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Mia figlia al nido ha mangiato pasta in bianco: genitori la colpa è del comune non di chi sciopera

Il prossimo 25 ottobre uno sciopero di tutte le aziende municipalizzate di Roma Capitale potrebbe provocare gravi disagi a chi ha un figlio in un asilo comunale o per chi si deve spostare con i mezzi pubblici. Ma per risolvere davvero i problemi è importante capire le ragioni della protesta e preoccuparsi dello stato dei servizi pubblici nella nostra città. Come può essere un ambiente sereno per un bambino un asilo dove.
A cura di Valerio Renzi
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Una protesta dei dipendenti di Roma Multiservizi in consiglio comunale
Una protesta dei dipendenti di Roma Multiservizi in consiglio comunale

Ieri mia figlia, che frequenta un asilo nido comunale, ha mangiato solo pasta in bianco. Molti altri disservizi si sono registrati in diverse scuole della capitale. Ieri il personale di Roma Multiservizi, l'azienda municipalizzata che si occupa ad esempio dei servizi di refezione e pulizia nei nidi comunali, hanno ricevuto una busta paga decurtata del 30%. La società è partecipata da Ama, il cui bilancio ancora non è stato approvato da Roma Capitale e di conseguenza non è considerata bancabile dagli istituti di credito che hanno chiuso i rubinetti. Un taglio dello stipendio che su salari di 900 euro netti, o anche meno, ha un peso non indifferente, soprattuto per una famiglia monoreddito. Succede così che ieri per una protesta silenziosa quanto diffusa, in molti abbiano disertato il lavoro usufruendo di ferie o permessi magari. Certo, non è una forma di mobilitazione particolarmente trasparente, ma è lo specchio della drammatica condizione di chi garantisce ogni giorno servizi pubblici fondamentali, come il pasto di mia figlia e degli altri bambini.

Il prossimo venerdì 25 ottobre ci sarà uno sciopero generale dei lavoratori delle aziende municipalizzate, che si va a sommare alla mobilitazione nazionale indetta da alcuni sindacati di base. Questa mattina all'asilo nido molti genitori erano arrabbiati per l'ennesima giornata in cui l'asilo sarebbe rimasto chiuso, perché si sarebbero dovuti organizzare per lasciare i propri figli con i nonni (per chi ha questa fortuna), organizzandosi con una baby sitter (per chi può permetterselo) o vedendosi costretti a prendersi un giorno dal lavoro (e non è sempre facile). Una rabbia comprensibile, che si andava a sommare all'arrabbiatura per la pasto in bianco del giorno primo.

Educatrici e lavoratori di Multiservizi hanno spiegato le ragioni della protesta, riuscendo a trovare a volte piena comprensione in alcuni dei genitori. Ma dopo la comprensione arrivava l'affermazione immancabile: "Sì, ma non è colpa mia". E subito dopo: "Non siete gli unici che stanno messi così male, però io mica posso permettermi di scioperare sempre". Partendo dal presupposto che ci sono delle leggi che regolano gli scioperi, in particolare nei servizi pubblici essenziali, e che quindi ci mancherebbe altro se l'astensione dal lavoro non sia legittima, pensate come sono contenti quei lavoratori che si vedono tagliare il 30% dello stipendio di perdere ulteriormente soldi per scioperare.

Cari genitori, se proprio c'è da essere arrabbiati con qualcuno, è con l'amministrazione comunale. I servizi pubblici sono anche nostri, non solo perché li paghiamo noi, ma soprattutto perché sono indispensabili alle nostre vite e sono un diritto. Io voglio che mia figlia vada a scuola in un luogo sereno, dove chi si deve occupare della pulizia degli ambiente e della preparazione dei pasti abbia una stabilità e una sicurezza lavorativa. Per questo mi piacerebbe che anche i genitori, allo stesso modo di chi si vede chiusa la metro per andare a lavoro, si informino sulle ragioni di uno sciopero, e che magari si interessino al futuro dei servizi pubblici nella nostra città. Un primo modo potrebbe essere non preoccuparsi solo di come fare se la scuola è chiusa, ma organizzarsi tutti insieme per sostenere le ragioni di chi lavora negli asili nido. In che modo? Mandando lettere al dipartimento competente, come suggerito, ma anche provando a garantire a tutte le famiglie di trovare una soluzione per quel giorno, organizzandosi per tenere i bambini insieme per esempio. Sarebbe un bel segnale di solidarietà, nell'interesse del bene comune che è una scuola che funziona e dove i bambini sono felici.

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Giornalista pubblicista e capo area della cronaca romana di Fanpage.it. Ho collaborato prima prima di arrivare a Fanpage.it su il manifesto, MicroMega, Europa, l'Espresso, il Fatto Quotidiano. Oltre che di fatti e politica romana mi occupo di culture di destra e neofascismi. Ho scritto per i tipi di Edizione Alegre "La politica della ruspa. La Lega di Salvini e le nuove destre europee" (2015) e per Fandango Libri "Fascismo Mainstream" (2021).
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