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Maxi processo Casamonica, la moglie del boss: “Mai stata collaboratrice di giustizia”

Ha negato di essere una collaboratrice di giustizia Gelsomina Di Silvio, la moglie di Ferruccio Casamonica, uno degli esponenti più in vista del clan. Imputata nel maxi processo che vede coinvolti 44 imputati, ha dichiarato di essere “estranea a queste cose. Quando ho fatto mai il nome di qualcuno?”.
A cura di Natascia Grbic
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"Io non ho mai riferito niente a nessuno. Mi hanno dato in pasto ai giornalisti. Non sono mai stata una collaboratrice di giustizia". Lo ha dichiarato Gelsomina ‘Silvana' Di Silvio, moglie di Ferruccio Casamonica, uno degli esponenti più in vista del clan sinti con radici in tutta Roma. La donna, già imputata nel maxi processo ai Casamonica, è stata raggiunta martedì da una nuova misura cautelare che ha colpito soprattutto la famiglia di Ferruccio: venti le persone arrestate (quindici in carcere e cinque ai domiciliari) e venti i milioni di euro sequestrati perché ritenuti provento delle attività di estorsione, usura e riciclaggio. "I telegiornali – ha proseguito in aula nel processo a carico di 44 persone – mi hanno accusato di essere una collaboratrice di giustizia e che ho nominato la mia famiglia. Io sono estranea a queste cose. Quando ho fatto mai il nome di qualcuno?".

La figura di Gelsomina Di Silvio spicca nell'ordinanza emessa dal gip che dispone la misura cautelare per le venti persone appartenenti al clan Casamonica. Donna di carattere, molto spesso avrebbe partecipato in prima persona alle violente aggressioni nei confronti delle persone che dovevano dei soldi al clan. Calci, pugni, schiaffi: la moglie di Ferruccio Casamonica era temuta quanto il marito. Sarebbe sempre lei, secondo quanto stabilito dall'accusa, ad avere in mano le redini dell'organizzazione criminale, e a gestire gli ‘affari di famiglia'. E sarebbe sempre lei, per gli investigatori, l'unica a saper gestire le questioni interne al clan: come quando rischiò di scoppiare una faida amorosa per una donna. In quell'occasione era stata lei a fare da paciere.

È stata una collaboratrice di giustizia a fare il nome di Gelsomina e a parlare del suo ruolo all'interno del clan: "Da noi comandava Gelsomina. Lei è manesca, lei comanda, lei è una cosa fuori dal normale, è un diavolo in persona, lei deve sapere tutto, ordine, tutto, tutto, tutto, tutto! È gelosa dei figli, è un diavolo".

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