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Deborah Sciacquatori uccide il padre violento

Monterotondo, parla la madre di Deborah: “Non ho lasciato mio marito perché pensavo di salvarlo”

Antonia, la madre di Deborah Sciacquatori, la ragazza di 19 anni che ha ucciso il padre domenica 19 maggio a Monterotondo, ha spiegato come mai non ha mai lasciato il marito nonostante le violenze andassero avanti da vent’anni. “Avevo paura di perdere Deborah e che pensassero che non ero una buona madre”.
A cura di Natascia Grbic
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Una vita di angherie e soprusi. Botte, insulti, minacce erano da quasi vent'anni all'ordine del giorno. Così vivevano le donne di casa Sciacquatori, in completa balia di Lorenzo, il padre, totalmente fuori controllo. E che domenica 19 maggio è stato ucciso dalla figlia, Deborah, mentre stava pestando nuovamente la madre. In molti si sono chiesti come mai Antonia di 42 anni, non lo abbia lasciato, non sia fuggita con la figlia e non abbia denunciato il marito violento e dipendente dall'alcol. "Avevo paura di perdere Deborah". Queste le parole della donna riportate da la Repubblica, e dette davanti al procuratore di Tivoli, Francesco Menditto, e al sostituto Filippo Guerra. "Io non ho denunciato perché avevo paura che avrei perso Deborah. Che me l'avrebbero portata via. Che avrebbero pensato che, data la situazione che c'era dentro casa mia, io non fossi una buona madre. Che non riuscissi a difendere me stessa e quindi nemmeno lei.

Monterotondo, le violenze e gli abusi andavano avanti da vent'anni

Secondo quanto raccontato da Antonia, all'inizio Lorenzo non avrebbe dato mostra di essere un uomo violento. Era aggressivo verbalmente e beveva durante i weekend, ma non avrebbe mai alzato le mani. Le cose sarebbero degenerate una volta nata Deborah e alla morte del padre di Lorenzo. "Ricordo che in due occasioni, mentre allattavo, è arrivato a casa e mi ha dato pugni nella schiena. Lì ancora mi fa male". Non lo ha mai lasciato perché credeva di salvarlo. Non è mai successo e la situazione è andata peggiorando man mano che gli anni passavano. L'unico momento in cui Antonia ha avuto la forza di portare via la bambina, è stato quando Lorenzo è stato arrestato e sottoposto a Tso. È andata in Abruzzo con Deborah, per poi tornare ancora una volta. "Per un po' le cose sono andate meglio, poi lui ha ricominciato a bere. Ed è stato sempre peggio, mi aggrediva continuamente. Mi urlava che mi avrebbe ‘sgozzato come un maiale', ‘troia', ‘puttana'. Mi picchiava. Se la prendeva quasi sempre con me, ma a volte anche con mia figlia e con mia suocera, che cercavano di difendermi.

Monterotondo, la notte in cui Deborah ha ucciso il padre violento

Deborah non voleva mai incontrare il padre. Era sempre chiusa nella sua camera, non la lasciava nemmeno per cenare. Lorenzo aveva iniziato a passare più tempo a casa e le violenze erano aumentate, tanto da costringere Antonia a nascondere gli oggetti presenti in casa perché le venivano continuamente tirati addosso. Poi, sono arrivati alla notte del 19 maggio quando Lorenzo, completamente ubriaco, è tornato a casa alle 4.50 del mattino cercando di sfondare la porta a calci e pugni. Una volta entrato nell'abitazione, ha iniziato a prendersela con la moglie. Ore dopo, per cercare di calmarlo, sono arrivate anche la madre di lui e la sorella. Non c'è stato nulla da fare, prima si sono dovute nascondere in una stanza e poi hanno cercato di fuggire, per andare dai carabinieri e porre fine alla situazione. Lui le ha rincorse, ha riafferrato la moglie e ha cominciato nuovamente a massacrarla di botte. Deborah si è messa in mezzo per difendere la madre. Poi, ha colpito il padre con un coltello. Nel palazzo sono riecheggiate solo le sue urla: "Mamma, cos'ho fatto?".

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