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Un anno fa l’esplosione a Rocca di Papa, il sindaco Emanuele Crestini morto per salvare i dipendenti

Un anno fa esplodeva il palazzo comunale di Rocca di Papa. A causa di una fuga di gas sono morti il sindaco Emanuele Crestini e il dipendente Vincenzo Eleuteri. Sedici persone erano rimaste ferite, tra cui una bimba di cinque anni. Fatali per entrambi la prolungata esposizione ai fumi tossici dell’incendio.
A cura di Natascia Grbic
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Scompariva il 21 giugno di un anno fa Emanuele Crestini, il sindaco eroe di Rocca di Papa, morto per mettere in salvo i dipendenti del comune in seguito all'esplosione dovuta a una fuga di gas il 10 giugno 2019. Crestini non è uscito dallo stabile in fiamme fino a che non si è accertato che tutti, consiglieri, assessori e dipendenti, avessero abbandonato quella che ormai era diventata una gabbia di fuoco. Aveva riportato ustioni sul 30% del corpo, ma soprattutto aveva respirato per troppo tempo i gas tossici del fumo. È morto a causa di una grave crisi respiratoria derivante dalle infezioni e dalle lesioni riportate a causa della lunga esposizione ai fumi dell'incendio. Pensava di farcela Emanuele Crestini, era convinto che si sarebbe salvato: sulla barella, mentre stava entrando in ospedale, aveva detto alla fidanzata Veronica Cetroni che una volta uscito di lì si sarebbero sposati. Le ustioni erano scese al secondo grado, e inizialmente il sindaco scherzava con medici e infermieri, si faceva selfie con loro. Ma aveva respirato troppi fumi tossici, i polmoni non hanno retto. Insieme a lui è morto il dipendente comunale Vincenzo Eleuteri. Le sue condizioni erano apparse da subito molto gravi, aveva subito seri danni alle vie respiratorie.

L'esplosione a Rocca di Papa del 10 giugno 2019

L'esplosione a Rocca di Papa è avvenuta la mattina del 10 giugno 2019. Sedici persone sono rimaste ferite, tra cui una bimba di cinque anni. A causare lo scoppio sembra siano stati alcuni operai durante i lavori di trivellazione: accidentalmente hanno causato la rottura di una conduttura del gas, che si sarebbe poi diffuso in tutti gli ambienti comunali, causando l'esplosione. Rintracciati nel primo pomeriggio dai carabinieri della Compagnia di Frascati all'altezza di Isernia, hanno spiegato di aver scavato nel punto che era stato indagato loro, di aver rattoppato il buco e aver dato l'allarme, come da prassi. A finire sul registro degli indagati, un geologo, il titolare della ditta di Frosinone che stava effettuando i lavori in prossimità della sede del municipio e il fratello, esecutore materiale dell'operazione.

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