Roma, ancora caos metro: ritardi e disagi. Limitato l’accesso alle banchine a Termini
Ancora caos e disagi sulla metropolitana di Roma. Attese infinite per salire su un convoglio strapieno di viaggiatori. E se i cittadini sono esasperati, i macchinisti non vogliono sapere di cedere e continuano a mettere in atto il loro ‘sciopero bianco', ovvero rispettando alla lettera il contratto e le disposizioni di sicurezza si rifiutano di guidare mezzi non a norma, facendo saltare così diverse corse ogni ora. Per non parlare del rifiuto categorico degli straordinari. A nulla sono valse le minacce e le proteste del sindaco Marino, l'annuncio di due inchieste, una interna dell'Atac l'altra dell'autority sugli scioperi, i macchinisti non mollano e vogliono costringere il comune a ridiscutere l'inserimento del badge elettronico e il passaggio delle ore di guida annue da 700 a 950.
Disagi in particolare alla Stazione Termini dove, per il numero di persone in attesa sulla banchina, l'Atac ha dovuto addirittura bloccare l'accesso sia alla linea A che alla linea B della metropolitana. Passeggeri e turisti infuriati, costretti a lunghe attese o a muoversi a piedi sotto il sole e la canicola di questi giorni.
Disagi metro, il prefetto Gabrielli: "Azioni molto dure"
Duro e deciso contro quello che sta accadendo il prefetto di Roma Franco Gabrielli: "La città non può essere lasciata in queste condizioni. Le legittime rivendicazioni possono avere forme di confronto di altra natura e tutto quello che incide pesantemente sulla vita dei romani deve essere perseguito anche con azioni molto dure che io invocherò, da quelle disciplinari a quelle di denuncia per interruzione di pubblico servizio". "Non ho parlato con il sindaco, ma è un tema su cui sono in contatto con i suoi uffici – ha proseguti Gabrielli – un conto sono le legittime, sacrosante, doverose rivendicazioni di ogni categoria e di ogni tipo di lavoratore, alle quali io personalmente mi inchino sempre; un altro conto è il rispetto che dobbiamo all'utenza, a questi cittadini romani che ormai vivono condizioni di grandissima sofferenza".