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Deborah Sciacquatori uccide il padre violento

Monterotondo, la madre di Deborah: “Mi picchiava da quando allattavo, rovinato da alcol e droga”

Emergono nuovi particolari dai verbali della Procura di Tivoli che ha ascoltato Antonia, la madre della ragazza di 19 anni che ha ucciso suo padre per salvarla. Le violenze, il tentativo di arginare la violenza dell’uomo e di proteggere la figlia, fino a domenica 19 maggio, quando Deborah ha piantato un coltello al collo del padre.
A cura di Natascia Grbic
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"Ci ha sempre considerato come sua proprietà e quando viene qualcuno a trovarci, suoi amici o parenti, lo faceva notare. ‘Prendimi le sigarette, vai a cucinare, stai zitta', mi diceva. E bastava niente perché alzasse le mani. Ma Lorenzo non era cattivo". E forse in queste poche parole, pronunciate da Antonia, la madre di Deborah Sciacquatori, stanno tutto il dramma, la sofferenza e le contraddizioni di questa tragica vicenda che ha avuto un epilogo terribile. Quello di una figlia che uccide il padre, per salvare la madre. Perché Antonia vedeva bene che cos'era diventato il marito, si rendeva conto di avere accanto una persona violenta. Ma allo stesso tempo pensava di poterlo salvare. "Aveva un animo buono, sono stati l'alcol e la cocaina a rovinarlo", ha detto quando è stata ascoltata in Procura. Come riportato dal Corriere della Sera, Antonia aveva deciso di subire tutte queste violenze – che andavano avanti da vent'anni – solo perché aveva paura che le portassero via la figlia.

Monterotondo, erano Antonia e Deborah a mantenere il padre

Antonia ce l'ha messa tutta per proteggere Deborah e la suocera da Lorenzo, quel padre-padrone che non lavorava, non faceva nulla tutto il giorno e che però voleva dettare legge in casa. E così la donna lavorava anche dieci ore al giorno per garantire a sua figlia un'esistenza serena e mandare avanti la casa. Anche Deborah ha iniziato a lavorare presto in un bar, per aiutare la madre: Lorenzo, intanto, continuava a bere e a fare uso di droga. E prendeva a pugni e calci la moglie, che alcuni giorni evitava di uscire di casa per non far vedere i lividi ai vicini. Secondo quanto raccontato da Antonia, all'inizio l'uomo non era così. Le cose sarebbero cambiate alla nascita di Deborah e poi nel 2002, alla morte del padre. Nel 2014 ha deciso di denunciarlo, ma dopo qualche mese passato in carcere è stato messo agli arresti domiciliari insieme alla moglie e alla figlia: e Antonia ha deciso di farlo rimanere, convinta che la prigione l'avesse aiutato a disintossicarsi. E invece no, perché tutto è andato man mano peggiorando. "Pretendeva di avere rapporti, io accettavo per paura delle sue reazioni. Dicevo, meglio a me che a Deborah o Maria (la suocera, N.d.R.)".

I funerali di Lorenzo Sciacquatori e le urla ‘Sei un grande'

Deborah e Antonia non sono andate ai funerali di Lorenzo, al quale hanno invece partecipato molti residenti di Monterotondo. Durante le esequie si sono sentiti applausi e frasi come ‘Lorenzo sei un grande'. Parole che suscitano sgomento se si tiene conto di quello che ogni giorno l'uomo faceva passare alla sua famiglia. Così terrorizzata che la figlia Deborah doveva dormire con un coltello sul comodino per difendersi da suo padre. D'altronde, a Monterotondo, tutti sapevano quello che succedeva nell'appartamento della famiglia Sciacquatori: ma, come ha detto una delle ‘migliori' amiche di Deborah, "i panni sporchi si lavano in famiglia".

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