Alfredo Marando è nato a Locri in Calabria ma parla con un forte accento romano. Classe 1993, ha 26 anni, e ieri è stato arrestato con l'accusa di essere al vertice di una delle piazze di spaccio di San Basilio. I Marando di Platì sono una delle ‘ndrine che si è meglio radicata nella capitale, a San Basilio sono ormai alla seconda generazione e controllano una fetta importante dello spaccio di cocaina. Alfredo Marando nonostante la giovanissima età era al vertice del suo gruppo, gestiva una rete di vedette e pusher che erano in grado di portare a casa 15.000 euro al giorno, secondo quanto emerso dalle indagini, lavorando su turni sette giorni su sette. E se qualcuno viene arrestato nessun problema: c'è un esercito di ragazzi disoccupati pronti a prendere il posto di chi viene colto in flagranza di reato. A tutti viene garantita l'assistenza legale dell'organizzazione.
Welfare e consenso sociale. Così le organizzazioni criminali prosperano nelle periferie romano, dove le istituzioni hanno battuto da tempo in ritirata. Dentro la crisi economica garantiscono posti di lavoro e una strada diversa dalla disoccupazione e alla sotto occupazione, e se uno deve lavorare a nero nell'edilizia tanto vale guadagnare più di 700/800 euro al mese. Ma il consenso deriva anche dal prestigio. Forse per questo il rampollo ‘dei calabresi' di San Basilio, temuto nonostante la sua giovane età dai suoi sottoposti con anche dieci o quindici anni più di lui, era anche il presidente della squadra di calcio del quartiere. Il Real San Basilio seguito da moltissime persone nel quartiere e con uno zoccolo duro di tifosi composto da ultras (molti della Lazio) che si presentano con lo striscione ‘Banda San Basilio' e una bandiera con un ragno nero. In mezzo, allo stadio e in campo, tantissimi ragazzi e le loro famiglie che vogliono solo divertirsi e giocare a calcio.
Welfare e consenso sociale ma anche la famiglia: braccio destro di Alfredo è il fratello Francesco Marando, classe 1997 poco più di vent'anni e un bambino piccolo, anche lui arrestato ieri. Perché i calabresi che qui parlando con l'accento della borgata continuano ad organizzarsi guardando bene ai legami di sangue e di provenienza: dei ventuno arrestati ben cinque sono nati a Locri e hanno tra i 30 e i 20 anni.