Riallaccia la luce agli occupanti: ora l’elemosiniere del Papa rischia fino a 6 anni di carcere
La procura di Roma ha aperto un fascicolo per furto di corrente, per il riallaccio della luce all'occupazione di Spin Time Labs, al civico 55 di via Santa Croce in Gerusalemme a due passi da piazza San Giovanni. È lo scorso 11 maggio quando l'Elemosiniere del Papa, il cardinale polacco Konrad Krajewsky (ribattezzato padre Corrado dagli occupanti), si cala nel pozzetto tra fili e quadri elettrici e riallaccia la corrente. Un gesto che definisce "disperato" di fronte a 450 persone, di cui circa 90 bambini, senza luce da settimane all'interno del palazzo ex Inpdap occupato da Action nel 2013.
Se gli occupanti chiedono di superare il decreto Lupi, che impedisce a chi occupa di vedersi riconosciuta la residenza e gli allacci delle utenze, Acea intanto ha proceduto d'ufficio a segnalare i fatti di cui l'Elemosiniere di Papa Francesco si è assunto la paternità, con una denuncia depositata ai carabinieri e poi trasmessa a Piazzale Clodio. Krajewsky rischia ora l'iscrizione al registro degli indagati per furto di corrente, reato punibile con una condanna tra 1 e 6 anni di reclusione.
"La colpa è solo mia e sono pronto a pagarne le conseguenze", aveva spiegato il cardinale, che è stato oggetto di duri attacchi da più parti, in particolare dal ministro dell'Interno Matteo Salvini. E proprio al Viminale si è recato Padre Corrado, nel tentativo di spiegare il suo gesto, e sottoporre al leader della Lega i rischi legati alle fragilità sociali presenti nelle occupazioni romane. A riceverlo il capo di gabinetto Piantedosi che ha preso nota delle parole delle sue parole promettendo di trasmetterle al suo superiore. "È arrivato un alto esponente del Vaticano, l'Elemosiniere del Santo Padre e ha riattaccato la luce. Io conto che dopo aver riattaccato la luce adesso paghi anche i 300 mila euro di bollette arretrate", aveva commentato Salvini.