ridimensionamento, anche se rappresentano una realtà di aggregazione importante sui territori e una reale alternativa alla cronica carenza di posti negli asili nido pubblici. Ma loro, purtroppo, non hanno fatto notizia.