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Olimpiadi Roma 2024, Virginia Raggi dice no ai giochi: cosa succede ora

Dopo il no di Virginia Raggi alla candidatura di Roma alle Olimpiadi 2024 ecco cosa accadrà: il M5s presenterà una mozione in consiglio comunale, mentre Governo e Coni proveranno tutte le strade possibili per far cambiare idea alla sindaca. Ma il tempo stringe: il 6 ottobre è la scadenza per presentarsi con tutte le carte in regola di fronte al Cio.
A cura di Valerio Renzi
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Come era ormai annunciato Virginia Raggi ha detto no alla candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2024. Dopo mesi d'indecisione a far abbandonare ogni indugio sarebbe stato il diktat di Beppe Grillo e dei big del Movimento 5 stelle. Ma ora cosa succede? Prima di tutto la maggioranza si dovrà presentare in aula Giulio Cesare una mozione per superare quella approvata dal consiglio comunale quando Ignazio Marino era sindaco. All'interno le motivazioni del no: i giochi costerebbero troppo per la città, aprendo una voragine di bilancio.

Il prossimo 6 ottobre il Comitato promotore ha appuntamento di fronte al Cio: le città candidate devono presentare nuovi documenti e progetti per entrare nella fase due della candidatura, quella definitiva che porterà la competizione per ospitare i giochi iridati fino al 17 settembre 2017 a Lima, quando si saprà il vincitore. Tra i documenti richiesti il via libera delle istituzioni della città ospitante. Nelle scorse settimane si sono fatte illazioni di ogni tipo nel caso Roma si fosse ritirata: una forzatura del Governo e del Coni per andare avanti, la diffusione dei giochi tra più città, sindaci di ogni schieramento si sono candidati ad ospitarle. Poi il 4 settembre il premier Matteo Renzi lo ha detto chiaro e tondo: “Sulle Olimpiadi di Roma non esiste un piano B. Finirebbe per diventare un regalo ai Cinque Stelle. Non ci inventeremo nessun marchingegno e non bypasseremo la scelta di Roma”.

La strada, per quanto stretta, sarebbe quindi solo una per il Coni e per il Governo: aprire spazi all'interno del Movimento 5 stelle, mobilitare il mondo dello sport e la città per fare cambiare idea al Campidoglio. Intanto Giovanni Malagò ieri è stato chiaro: "Fino al voto in consiglio comunale noi andiamo avanti". Realisticamente però se anche se anche ci fosse lo spazio per far fare marcia indietro ai grillini, la candidatura di Roma, che dalle indiscrezioni sarebbe partita da favorita, rischierebbe comunque di arrivare fortemente indebolita all'appuntamento di fronte al Cio.

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Giornalista pubblicista e capo area della cronaca romana di Fanpage.it. Ho collaborato prima prima di arrivare a Fanpage.it su il manifesto, MicroMega, Europa, l'Espresso, il Fatto Quotidiano. Oltre che di fatti e politica romana mi occupo di culture di destra e neofascismi. Ho scritto per i tipi di Edizione Alegre "La politica della ruspa. La Lega di Salvini e le nuove destre europee" (2015) e per Fandango Libri "Fascismo Mainstream" (2021).
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