Ieri nel quartiere nel quartiere Appio a Roma, migliaia di militanti o reduci della destra più o meno estrema italiana si sono riuniti in occasione del quarantennale della strage di Acca Larentia. Di fronte alla sede del Movimento Sociale Italiano vengono colpiti a morte con dei colpi di arma da fuoco Franco Bigonzetti e Francesco Ciavatta. A sparare un gruppo composto da almeno cinque persone, che non sarà mai identificato. Sono giovanissimi, hanno rispettivamente venti e diciotto anni. Assieme ad un altro gruppo di militanti missini si stavano recando a volantinare. Subito si raduna qualche centinaio di persone per dare vita ad una manifestazione spontanea. Nascono violenti scontri con le forze dell'ordine. Negli incidenti un altro giovane rimane ucciso: è Stefano Recchioni, 19 anni, centrato in piena fronte da un colpo sparato ad altezza uomo dal capitano dei carabinieri Edoardo Sivori.
Sempre lo stesso il rituale che si è tenuto di fronte alla vecchia sezione missina. Disposti su file ordinate, in silenzio, hanno aspettato una voce stentorea che ordina "Camerati attenti", per poi rispondere al nome di ciascuno dei ‘martiri' urlando un "presente" con un saluto romano. "Camerati riposo", l'ordine che scioglie la manifestazione. La commemorazione per la strage del 1978 è uno dei rituali più importanti per segnare l'appartenenza all'universo del neofascismo italiano. Ed è anche uno dei momenti in cui si può misurare lo stato di salute dell'estrema destra, fotografare tregue o alleanze nel rissoso mondo della diaspora missina che proprio qui ad Acca Larentia ebbe uno dei suoi spartiacque fondamentali.
Da giorni sui muri della città sono comparsi dei manifesti neri, con una freccia rivolta verso l'in sù rossa, che danno appuntamento a piazza Asti. Un corteo breve, poco più di un chilometro e mezzo. Ad attacchinarli i militanti di Casa Pound, che da qualche tempo ha la gestione (anche se non come sede del movimento), della storica sede. Per rinforzare la sua presenza nella zona, e non dare adito ad equivoci, il movimento nato in via Napoleone III, ha aperto una sua sezione a qualche centinaiao di metri, al civico 12 di via Evandro. Per segnare ancora di più il suo protagonismo nelle celebrazioni la sera del 6 gennaio Casa Pound ha organizzato un concerto dal titolo "Onore al sangue dei martiti", dove si sono esibiti sul palco tutti i gruppi "dell'area", a cominciare dagli ZetaZeroAlfa del presidente Giancluca Iannone. La location è rimasta segretissima, per evitare contestazioni e tensioni, ma anche per evitare polemiche sull'esibizione e lasciare ‘liberi' i propri militanti. Quasi nessuna immagine è finora trapelata dal concerto.
Il corteo è presentato come "unitario", ma non si è vista l'altra formazione egemone nell'ultradestra italiana, Forza Nuova di Roberto Fiore. Tra le due organizzazioni non corre buon sangue, più concorrenti e nemiche che sorelle, e i militanti forzanovisti proprio non si sono visti ieri. Neanche per un ‘presente' convocato in altro orario, come spesso accaduto in passato. Sintomo che i rapporti sono al grado zero. Invece Casa Pound si è presa letteralmente il corteo: militanti con i fratini rossi si sono schierati ai lati della manifestazione, controllando che il lungo serpentone, composto da file di sette persone, marciasse senza incidenti. Una prova di forza verso le elezioni politiche del prossimo 4 marzo, quando Casa Pound punta non solo a prendere tutti i voti dell'estrema destra (che non sono poi molti in verità) ma a rosicchiare percentuali alla destra del centrodestra. Al momento del ‘presente' i ragazzi di Casa Pound fanno allontanare i giornalisti "è una commemorazione, non una manifestazione politica", spiegano. Ma i simboli del loro partito sono ovunque. E qualche vecchio camerata storce il naso di fronte a questa brandizzazione dell'evento.
Dieci anni fa, nel 2007, il trentennale dell'omicidio di Recchioni, Ciavatta e Bigonzetti, diventò l'occasione per una fiaccolata aperta da tre ragazzi con un giaccone mimetico, passamontagna sul viso, che con un tamburo davano il tempo della marcia. Dopo quell'anno si tennero diverse celebrazioni comuni a tutta l'area dell'estrema destra. Poi per qualche anno ogni gruppo si è presentato separatamente ad Acca Larentia, per evitare litigi in una data ritenuta da tutti così importante: nel 2012 si era consumata la rottura tra Casa Pound e Forza Nuova attorno alle celebrazioni, poi il ferimento a colpi di pistola dell'ex Nar Francesco Bianco da parte di Carlo Giannotta, che era il ‘reggente' della sede di Acca Larentia.
Ma perché l'anniversario di Acca Larentia è così importante per il neofascismo italiano? Perché la sua memoria è ancora oggetto di scontro? Prima di tutto per una ragione semplice: l'omicidio di tre ragazzi giovanissimi è un evento che ha segnato l'immaginario dell'estrema destra italiana. L'immagine di martiri innocenti della "violenza antifascista", ma anche di quella dello Stato. Chi detiene e sfrutta al meglio questo capitale simbolico segna così la sua egemonia. Poi perché Acca Larentia è il momento fondativo del neofascismo italiano di oggi. Rappresenta il momento simbolico e concreto di rottura con l'Msi di Giorgio Almirante. Una cesura nella biografia collettiva della destra italiana, ma anche di tante vite personali: quando i militanti che fonderanno i Nar (la più importante, e sanguinosa, organizzazione armata di destra), raccontano le ragioni che li spinsero verso la lotta armata, la strage di Acca Larentia torna puntualmente. Quei giovani militanti missini si sentirono traditi dalla dirigenza del partito che non si spese per l'incriminazione di Sivori, che si faceva sempre più d'ordine e sempre meno antagonista, che invocava la calma di fronte alla rabbia. Per questo è un momento fondante nell'identità dei giovani neofascisti italiani, perché qua ci sono le radici della loro identità, ben prima della svolta di Fiuggi.