“Potrebbe rifarlo”. Rimane in cella Valentino T., che ha infettato 30 donne con l’Hiv
Rimane in carcere Valentino T., l'uomo che ha infettato almeno 30 donne con il virus dell'Hiv, avendo rapporti non protetti nella consapevolezza della sua sieropositività. Secondo i giudici, che hanno rigettato l'istanza di scarcerazione presentata dai legali del trentenne, "l'untore" non solo non è pentito, ma è pericoloso, visto che potrebbe reiterare la sua condotta criminale. Se fosse rimesso in libertà o costretto ai domiciliari l'uomo potrebbe provare a contattare nuovamente altre donne per contagiarle.
"Tutto lascia indicare che l'indagato se posto agli arresti domiciliari, sicuramente, attiverebbe quei contatti telefonici e telematici che gli hanno permesso di compiere altri reati, con nuovi incontri diretti a produrre nuove trasmissioni del virus dell'Hiv", si legge nel dispositivo del rigetto di scarcerazione. Per dimostrare le loro affermazioni i giudici hanno presentato le prove che, anche se consapevole di essere sotto inchiesta e già interrogato con dalle forze dell'ordine, avrebbe continuato a contattare donne su internet con cui avere rapporti sessuali, così come aveva fatto dal 2006, da quando aveva scoperto di aver contratto l'Hiv.
"E’ evidente che Valentino T. – prosegue la sentenza – se tornasse in libertà o agli arresti domiciliari, riprenderebbe a contattare delle donne, tramite le chat già a tal fine usate, per avere con esse rapporti sessuali non protetti in attuazione di quella volontà lesiva sviluppata negli ultimi nove anni e della sua particolare attitudine a non raccontare la verità e, anzi, a occultarla con pervicacia".