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Riesame conferma: “è associazione mafiosa”. Carminati e gli altri rimangono in cella

Il Tribunale del Riesame sposa la tesi della Procura di Roma: “si tratta di associazione mafiosa”. Respinto il ricorso dei legali di Massimo Carminati e altri imputati nella maxi inchiesta su Mafia Capitale “Mondo di Mezzo”. Salvatore Buzzi è stato intanto trasferito nel carcere di Nuoro nell’ala destinata ai mafiosi pericolosi.
A cura di Valerio Renzi
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Il Tribunale del Riesame ha dato ragione alla Procura di Roma confermando il 416 bis, ovvero il reato di associazione mafiosa per gli arrestati all'interno della maxi inchiesta denominata "Mondo di Mezzo". Su 37 arrestati 4 gli imputati che si erano appellati ai giudici della libertà. Si tratta di Massimo Carminati, il capo indiscusso del sodalizio criminale ribattezzato Mafia Capitale, e di Riccardo Brugia, braccio destro di Carminati, Roberto Lacopo e Fabrizio Franco Testa. Il collegio giudicante, presieduto da Bruno Azzolini, ha poi confermato le misure cautelari per Emilio Gammuto, a cui viene contestata solo la corruzione aggravata, e ha concesso gli arresti domiciliari a Raffaele Bracci, accusato di usura. Respinta così l'ipotesi dei difensori degli imputati che contestavano proprio l'aggravante dell'associazione mafiosa per chiedere una riduzione delle misure cautelari.

Salvatore Buzzi trasferito nel carcere di Nuoro

"Attendiamo le motivazioni del provvedimento emesso dal tribunale del Riesame. Faremo comunque sicuramente ricorso in Cassazione", questo il commento a caldo dei legali di Massimo Carminati ai cronisti che hanno ribadito la volontà di arrivare fino alla Suprema corte. Un altro dei principali indagati, Salvatore Buzzi, è stato invece trasferito dal carcere romano di Regina Coeli all'ala di massima sicurezza del penitenziario di Nuoro Badu ‘e Carros. Buzzi è stato trasportato su un volo di linea e finirà nella stessa ala del carcere dove sono detenuti gli inquisiti per associazione a delinquere di stampo mafioso ritenuti pericolosi. Probabilmente gli inquirenti temevano una sua capacità di inquinare l'inchiesta dalla sua cella romana, preferendo così trasferirlo.

Nuove indagini su finanziere pestato

Proseguono poi le indagini sul "mondo di mezzo". Gli inquirenti hanno ascoltato un sottufficiale della Guardia di Finanza di Cisterna Latina aggredito e pestato brutalmente lo scorso aprile. Il finanziere stava svolgendo delle indagini su una società pontina legata a una delle cooperative di Salvatore Buzzi e ha affermato di essere stato anche minacciato prima del pestaggio. Per l'episodio risulterebbero indagati quattro persone, due cittadini albanesi e due italiani

Furti negli uffici del Comune di Roma, forse collegati Claudio Turella

Lo scorso 5 dicembre, appena due giorni dopo lo scoppio della maxi inchiesta, un episodio inquietante: con il favore della notte ignoti si intrufolano negli uffici del Servizio Giardini e trafugano un computer. Il furto sarebbe collegato agi appalti per la gestione del verde e alle attività di Claudio Turella, dirigente del Comune di Roma che, secondo gli inquirenti, era sul libro paga della cricca di Carminati. Al momento dell'arresto il funzionario del Campidoglio aveva in casa 570 mila euro in contanti, divisi in 5 buste con sopra il logo del comune. Sugli appalti capitolini l'assessore al Bilancio Silvia Scozzese ha confermato che il Campidoglio è al lavoro sul dossier su operazione "dubbie e opache" e "la prossima settimana consegneremo il materiale a Raffaele Cantone".

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