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SalvaRoma, Rampelli (Fdi): “Debito colpa di Veltroni, da Lega crudele demagogia contro Roma”

Il cosiddetto ‘Salva Roma’, dopo l’accordo tra Lega e Movimento 5 Stelle, potrebbe diventare un ‘Salva Comuni’. Per l’onorevole deputato romano di Fratelli d’Italia, vicepresidente della Camera e membro della commissione Bilancio, l’atteggiamento mostrato dalla Lega di Salvini è deludente: “Questa demagogia anti romana è stucchevole, crudele e forse non ci si rende conto che questa discriminazione la pagano le famiglie romane e questo mi pare profondamente ingiusto”.
A cura di Enrico Tata
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Fabio Rampelli, Fratelli d'Italia
Fabio Rampelli, Fratelli d'Italia

Sarebbe vicina l'intesa tra Movimento 5 Stelle e Lega sul ‘Salva Roma', il provvedimento inserito nel decreto Crescita che, nelle intenzioni iniziali dei pentastellati, avrebbe dovuto trasferire parte del debito di Roma alle casse dello Stato. La norma dovrebbe essere ribattezzata ‘Salva Comuni', così come chiesto da Matteo Salvini e l'ipotesi allo studio è che i risparmi sugli interessi del gigantesco debito della Capitale vengano destinati agli altri comuni italiani in difficoltà. Lunedì in commissione Bilancio alla Camera la base di partenza sarà comunque il testo ‘dimezzato' del Salva Roma, licenziato dal Consiglio dei Ministro lo scorso aprile dopo l'out out di Salvini. Un testo che, praticamente, è ancora tutto da scrivere.

Onorevole Fabio Rampelli, deputato romano di Fratelli d'Italia, vicepresidente della Camera e membro della commissione Bilancio. Il ‘Salva Roma' potrebbe diventare un ‘Salva Comuni'. Che ne pensa?

Siamo molto delusi. Il Movimento 5 Stelle, nonostante esprima il sindaco della Capitale d'Italia, ha dimostrato di non avere una capacità di tenuta in relazione al suo ruolo di tutela degli interessi di Roma. Sono d'accordo che tutti i comuni abbiano bisogno del sostegno dello Stato Italiano, ma nelle dichiarazioni di alcuni esponenti di governo c'è una sorta di pregiudizio e orientamento ideologico e demagogico che vale soprattutto per la Capitale, ma anche per altri comuni italiani. Dobbiamo ricordare che la Francia, la Gran Bretagna e la Germania hanno varato piani di rilancio delle loro capitali, che sono stati utili non solo alle città stesse, ma hanno fatto anche da traino alla crescita del pil nazionale".

Che colpe ha la sindaca Virginia Raggi e come giudica l'atteggiamento della Lega in merito al ‘Salva Roma'? Siamo tornati a ‘Roma Ladrona'?

La sindaca Raggi non è riuscita a farsi comprendere dal suo partito e da Di Maio. Non ha capito, secondariamente, di che cosa stiamo parlando. Non ha capito che per Roma serve un piano di rilancio e poteri speciali e se così non sarà la Capitale è destinata a non riprendersi più. Roma è inguardabile ormai, è l'ombra di sé stessa, sta scivolando verso il terzo mondo. E nessuno fa niente. Se non si muove il sindaco della città, chi dovrebbe farlo?

L'atteggiamento della Lega ci delude moltissimo, perché noi puntiamo alla trasformazione della Lega Nord in un partito nazionale. Il fatto di avere avuto consensi importanti nel centro sud non significa che ci sia stata analogamente una trasformazione culturale di questo partito in senso nazionale. Questa tarda demagogia anti romana è stucchevole, crudele e forse non ci si rende conto che questa discriminazione la pagano le famiglie romane e questo mi pare profondamente ingiusto.

L'ex sindaco di Roma, Walter Veltroni, e il suo ex assessore Roberto Morassut hanno ricordato che nel 2009, quando il sindaco Gianni Alemanno chiese e ottenne la gestione separata del passivo della Capitale, il debito pro capite era in realtà in linea con quello di Milano e Torino. Alemanno sarebbe stato costretto a chiedere la gestione separata del debito perché il governo Berlusconi aveva appena eliminato l'Ici e l'allora primo cittadino si trovava con pochissima liquidità…

Mi dispiace che, nonostante sia uscito dalla scena politica, Veltroni non riesca a fare un briciolo di autocritica che lui e Rutelli dovrebbero invece fare, e sarebbe anche facile fare. Rutelli e Veltroni hanno prodotto i 12 miliardi famosi di debito in egual misura (e quando governavano l'Ici ancora non era stata abolita ancora e i debiti li fecero comunque), in egual misura quando questa modalità era abbastanza di moda, era consentita dallo Stato italiano e dalle norme europee, che oggi sono cambiate. Non è più possibile oggi per un comune italiano fare quello che hanno fatto Rutelli e Veltroni. E che all'epoca fosse consentito, non significa che comunque non abbiano prodotto quel debito. Quindi adesso non ha senso mettersi a criticare Alemanno, che ha governato 5 anni dopo quarant'anni di governo ininterrotto della sinistra, il quale ha semplicemente richiesto la gestione separata, che quindi lo Stato si accollasse la gestione del debito. Questo viene ripagato anche con 200 milioni l'anno, su 500 totali annui, pagati dai cittadini di Roma per ripagare il debito, che si ritrovano la Tari più cara d'Italia e la terza Irpef più cara d'Italia. Quindi di sacrifici ne stiamo facendo già abbastanza e li stiamo facendo per pareggiare i debiti fatti da Rutelli e Veltroni. La separazione chiesta da Alemanno è stata necessaria e indispensabile anche per poter continuare ad amministrare il comune, che altrimenti avrebbe dovuto dichiarare fallimento.

Fratelli d'Italia era disponibile a votare la prima versione del ‘Salva Roma', quella proposta inizialmente dal Movimento 5 Stelle?

Giorgia Meloni aveva già dato la disponibilità a sostenere il Salva Roma originario con i voti di fratelli d'Italia in Parlamento e lo aveva detto a Conte, a Salvini e Di Maio. Ma noi non ci accontentiamo, né dell'attuale versione, né della versione originale. Il tema, infatti, rimane sempre quello di un piano straordinario per il rilancio della Capitale d'Italia e conseguentemente della crescita dell'Italia centromeridionale a cui storicamente Roma fa riferimento e verso cui storicamente riesce a fare da motore e traino. Noi ci saremmo aspettati il varo del Salva Roma, prima edizione, e contestualmente il varo di un piano di rilancio della Capitale perché, lo ricordo, nel programma elettorale della coalizione di centrodestra a firma Salvini, Meloni e Berlusconi, c'è un capoverso in cui si dice che il governo si sarebbe impegnato a dare a Roma i medesimi standard qualitativi delle altre capitali europee. Roma non è un comune qualunque: il termine di paragone non sono gli altri comuni italiani, ma le altre capitali europee. Roma deve somigliare a Berlino e a Parigi, non a un altro comune italiano. È come se una squadra di Serie A si trovasse costretta a competere a una squadra di serie diversa, necessariamente inferiore (in questo caso per numero di cittadini, servizi, spesa per le manutenzioni, ecc….)".

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