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Mafia Capitale, sotto sequestro le cooperative di Salvatore Buzzi

Un nuovo atto per l’inchiesta Mondo di Mezzo: arriva il sequestro per le cooperative facente capo a Salvatore Buzzi 29 giugno e Formula Sociale. Il sequestro riguarda le quote societarie, il capitale sociale e l’intero patrimonio aziendale.
A cura di Valerio Renzi
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Il Tribunale di Roma – Sezione Misure di Prevenzione, ha emesso un nuovo provvedimento di sequestro nell'ambito dell'operazione Mondo di Mezzo. I sigilli questa volta riguardano le cooperative di Salvatore Buzzi "29 giugno" e "Formula Sociale", la prima con avente la sede legale in Pomona, la seconda in via Mozart. Il sequestro, eseguito dalla Nucleo di Polizia Tributaria e richiesto dalla Direzione Distrettuale Antimafia della procura di Roma , riguarda le quote societarie, il capitale sociale e l’intero patrimonio aziendale.

Salvatore Buzzi è accusato di essere il principale terminale economico di Mafia Capitale. Lui e Carminati avrebbero pilotato, grazie a pressioni e mazzette, appalti e commesse pubbliche proprio verso le cooperative dirette da Buzzi. Amicizie bipartisan, bustarelle e nomine di dirigenti compiacenti avrebbero garantito alla cricca di prendere appalti dall'azienda municipalizzata che gestisce i rifiuti Ama, dall'EUR Spa, nell'ambito del piano di accoglienza "Emergenza Nord Africa" e del "Piano Nomadi".

La Società Cooperativa 29 giugno ha un fatturato annuo che si aggira attorno ai 9 milioni di euro e ha 267 dipendenti, mentre Formula Sociale arriva a fatturare circa 6 milioni di euro e impiega 131 addetti. In tutto le società operanti nei servizi e nel terzo settore riconducibili a Buzzi impiegano più di 1200 dipendenti, preoccupati della sorte del loro posto di lavoro, e arriverebbero a fatturare 60 milioni di euro. Grazie ad un sistema contabile parallelo dalle casse delle cooperative sarebbero usciti i soldi necessari a versare gli "stipendi" agli uomini della pubblica amministrazione compiacenti con la cricca.  Ma non solo Buzzi sapeva quello che accadeva, a finire sotto indagine o in stato di arresto diversi altri dirigenti e dipendenti delle cooperative.

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