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Gaia e Camilla travolte e uccise a Roma da un'auto

Oggi l’udienza sull’omicidio di Gaia e Camilla: avvocati di Genovese chiederanno il rito abbreviato

L’udienza davanti al gup si aprirà con la richieste degli avvocati di Pietro Genovese, Franco Coppi e Gianluca Tognozzi, che chiederanno per lui di procedere al rito abbreviato (cioè sarebbe lo stesso gup a decidere le sorti di Genovese e quest’ultimo avrebbe uno sconto di un terzo sulla pena).
A cura di Enrico Tata
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Gaia, Camilla e Pietro Genovese
Gaia, Camilla e Pietro Genovese
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Non sarà presente in aula Pietro Genovese, 21 anni, accusato di aver investito e ucciso le 16enni romane Gaia Von Freymann e Camilla Romagnoli. L'udienza davanti al gup si aprirà con la richieste degli avvocati del ragazzo, Franco Coppi e Gianluca Tognozzi, che chiederanno per lui di procedere al rito abbreviato (cioè sarebbe lo stesso gup a decidere le sorti di Genovese e quest'ultimo avrebbe uno sconto di un terzo sulla pena). Questa richiesta, se dovesse venire accolta, è condizionata all'ascolto di un testimone, il 28enne David Rubin Moshè, che ha riferito di aver visto Gaia e Camilla attraversare Corso Francia, dove sono state travolte lo scorso 22 dicembre, lontano dalle strisce pedonali. Le prossime udienze sono state fissate per domani, per il 19 e il 20 agosto e con sentenza prevista per l'8 settembre.

Le accuse a Genovese

Genovese dovrà rispondere dell'accusa di omicidio stradale. Sono due le aggravanti a lui contestate: andava a una velocità superiore a quella del limite consentito dalla legge ed è risultato positivo all'alcol test con un valore tre volte superiore a quello consentito. E' risultato positivo anche al test antidroga, ma non è possibile stabilire con certezza se l'avesse assunta la sera dell'investimento. D'altra parte, però, i suoi avvocati tenteranno di dimostrare che le due giovani non avrebbero attraversato la strada, come sembra dalle perizie disposte dai pm, sulle strisce pedonali e in più con il semaforo pedonale ancora rosso.

La perizia di parte: "Erano sulle strisce"

La perizia chiesta dalla procura e quella di parte depositata dal legale della famiglia Romagnoli concordano su una cosa: Genovese non avrebbe preso le due ragazze, se avesse guidato a una velocità normale e nel rispetto dei limiti. Differiscono però sulla posizione di Gaia e Camilla. Secondo la perizia di parte, infatti, "l’investimento è avvenuto sulle strisce pedonali come dimostrano le seguenti considerazioni logiche. Data la velocità accertata di 90/95 km/h, date le caratteristiche di altezza e di peso delle due ragazze e date le caratteristiche dell’auto condotta dall'indagato, la posizione del corpo di Camilla Romagnoli può derivare solo da un investimento sulle strisce pedonali". Secondo la perizia chiesta dai pm, inoltre, Genovese non avrebbe potuto vedere le due 16enni.

Negato il patteggiamento

I magistrati hanno già respinto la richiesta di patteggiamento a due anni e sei mesi presentata dagli avvocati di Genovese. "La pena finale del patteggiamento appare non corrispondente alla gravità del fatto commesso per il grado della colpa e l’entità del danno", le motivazioni. A pesare sulla scelta del no è stato proprio il tasso alcolemico nel sangue del ragazzo e la velocità elevatissima a cui procedeva.

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