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Mafia Capitale, il ministro Orlando decide per il 41 bis a Carminati

Il ministro della Giustizia Andrea Orlando ha deciso di accogliere la richiesta della Procura di Roma di sottoporre al regime carcerario duro, il famigerato 41 bis, il boss di Mafia Capitale Massimo Carminati detenuto nel penitenziario di Tolmezzo.
A cura di Valerio Renzi
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Il ministro della Giustizia Andrea Orlando ha disposto il 41 bis per Massimo Carminati, il boss ritenuto dagli inquirenti al vertice della Mafia Capitale venuta alla luce con l'inchiesta "Mondo di Mezzo". A chiedere l'applicazione del carcere duro per Carminati era stata la Procura di Roma che sta coordinando le indagini. L'ex esponente dei Nar, il cui nome esce fuori non solo in relazione alla Banda della Magliana e all'estremismo nero, ma anche in alcuni dei grandi misteri d'Italia come l'omicidio di Mino Pecorelli, era stato già trasferito dal carcere romano di Rebibbia al penitenziario di Tolmezzo, provincia di Udine, per ragioni di sicurezza.

Dopo che il Tribunale del Riesame aveva respinto la richiesta dei legali del ‘Cecato' di far cadere l'aggravante di associazione a delinquere di stampo mafioso, ora per il boss si aprono le porte del regime carcerario riservato agli esponenti più pericolosi e in vista di mafia, ‘ndrangheta e camorra. Il 41 bis può essere applicato per quattro anni e le proroghe possono essere applicate di due anni in due anni. Carminati potrà avere colloqui esclusivamente con i suoi legali e familiari più stretti, limitati anche i contatti con gli altri detenuti durante l'ora d'aria e sarà trasferito in un braccio speciale del carcere, sottoposta a censura e controllo anche la corrispondenza.

La notizia è arrivata proprio nel giorno in cui, dopo lo tsunami dell'inchiesta su Mafia Capitale, che ha coinvolto colletti bianchi del Comune di Roma, dirigenti di aziende pubbliche ed esponenti politici di ogni schieramento, Ignazio Marino ha presentato la sua nuova giunta in cui compare anche una nuova delega: l'assessorato alla Legalità la cui poltrona sarà affidata ad Alfonso Sabella, ex magistrato antimafia. Sempre oggi il numero uno dell'authority anticorruzione Raffaele Cantone ha dato il via alla procedura di commissariamento degli appalti pubblici su cui la cricca aveva messo le mani. Si tratta di due gare bandite dall'Ama,  l'azienda municipalizzata che si occupa della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti che secondo gli inquirenti era stata pesantemente infiltrata dagli interessi di Mafia Capitale.

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