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Mafia Capitale, pressioni su parlamentari Pd per il Cara di Castelnuovo di Porto

La cupola di Mafia Capitale avrebbe fatto pressione su Umberto Marroni e Micaela Campana per un’interrogazione parlamentare (mai presentata) a proposito dell’assegnazione del bando per la gestione del centro di accoglienza di Castelnuovo alle porte di Roma. Intanto Orfini annuncia l’autospensione degli esponenti democratici Ozzimo, Coratti e Patanè indagati nell’inchiesta “mondo di mezzo”.
A cura di Valerio Renzi
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"Ozzimo, Coratti e Patanè si sono autosospesi dal Pd. Li ringrazio e gli auguro di riuscire a dimostrare la propria estraneità a questa storia". Così Matteo Orfini, presidente del Partito democratico e commissario del Pd romano, ha annunciato su twitter l'autosospensione degli esponenti del suo partito indagati nell'inchiesta "mondo di mezzo". In particolare Mirko Coratti, consigliere comunale e presidente dell'aula Giulio Cesare, e Eugenio Patanè, consigliere alla Regione Lazio, sono accusati di essere sul libro paga della Mafia Capitale.

Ma adesso spuntano, nelle oltre 2000 pagine di informativa dei Ros dei carabinieri, anche altri nomi di esponenti politici del Partito democratico. Si tratta di due parlamentari: Micaela Campana, ex moglie dell'assessore alla casa Daniele Ozzimo indagato, e di Umberto Marroni, ex consigliere comunale a capo di una delle correnti più forti del Pd romano, storicamente di fede dalemiana ma avvicinatosi in questi anni si è avvicinato ai popolari dell'ex presidente della Provincia di Roma Enrico Gasbarra.

L'interrogazione non fu mai presentata e i due esponenti democratici si difendono dall'ombra della collusione con Mafia Capitale. "Non presi in nessuna considerazione, non firmandola, l'ipotesi di un'interrogazione sul centro di accoglienza di Castel Nuovo di Porto considerandola totalmente inopportuna, in quanto si trattava di un atto amministrativo del ministero dell'Interno- scrive in un comunicato stampa Umberto Marroni – Spero che sia sufficiente questa smentita a evitare ulteriori ricostruzioni fantasiose o in alcuni casi diffamatorie, e per le quali ho dato mandato ai miei legali di sporgere querela, che sono state riportate in questi giorni dalla stampa nei miei riguardi sulla base solo di vecchie fotografie e dichiarazioni basate palesemente su millantato credito". Micaela Campana dal canto suo minaccia querele contro i media che "buttano una persona in pasto al linciaggio per un sms incompleto"  assicura che pubblicherà il rendiconto delle parlamentarie, nella quale fu eletta come deputata mentre le intercettazioni sulla campagna elettorale non la riguardano "perché fui eletta in una lista bloccata mesi prima". L'sms a cui fa riferimento la Campana è quello in cui la parlamentare scriveva a Buzzi "Un bacio, grande Capo".

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